Cronaca
Crollo di via Roma, la sentenza arriverà il 26 marzo
Il 22 gennaio scorso fu rigettata dalla Corte la richiesta di una nuova perizia
Barletta - lunedì 12 febbraio 2018
16.58
La sentenza d'appello sul crollo della palazzina di Via Roma sarà pronunciata il 26 marzo. E' questa, infatti, l'ultima udienza calendarizzata dalla Corte d'Appello di Bari che ha fissato la serie di udienze dedicate alle conclusioni di pubblica accusa, parti civili e difese, rinviando quella odierna per un problema di salute di uno dei giudici del collegio giudicante.
Si torna in aula venerdì con la requisitoria del procuratore generale presso la Corte d'Appello, che dovrebbe concludere per la conferma delle 15 condanne inflitte a vario titolo dal Tribunale di Trani il 15 dicembre 2015. Previsione che si basa sul fatto che il 22 gennaio la Corte ha rigettato la richiesta di una nuova perizia sulle cause del crollo della palazzina di Via Roma, sotto le cui macerie il 3 ottobre 2011 morirono le operaie Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza, Tina Cenci e Maria Cinquepalmi, figlia del titolare del laboratorio di confezioni presso cui lavoravano.
L'edificio collassò a seguito delle opere di demolizione nell'attigua area Giannini, ritenuta facente parte di un unico complesso edilizio insieme alla palazzina di Via De Leon. Poi, a partire dall'udienza del 19 febbraio, le conclusioni delle parti civili e le prime arringhe: quella dell'avvocato Mario Malcangi, difensore dell'ingegner Pietro Ceci e quella dell'avvocato Giuseppe Bufo, legale del geometra comunale Roberto Mariano.
Si torna in aula venerdì con la requisitoria del procuratore generale presso la Corte d'Appello, che dovrebbe concludere per la conferma delle 15 condanne inflitte a vario titolo dal Tribunale di Trani il 15 dicembre 2015. Previsione che si basa sul fatto che il 22 gennaio la Corte ha rigettato la richiesta di una nuova perizia sulle cause del crollo della palazzina di Via Roma, sotto le cui macerie il 3 ottobre 2011 morirono le operaie Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza, Tina Cenci e Maria Cinquepalmi, figlia del titolare del laboratorio di confezioni presso cui lavoravano.
L'edificio collassò a seguito delle opere di demolizione nell'attigua area Giannini, ritenuta facente parte di un unico complesso edilizio insieme alla palazzina di Via De Leon. Poi, a partire dall'udienza del 19 febbraio, le conclusioni delle parti civili e le prime arringhe: quella dell'avvocato Mario Malcangi, difensore dell'ingegner Pietro Ceci e quella dell'avvocato Giuseppe Bufo, legale del geometra comunale Roberto Mariano.