Gesù e la samaritana
Gesù e la samaritana
Religioni

Come una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna

Don Vito Carpentiere racconta il Vangelo dell'incontro con la samaritana

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».

Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

L'itinerario quaresimale continua dopo la sintetica storia della salvezza delle due prime domeniche in cui si sono succeduti Adamo che cede alla tentazione e Gesù che la vince, Abramo destinatario della promessa di gloria e Gesù che si trasfigura sul monte. Eccoci finalmente ad intraprendere l'antico itinerario che caratterizzava il cammino dei catecumeni che nella notte di Pasqua avrebbero ricevuto i sacramenti della iniziazione cristiana. Questo cammino si snodava attraverso tre tappe che, a partire da brani peculiari del vangelo di Giovanni, avrebbero accompagnato il catecumeno a una articolata professione di fede in Gesù. Nella prima tappa, quella odierna, attraverso la lettura del vangelo dell'incontro di Gesù con una donna samaritana, si giungeva a riconoscerlo come acqua viva che disseta e zampilla per la vita eterna; la seconda, che prevede il racconto luce del mondo della guarigione del cieco nato, conduce a riconoscere Gesù come luce del mondo affinché chi segue lui non cammini nelle tenebre ma abbia la luce della vita; la terza ed ultima tappa, con il brano della risurrezione di Lazzaro, ci porterà a confessare Gesù come vita e risurrezione nostra.

Ma veniamo finalmente al nostro brano, densissimo di particolari: l'incontro avviene presso un pozzo, luogo tradizionalmente deputato nella bibbia a concludere matrimoni, ma l'ora, verso mezzogiorno, fa presagire che questa donna non voglia incontrare nessuno, perché delusa ed amareggiata dai numerosi adulteri subiti. Quando Gesù rompe il ghiaccio chiedendole da bere, questa risponde in maniera abbastanza scontrosa; ma Gesù non si arrende e addirittura promette acqua viva così da non avvertire più il bisogno di andare a una cisterna screpolata. E lì inizia per questa donna un duplice cammino: verso Gesù e verso la verità su se stessa.

C'è qualcosa in noi che, per vergogna, nascondiamo a noi stessi. Gesù non mi giudica; semplicemente mi accoglie e ciò mi porta ad accettarmi e a conoscermi davanti a lui. Mi stupisce molto questo Gesù che, stanco del cammino verso l'uomo, si siede sul mio pozzo nel deserto della mia vita e mi chiede da bere. Ha sete di me. Ma lui sa già dentro me la verità. La pedagogia di Gesù è impressionante. Io cerco di dissetarmi a cisterne screpolate con acqua stagnante; lui mi offre se stesso come acqua viva che disseta per la vita eterna. Nel vangelo di Giovanni Gesù si rivolge a tre persone chiamandole donna, ossia moglie e sposa. La prima è Maria, che rappresenta quella porzione di Israele rimasta fedele al suo Signore; la seconda è la samaritana, immagine della sposa infedele ma assetata dell'incontro con la verità che è il Signore; la terza sarà Maria di Magdala, immagine della nuova comunità dei discepoli, chiamata ad essere fedele a Gesù.

L'invito per questa domenica è a ritagliarci un po' di tempo per un sosta presso il pozzo nel deserto che è la nostra vita, dove col carico delle delusioni subite ci lasciamo incontrare da Gesù che non ci giudica ma ci ama nel fare verità su noi stessi.

Buona domenica!

[don Vito]
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