Polvere dalle macerie del crollo
Polvere dalle macerie del crollo
Cronaca

Crollo di via Roma, si torna in aula

Secondo l’accusa i lavori edili non potevano ignorare la palazzina crollata

Si torna in aula per il processo sul crollo della palazzina di Via Roma che conta 15 imputati accusati della morte delle 4 operaie a nero dell'impresa tessile di Savio Cinquepalmi (Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza, Tina Cenci) e di sua figlia Maria di 14 anni.
Mercoledì l'udienza vivrà due fasi. La prima dedicata alla pronuncia del tribunale di Trani su alcune questioni preliminari; la seconda per l'escussione di alcuni testi indicati dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa: il capitano dei Carabinieri della compagnia di Barletta; l'allora dirigente del Commissariato di Polizia, e 2 marescialli dei vigili urbani. Prima che vengano interrogati, il collegio (Giulia Pavese, Roberta Savelli, Paola Buccelli) dovrà pronunciarsi sulla domanda di costituzione di altre 3 parti civili che intendono aggiungersi al lungo elenco di 42 già presenti in sede di udienza preliminare. Hanno, infatti, chiesto di entrare a far parte del processo il sindacato regionale Uil (è già costituita la CGIL), l'Osservatorio Giulia e Rossella (che ha tra i fini statutari la lotta alle discriminazioni anche in ambito lavorativo) ed il proprietario di un'autovettura danneggiata dal crollo.

Il dibattimento proseguirà giovedì e poi alle udienze del 21 e 28 novembre, del 5, 12 e 19 dicembre. Sul banco degli imputati siedono: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo in riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose.

Le 14 persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia. Secondo l'accusa, suffragata dall'incidente probatorio, i lavori edili sul suolo Giannini non potevano ignorare la palazzina crollata di Via Roma e quella puntellata di Via De Leon perchè costituenti un unico corpo di fabbrica.
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