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Cronaca

Covid, somministrati in Puglia i primi anticorpi monoclonali

Le prime cure al Policlinico di Bari

Un'arma in più contro il coronavirus. Al Policlinico di Bari sono stati somministrati sui primi pazienti Covid gli anticorpi monoclonali ed è stato definito un percorso protetto di presa in carico di soggetti eleggibili al trattamento, secondo i criteri stabiliti dall'Aifa. Il direttore generale, Giovanni Migliore, ha inviato nei giorni scorsi una comunicazione ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta a cui, come previsto, spetta il compito di proporre i pazienti con «recente insorgenza di positività al test sars-cov-2, con sintomi lievi-moderati, non ospedalizzati per Covid19 e che non ricevono ossigenoterapia per Covid19». È stato attivato un indirizzo email dedicato per raccogliere i moduli con le richieste di eleggibilità al trattamento e le prime segnalazioni sono arrivate già nel weekend. Il gruppo di lavoro multidisciplinare creato dalla direzione sanitaria con il coinvolgimento di infettivologi, pneumologi, rianimatori, internisti ha valutato le singole schede cliniche e validato la proposta terapeutica richiedendo la fornitura del farmaco alla farmacia ospedaliera.

Lunedì nell'ambulatorio di malattie infettive, con la supervisione della direttrice dell'unità operativa la professoressa Annalisa Saracino, è stata eseguita con successo la prima somministrazione per via endovenosa su un uomo di 38 anni a pochi giorni dall'insorgenza dei sintomi. E oggi sono in programma altre somministrazioni. «Il Policlinico di Bari è impegnato in una diffusa campagna di prevenzione secondaria delle manifestazioni cliniche del Covid19. Ringrazio il presidente nazionale degli Ordini dei Medici Filippo Anelli e il vicepresidente della Federazione italiana medici pediatri Luigi Nigri per l'importante collaborazione fornita. L'utilizzo tempestivo della terapia a base di anticorpi monoclonali ci permette di limitare il danno clinico. Ma soprattutto potremo ridurre anche il numero di pazienti che, con la progressiva evoluzione della malattia, finirebbero per arrivare ai nostri pronto soccorso e nei reparti Covid dell'ospedale», spiega il direttore generale Giovanni Migliore.
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