Cronaca
Coronavirus, il sud Italia resiste mentre accelera la pandemia
Il rischio che la luce in fondo al tunnel si trasformi in un’illusione è ancora alto e dipende da noi
Barletta - martedì 24 marzo 2020
Il virus si trasmette tra persone. È per questo che l'arma per condurre questa guerra è quella del distanziamento sociale. I controlli diramati sull'intero territorio comunale e provinciale ne garantiscono il rispetto, ma persistono, nonostante le nuove restrizioni, gli escamotage per uscire e creare assembramenti.
Mentre il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, comunicava ieri che «la pandemia sta accelerando», nelle ultime 48 ore si è registrato un trend in leggero calo del numero di contagi e di vittime nella regione maggiormente colpita, la Lombardia, seppur se ne attenda un consolidamento.
Al sud, invece, la curva sembra stabile. Il dato pugliese, in particolare, si attesta da giorni intorno ai 100 contagi ogni 24 ore, per un totale di 906 casi positivi dall'inizio dell'epidemia. Fluttuazioni fisiologiche le ha definite l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, responsabile della task force per l'emergenza Covid-19 della Regione Puglia.
Insomma, il sud Italia ha avuto l'occasione di giocare d'anticipo rispetto al nord e l'andamento dei contagi lo confermano. Non è questo, tuttavia, un buon motivo per abbassare la guardia perché «le dinamiche del contagio non dipendono dalle latitudini – ha osservato Brusaferro – ma dai nostri comportamenti».
«Questa è una settimana decisiva che merita grande attenzione» ha detto Brusaferro, commentando l'andamento nazionale del contagio. «Il nostro sforzo in questo momento – ha proseguito – è di evitare che nelle Regioni del sud, in cui la circolazione del virus è ancora limitata, le curve abbiano le caratteristiche che hanno assunto al nord».
Il rischio che la luce in fondo al tunnel si trasformi in un'illusione è ancora alto e dipende da noi. La vera sfida è rendere inferiore ad 1 la capacità di contagio di ogni individuo. Per farlo, la regola primaria resta quella del distanziamento sociale. Un comportamento che, forse, ci accompagnerà ancora per molto tempo, anche quando l'emergenza sarà finita.
Mentre il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, comunicava ieri che «la pandemia sta accelerando», nelle ultime 48 ore si è registrato un trend in leggero calo del numero di contagi e di vittime nella regione maggiormente colpita, la Lombardia, seppur se ne attenda un consolidamento.
Al sud, invece, la curva sembra stabile. Il dato pugliese, in particolare, si attesta da giorni intorno ai 100 contagi ogni 24 ore, per un totale di 906 casi positivi dall'inizio dell'epidemia. Fluttuazioni fisiologiche le ha definite l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, responsabile della task force per l'emergenza Covid-19 della Regione Puglia.
A nord come a sud: «Il contagio non conosce latitudini»
«Il sud mostra dei dati in cui la curva non sembra ancora impennarsi» ha detto nel corso della conferenza stampa della Protezione civile, il presidente dell'Istituto Superiore della Sanità, Silvio Brusaferro. «Se questo da un lato conforta – ha proseguito l'esperto – dall'altro sono preoccupato per le strade piene di gente».Insomma, il sud Italia ha avuto l'occasione di giocare d'anticipo rispetto al nord e l'andamento dei contagi lo confermano. Non è questo, tuttavia, un buon motivo per abbassare la guardia perché «le dinamiche del contagio non dipendono dalle latitudini – ha osservato Brusaferro – ma dai nostri comportamenti».
La settimana decisiva
Ogni giorno è decisivo per il contenimento del contagio, ma quella appena aperta è davvero la settimana cruciale. Da oggi i bollettini serali racconteranno l'efficacia delle misure prese due settimane fa, quando l'Italia intera veniva dichiarata "zona protetta".«Questa è una settimana decisiva che merita grande attenzione» ha detto Brusaferro, commentando l'andamento nazionale del contagio. «Il nostro sforzo in questo momento – ha proseguito – è di evitare che nelle Regioni del sud, in cui la circolazione del virus è ancora limitata, le curve abbiano le caratteristiche che hanno assunto al nord».
Il rischio che la luce in fondo al tunnel si trasformi in un'illusione è ancora alto e dipende da noi. La vera sfida è rendere inferiore ad 1 la capacità di contagio di ogni individuo. Per farlo, la regola primaria resta quella del distanziamento sociale. Un comportamento che, forse, ci accompagnerà ancora per molto tempo, anche quando l'emergenza sarà finita.