Cronaca
Crollo di via Roma, comune di Barletta sia parte civile che responsabile civile
Ammesse tutte le 42 istanze dal gup Francesco Zecchillo. Nell'udienza prossima ventura del 14 marzo si entrerà nel vivo
Barletta - venerdì 1 febbraio 2013
Il Comune di Barletta sarà parte civile ed, al contempo, responsabile civile nel procedimento penale per il tragico crollo della palazzina di Via Roma dove il 3 ottobre 2011, schiacciate dalla macerie, morirono le operaie Matilde Doronzo, 32 anni, Giovanna Sardaro, 30, Antonella Zaza, 36, Tina Cenci, 37, e Maria Cinquepalmi, 14enne figlia di Savio Cinqueplami, titolare del laboratorio tessile che insisteva al piano terra dell'edificio.
L'ha deciso il gup del Tribunale Francesco Zecchillo nell'udienza dedicata alla valutazione dei requisiti d'ammissibilità delle 42 istanze per la costituzione di parte civile. Nessun soggetto (né privato, né pubblico) è stato escluso. Dunque oltre al Comune di Barletta, sono state ammessi i parenti delle cinque vittime, i feriti, coloro hanno riportato danni a cose, ma anche l'Inail, la Regione Puglia, l'Associazione Nazionale Protezione Animali Natura ed Ambiente (ANPANA) e la sezione provinciale della CGIL, nonostante le 4 operaie decedute non fossero iscritte ad alcun sindacato, lavorando peraltro a nero.
Dunque il Comune di Barletta da un lato avrà legittimazione a chiedere i danni agli imputati cui ascrive responsabilità, in caso di loro condanna, e dall'altro sarà citato in giudizio da alcuni danneggiati che, a loro volta, invocano danni al Comune quale soggetto tenuto al risarcimento per alcune condotte contestate nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa.
Ammessa la citazione in qualità di responsabili civili anche nei confronti della Srl Giannini (proprietaria del suolo dove si stavano eseguendo i lavori ritenuti causa del crollo, peraltro imputata come persona giuridica) e per la Ditta Individuale Salvatore Chiarulli, esecutrice delle opere. Esaurita la fase preliminare dedicata alla costituzione della parti, nell'udienza del 14 marzo si entrerà nel vivo della discussione e dunque dei fatti e delle imputazioni per cui la Procura di Trani chiede il processo per 15 imputati. Nessuno dei quali finora ha promosso istanza per riti alternativi: patteggiamento o rito abbreviato. A vario titolo il pm Maralfa contesta i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia.
L'ha deciso il gup del Tribunale Francesco Zecchillo nell'udienza dedicata alla valutazione dei requisiti d'ammissibilità delle 42 istanze per la costituzione di parte civile. Nessun soggetto (né privato, né pubblico) è stato escluso. Dunque oltre al Comune di Barletta, sono state ammessi i parenti delle cinque vittime, i feriti, coloro hanno riportato danni a cose, ma anche l'Inail, la Regione Puglia, l'Associazione Nazionale Protezione Animali Natura ed Ambiente (ANPANA) e la sezione provinciale della CGIL, nonostante le 4 operaie decedute non fossero iscritte ad alcun sindacato, lavorando peraltro a nero.
Dunque il Comune di Barletta da un lato avrà legittimazione a chiedere i danni agli imputati cui ascrive responsabilità, in caso di loro condanna, e dall'altro sarà citato in giudizio da alcuni danneggiati che, a loro volta, invocano danni al Comune quale soggetto tenuto al risarcimento per alcune condotte contestate nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa.
Ammessa la citazione in qualità di responsabili civili anche nei confronti della Srl Giannini (proprietaria del suolo dove si stavano eseguendo i lavori ritenuti causa del crollo, peraltro imputata come persona giuridica) e per la Ditta Individuale Salvatore Chiarulli, esecutrice delle opere. Esaurita la fase preliminare dedicata alla costituzione della parti, nell'udienza del 14 marzo si entrerà nel vivo della discussione e dunque dei fatti e delle imputazioni per cui la Procura di Trani chiede il processo per 15 imputati. Nessuno dei quali finora ha promosso istanza per riti alternativi: patteggiamento o rito abbreviato. A vario titolo il pm Maralfa contesta i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia.