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Politica

Critica del reddito di formazione, il pollo di Trilussa in versione barlettana

Calcolatrice alla mano: una bufala. «...perch'è c'è un antro che ne magna due»

Rulli di tamburi, cori entusiasti di consensi, il solito gregge che si inchina a chi comanda, a chi spaventa, ma soprattutto a chi promette. Barletta sperimenta, prima città in Italia, il cosiddetto "reddito di formazione". Duecentomila euro sono stati destinati (la giunta approva all'unanimità) a questo provvedimento su cui è stata incentrata l'intera campagna elettorale del poi eletto consigliere Carmine Doronzo (lista Sinistra per Barletta/Federazione della sinistra). Duecentomila euro divisi in contribuiti individuali di 2400 euro. 200 euro al mese, 7 euro circa al giorno. Poco più di ottanta destinatari, quindi.

Ci sia consentito esprimere qualche ragionata perplessità sul provvedimento.

1) I destinatari. Chi sono i destinatari del provvedimento? Giovani in formazione: iscritti agli ultimi anni delle scuole superiori, universitari, o soggetti comunque coinvolti nella formazione (master, corsi di formazione professionale). Chi si occupa di formazione sa che questi provvedimenti dovrebbero essere preceduti da uno studio sui possibili destinatari. Sui fabbisogni formativi e professionali della città. Invece nulla di nulla. Uno sparo nel buio?

2) La soglia di reddito. Il riferimento di reddito è l'indice ISEE (un coefficiente che tiene assieme reddito familiare, spese di alloggio, componenti del nucleo familiare). La soglia massima è 5mila euro annui. Lettori, cimentatevi! Su Internet provate a inserire il reddito annuo di un operaio, di un bidello, di un impiegato. Scoprirete con sorpresa che una famiglia monoreddito con 2 figli a carico e un affitto o un mutuo ragionevole a Barletta non rientra nella fascia destinata. Certo può accadere che un artigiano, un professionista, dichiarando pochissimo al fisco, dunque essendo un evasore, rientri invece nella fatidica soglia.

3) Target e scopo. Quando ci si occupa di formazione è necessario chiarire lo scopo dell'azione. I soggetti in formazione non sono un ammasso indistinto. Un conto è ad esempio puntare alla valorizzazione delle eccellenze. Un altro è cercare di colmare deficit o svantaggi negli apprendimenti. Nel primo caso con la stessa cifra avremmo potuto finanziare (tanto per dirne una) 6 borse di studio per la copertura totale di vitto e alloggio per l'intera durata del corso di studi in una città universitaria medio/grande. Per esempio ai 6 diplomati col massimo dei voti all'IPSIA o all'ITIS (scuole di proletari). Magari in una facoltà tecnica o scientifica, stipulando un accordo per l'inserimento in aziende medie barlettane. Nel secondo, a partire dai dati dell'indagine OCSE PISA (sui livelli di apprendimento degli studenti quindicenni), individuare percorsi di sostegno per le scuole o le classi con i risultati peggiori.

4) Risultati ed efficacia. Il controllo sulla efficacia del provvedimento. Ai ragazzi che usufruiranno di questo aiuto si chiede solo: per gli studenti delle superiori il 75% delle presenze in aula; per gli universitari 18 crediti nell'anno accademico. Un controllo puramente quantitativo. Nessuna indagine sulla qualità della formazione, né tanto meno sull'utilizzo della cifra stanziata. Garantisci di essere entrato a scuola per 150 giorni; che con i 7 euro abbia comprato un gratta e vinci, o un pacchetto di Marlboro e due caffè, poco ci importa.

5) Sussidio, lavoro, lavoro nero. Tra le tante motivazioni addotte a sostegno del provvedimento, i suoi fautori inseriscono anche la lotta al lavoro nero giovanile. Il ragionamento suona più o meno così: il Comune ti dà 50 euro a settimana, quindi non hai più bisogno di lavorare in pizzeria il sabato sera. Bizzarro! Considerato il reddito familiare e l'incompatibilità tra un contratto di lavoro regolare e il sussidio, è probabile che invece accada il contrario. La famiglia integrerà il proprio modestissimo reddito con i 200 euro mensili. E per evitare di perdere il sussidio, il ragazzo continuerà a lavorare in nero.

C'è una poesia di Trilussa che ironizza sulla statistica. "Me spiego: da li conti che se fanno/seconno le statistiche d'adesso/risurta che te tocca un pollo all'anno:/e, se nun entra nelle spese tue,/t'entra ne la statistica lo stesso/perch'è c'è un antro che ne magna due". L'elettore barlettano in questa poesia ha un doppio ruolo. Il politico, con i soldi del contribuente, gioca a fare il generoso. Mangia quindi due polli. L'elettore crede di aver mangiato un pollo, in realtà è rimasto a digiuno, perché non ha compreso l'imbroglio. E ci fa anche la figura del pollo se lo rivota alle prossime elezioni.
Con la pubblicazione del bando del prossimo 16 gennaio 2012 prenderà vita un progetto nato dal contributo volontario e da mesi di studi dei soci del Circolo ARCI Carlo Cafiero e della Rete Studenti Medi di Barletta.

Il bando in questione vedrà partire, per la prima volta in Italia nel Comune di Barletta, una sperimentazione di una particolare forma di sostegno al reddito che trae ispirazione dal reddito di cittadinanza. In particolare la formula sarà quella del Reddito di Formazione, attuata attraverso l'assegnazione di un assegno mensile di 200 euro, per il periodo di un anno, a giovani di età compresa tra i 16 ed i 26 anni, definiti "soggetti in formazione" che saranno ritenuti idonei in base a soli requisiti di reddito (valore ISEE da 0 a 5000 euro). Sono da ritenersi "soggetti in formazione", ai fini del bando,quei giovani rientranti nella fascia di età sopra citata che stiano frequentando scuole superiori, università e corsi di specializzazione, masters e corsi di formazione professionale. Il risultato di anni di lotte a sostegno dei più deboli e di un'attività incentrata sul sociale, del Circolo ARCI Carlo Cafiero e della Rete Studenti Medi di Barletta, si è concretizzato con questo importante successo politico che potrebbe segnare l'inizio di una nuova concezione di stato sociale e fare da modello ad altre realtà locali per l'attuazione di provvedimenti simili, a favore della crescita culturale della comunità ed a sostegno di quei giovani sulle cui spalle grava la visione sempre più precaria di futuro ed una serie di riforme scellerate in materia di scuola pubblica ed università ad opera del precedente governo.

Nel rivendicare con orgoglio questo importante risultato i membri delle due associazioni si batteranno per una regolare messa in pratica del bando e per l'allargamento dei fondi destinati allo stesso nei prossimi anni, al fine di garantirne l'utilizzo ad un numero sempre più ampio di giovani.
Sarà inoltre fornita assistenza gratuita, per la compilazione del bando, a tutti gli aspiranti candidati tutti i giorni dalle 18,00 alle 21,00, a partire da giovedì 19 dicembre 2012, presso la sede di Via Nazareth, 40.
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