Cronaca
Covid-19, a Barletta la classe non torna a scuola. I genitori: «Ritardi nel referto dei tamponi»
Gli studenti attendono i risultati dei test per tornare in aula, ma il sistema sanitario è sotto stress
Barletta - lunedì 12 ottobre 2020
Solo il 2,5% dei casi di positività è riconducibile all'ambiente scolastico. Il dato fornito dall'Istituto Superiore di Sanità rivela la capacità del sistema scuola di reggere alla sfida contro il Covid-19, seppure sulla base delle prime settimane dal rientro in aula.
Il suono della campanella, tuttavia, impone un'attività di diagnosi più diffusa di quanto avvenisse prima. Per ogni positivo è necessario mettere in quarantena l'intera classe ed avviare su studenti, famiglie e docenti l'attività di screening. Solo in caso di negatività si torna tra i banchi.
Sono ventuno, ad esempio, le famiglie di altrettanti studenti di una classe del Liceo Scientifico "C. Cafiero" di Barletta sottoposte a quarantena, dal 23 settembre al 5 ottobre, in seguito alla positività riscontrata su uno studente. Lo raccontano in una lettera inviata alla nostra redazione mentre sono in attesa dei referti dei tamponi effettuati nei giorni 6 e 7 ottobre.
«Nella serata dell'8 ottobre – riferiscono i genitori degli studenti – il Pronto Soccorso rilascia, almeno verbalmente, i referti, tutti negativi, confermando di averli trasmessi all'Ufficio Igiene. Intanto passa un altro giorno, si perdono ore preziose di lezione, ed il giorno 9 ottobre, nonostante i solleciti da parte dell'istituzione scolastica, l'Ufficio Igiene non rilascia il nulla osta per il rientro in classe dei ragazzi. Motivo? Non si sa».
Si tratta, in definitiva, di qualche giorno di ritardo nella comunicazione. Il motivo sembra chiaro. Il sistema sanitario è sotto stress con decine di tamponi da processare per una singola classe, centinaia per una sola scuola, migliaia ogni giorno con punte di 133 mila in Italia e 5 mila in Puglia solo sabato.
Numeri che le Asl iniziano a sostenere a fatica, almeno in termini di efficienza e celerità. Per conoscere l'esito del tampone molecolare bisogna attendere circa 1-2 giorni dal prelievo. Ma ad oggi il carico di lavoro per le Asl è tale da poter generare dei ritardi rispetto ai tempi canonici e qualche disagio come quello lamentato dai genitori degli studenti barlettani. «I giorni di assenza da scuola diventano ventuno – osservano le famiglie – Tutti tacciono. Di sabato e di domenica gli uffici della ASL sono chiusi quindi è molto improbabile che i ragazzi facciano ritorno a scuola nell'immediato».
Ma la scuola è pronta a gestire le quarantene che ciclicamente potrebbero colpire le varie classi, garantendo le lezioni in via telematica. «A tutti i ragazzi coinvolti è stata comunque garantita la didattica grazie al ricorso alla DAD (didattica a distanza)», spiega il Dirigente scolastico del Liceo "C. Cafiero", Salvatore Citino.
Tutto ciò dimostra quanto si rendano indispensabili, con l'aumentare dei contagi, i test antigenici rapidi almeno nelle scuole. Ne deriverebbero risultati più veloci, quarantene ridotte e screening più diffusi.
Già oggi la Regione Puglia potrebbe consentirne l'adozione dopo le valutazioni fatte dalle Asl di Bari e della Bat. Si tratta di esami meno invasivi, ma anche meno precisi del tradizionale tampone perché non ricercano la presenza del materiale genetico (RNA) del virus, ma evidenziano la presenza di componenti (antigeni) del virus – si legge sul sito internet del Ministero della Salute – attraverso campioni di saliva.
Il suono della campanella, tuttavia, impone un'attività di diagnosi più diffusa di quanto avvenisse prima. Per ogni positivo è necessario mettere in quarantena l'intera classe ed avviare su studenti, famiglie e docenti l'attività di screening. Solo in caso di negatività si torna tra i banchi.
Sono ventuno, ad esempio, le famiglie di altrettanti studenti di una classe del Liceo Scientifico "C. Cafiero" di Barletta sottoposte a quarantena, dal 23 settembre al 5 ottobre, in seguito alla positività riscontrata su uno studente. Lo raccontano in una lettera inviata alla nostra redazione mentre sono in attesa dei referti dei tamponi effettuati nei giorni 6 e 7 ottobre.
«Nella serata dell'8 ottobre – riferiscono i genitori degli studenti – il Pronto Soccorso rilascia, almeno verbalmente, i referti, tutti negativi, confermando di averli trasmessi all'Ufficio Igiene. Intanto passa un altro giorno, si perdono ore preziose di lezione, ed il giorno 9 ottobre, nonostante i solleciti da parte dell'istituzione scolastica, l'Ufficio Igiene non rilascia il nulla osta per il rientro in classe dei ragazzi. Motivo? Non si sa».
Si tratta, in definitiva, di qualche giorno di ritardo nella comunicazione. Il motivo sembra chiaro. Il sistema sanitario è sotto stress con decine di tamponi da processare per una singola classe, centinaia per una sola scuola, migliaia ogni giorno con punte di 133 mila in Italia e 5 mila in Puglia solo sabato.
Numeri che le Asl iniziano a sostenere a fatica, almeno in termini di efficienza e celerità. Per conoscere l'esito del tampone molecolare bisogna attendere circa 1-2 giorni dal prelievo. Ma ad oggi il carico di lavoro per le Asl è tale da poter generare dei ritardi rispetto ai tempi canonici e qualche disagio come quello lamentato dai genitori degli studenti barlettani. «I giorni di assenza da scuola diventano ventuno – osservano le famiglie – Tutti tacciono. Di sabato e di domenica gli uffici della ASL sono chiusi quindi è molto improbabile che i ragazzi facciano ritorno a scuola nell'immediato».
Ma la scuola è pronta a gestire le quarantene che ciclicamente potrebbero colpire le varie classi, garantendo le lezioni in via telematica. «A tutti i ragazzi coinvolti è stata comunque garantita la didattica grazie al ricorso alla DAD (didattica a distanza)», spiega il Dirigente scolastico del Liceo "C. Cafiero", Salvatore Citino.
Tutto ciò dimostra quanto si rendano indispensabili, con l'aumentare dei contagi, i test antigenici rapidi almeno nelle scuole. Ne deriverebbero risultati più veloci, quarantene ridotte e screening più diffusi.
Già oggi la Regione Puglia potrebbe consentirne l'adozione dopo le valutazioni fatte dalle Asl di Bari e della Bat. Si tratta di esami meno invasivi, ma anche meno precisi del tradizionale tampone perché non ricercano la presenza del materiale genetico (RNA) del virus, ma evidenziano la presenza di componenti (antigeni) del virus – si legge sul sito internet del Ministero della Salute – attraverso campioni di saliva.