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Scuola e Lavoro

Conflitto in Siria e Turchia, se ne parla all'istituto "Archimede"

Alla conferenza saranno presenti Garip Siyabend Dunen e Alessandro Zagaria

Sono passati ormai 5 anni dall'inizio della guerra in Siria, scoppiata per cercare di deporre il regime del Presidente Assad e sfociata in un conflitto che ha prodotto oltre 250.000 morti e milioni di profughi che si sono riversati nei Paesi vicini o hanno cercato in tutti questi anni di raggiungere le coste dell'Europa. Una guerra quella siriana fatta per procura in cui sul campo di battaglia operano milizie che fanno gli interessi dei loro sponsor, sia che essi siano Paesi mediorientali interessati ad affermare la loro egemonia nell'area, come Turchia, Arabia Saudita e Iran, sia che siano le potenze occidentali interessate al controllo delle risorse economiche. In questo caos devastante si afferma e si consolida sul terreno di battaglia l'Isis (Stato Islamico) con la sua ideologia di morte e prodotto avvelenato di questa strategia, che oggi controlla pezzi importanti di territorio in Iraq e in Siria e che oggi porta la sua guerra nel cuore dell'Europa.

In questo scenario che vede la popolazione civile schiacciata tra i bombardamenti del regime siriano e le atrocità dell'Isis c'è chi cerca in tutti i modi di costruire un futuro democratico, fatto di diritti e libero dai settarismi. Questo percorso lo stanno facendo i curdi che con la liberazione di Kobane nel Kurdistan siriano sono diventati il simbolo a livello mondiale della resistenza contro la barbarie dell'ISIS, portando avanti quel progetto di confederalismo democratico più volte evocato e che da oltre tre anni viene sperimentato con successo nel Rojava siriano. Con la guerra civile e la dissoluzione dello stato siriano i popoli del Rojava hanno incominciato a dare impulso ad un processo democratico attraverso la carta del Rojava, una sorta di costituzione dove tutti i gruppi etnici e religiosi hanno pari dignità, dove è centrale il ruolo delle donne che sono rappresentate a tutti i livelli della società, dove si mettono in pratica forme di mutualismo dal basso in una zona del mondo dilaniata dai settarismi. Oggi purtroppo la guerra in Siria si è in parte estesa alla vicina Turchia che ha ripreso a reprimere i curdi nelle loro città. Per questo motivo abbiamo deciso di ospitare il medio-attivista curdo Garip Siyabend Dunen che ci parlerà di quello che sta avvenendo in Turchia e in Siria e ci mostrerà il suo documentario "Non uccidere" che racconta i 12 giorni di coprifuoco a Silvan nel Kurdistan turco.

La testimonianza di Garip Dunen, tornato da poco dal Kurdistan, sarà accompagnata dalla presenza di Alessandro Zagaria del Collettivo Exit di Barletta che proprio un anno fa ha partecipato alla Carovana Internazionale lungo il confine turco-siriano, visitando i campi profughi e portando sostegno alle popolazioni civili. I curdi ogni giorno ci ricordano che non combattono solo per la loro sopravvivenza ma per l'intera umanità, perché difendere la loro terra, la Mesopotamia, significa difendere il luogo dove è nata la civiltà e dove ci sono le nostre radici di cittadini europei.
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