Viva
Cinque atlete in corsa (per tacer della cuoca)
Barlettalife incontra le campionesse barlettane di Vodnany. Ecco le protagoniste di 'A piedi per l'Europa'
Barletta - sabato 2 ottobre 2010
«Non immagini neanche cosa abbiamo lasciato lì». Con questa frase inizia la conversazione che si è svolta nella sede di Barlettalife: la nostra redazione ha incontrato le cinque atlete, tutte donne, tutte barlettane, accompagnate dalle fedelissime concittadine Tonia Zagaria in veste di cuoca e Raffaella Distaso in veste di autista.
Mariella Dileo, Anna Lattanzio, Flora Castellano, Tania Dinicastro e Fania Bufalo sono le cinque atlete protagoniste di un'impresa che potremmo definire "epica": 1300 kilometri da percorrere a piedi, da Piombino a Vodnany (in Repubblica Ceca) attraversando 250 città in Italia, Austria e Germania. Una staffetta podistica non competitiva dal titolo "A piedi per l'Europa" che si è svolta dal 22 al 26 settembre.
Abbiamo intervistato le campionesse, che con esuberanza e fervore hanno raccontato tutti i particolari della loro inconsueta avventura.
«Dopo aver attraversato Piombino tutte assieme - racconta Mariella Dileo - la prima a partire è stata Flora, precisamente all'1 di notte, mentre tutti gli altri atleti aspettavano il loro turno nei camper. Per i primi 50 km abbiamo corso tutte donne, alternandoci sino alle 5 di notte. Era abbastanza inquietante correre sole fra i boschi, con la luce fioca dei camper e del mezzo apripista che ci scortava con le sue bandierine italiane sui lati».
«Una delle prima cose che abbiamo notato - interviene poi l'autista Raffaella Distaso - è il grande rispetto per la sicurezza stradale al di fuori dell'Italia. Sebbene la nostra carovana fosse piuttosto lenta, nessuno tentava di sorpassarci. Si notava subito la differenza fra gli automobilisti stranieri e quelli italiani».
«Arrivate in Germania, abbiamo subito ammirato i paesaggi meravigliosi e i balconi traboccanti di fuori colorati. In Repubblica Ceca il paesaggio è cambiato drasticamente: cemento bianco, colori spenti, niente infissi alle finestre. Nonostante ciò, la loro accoglienza è stata molto calorosa».
«Un episodio che ricordiamo volentieri risale al nostro passaggio nel Trentino: un signore che aveva ascoltato la nostra avventura alla radio ci ha riconosciute e, insieme al figlio 16enne, ci ha offerto acqua per il camper e abbiamo brindato tutti insieme per strada. Poi in Austria la gente è stata molto affettuosa, ci hanno aiutate e ospitate volentieri senza neppure conoscere la nostra lingua».
«C'é stato un momento di sconforto però – ricordano le atlete - durante la notte, quando ha iniziato a piovere a catinelle, avevamo le scarpe infangate e i capelli inzuppati dalla pioggia. Nel buio sentiva il campanaccio delle mucche che cercavano riparo nelle stalle, mentre noi cercavamo di sostenerci a vicenda. Durante l'ultima tappa poi, gli altri atleti ci hanno proposto di non correre: eravamo davvero distrutte e continuavamo a correre coi capelli bagnati, perchè nei camper non c'erano phon. Ma noi abbiamo tenuto duro sino all'ultimo, con l'asciugamano in testa cercando di ripararci dal freddo, e per gli ultimi km abbiamo corso tutte assieme».
«All'arrivo, la città ci ha accolto a braccia aperte. Gli atleti ceci ci hanno raggiunto per correre con noi poco prima dell'arrivo, e una volta arrivate nel centro della città, il sindaco e la banda cittadina erano lì per accoglierci: ci siamo scambiati le bandiere delle rispettive nazioni e abbiamo consegnato al sindaco un libro su Barletta e un gagliardetto della nostra città. Per festeggiare infine ci hanno offerto un grande buffet con le loro specialità locali, e guai a noi se avessimo provato a rifiutarci: ci hanno fatto davvero abbuffare!».
Mariella Dileo, Anna Lattanzio, Flora Castellano, Tania Dinicastro e Fania Bufalo sono le cinque atlete protagoniste di un'impresa che potremmo definire "epica": 1300 kilometri da percorrere a piedi, da Piombino a Vodnany (in Repubblica Ceca) attraversando 250 città in Italia, Austria e Germania. Una staffetta podistica non competitiva dal titolo "A piedi per l'Europa" che si è svolta dal 22 al 26 settembre.
Abbiamo intervistato le campionesse, che con esuberanza e fervore hanno raccontato tutti i particolari della loro inconsueta avventura.
«Dopo aver attraversato Piombino tutte assieme - racconta Mariella Dileo - la prima a partire è stata Flora, precisamente all'1 di notte, mentre tutti gli altri atleti aspettavano il loro turno nei camper. Per i primi 50 km abbiamo corso tutte donne, alternandoci sino alle 5 di notte. Era abbastanza inquietante correre sole fra i boschi, con la luce fioca dei camper e del mezzo apripista che ci scortava con le sue bandierine italiane sui lati».
«Una delle prima cose che abbiamo notato - interviene poi l'autista Raffaella Distaso - è il grande rispetto per la sicurezza stradale al di fuori dell'Italia. Sebbene la nostra carovana fosse piuttosto lenta, nessuno tentava di sorpassarci. Si notava subito la differenza fra gli automobilisti stranieri e quelli italiani».
«Arrivate in Germania, abbiamo subito ammirato i paesaggi meravigliosi e i balconi traboccanti di fuori colorati. In Repubblica Ceca il paesaggio è cambiato drasticamente: cemento bianco, colori spenti, niente infissi alle finestre. Nonostante ciò, la loro accoglienza è stata molto calorosa».
«Un episodio che ricordiamo volentieri risale al nostro passaggio nel Trentino: un signore che aveva ascoltato la nostra avventura alla radio ci ha riconosciute e, insieme al figlio 16enne, ci ha offerto acqua per il camper e abbiamo brindato tutti insieme per strada. Poi in Austria la gente è stata molto affettuosa, ci hanno aiutate e ospitate volentieri senza neppure conoscere la nostra lingua».
«C'é stato un momento di sconforto però – ricordano le atlete - durante la notte, quando ha iniziato a piovere a catinelle, avevamo le scarpe infangate e i capelli inzuppati dalla pioggia. Nel buio sentiva il campanaccio delle mucche che cercavano riparo nelle stalle, mentre noi cercavamo di sostenerci a vicenda. Durante l'ultima tappa poi, gli altri atleti ci hanno proposto di non correre: eravamo davvero distrutte e continuavamo a correre coi capelli bagnati, perchè nei camper non c'erano phon. Ma noi abbiamo tenuto duro sino all'ultimo, con l'asciugamano in testa cercando di ripararci dal freddo, e per gli ultimi km abbiamo corso tutte assieme».
«All'arrivo, la città ci ha accolto a braccia aperte. Gli atleti ceci ci hanno raggiunto per correre con noi poco prima dell'arrivo, e una volta arrivate nel centro della città, il sindaco e la banda cittadina erano lì per accoglierci: ci siamo scambiati le bandiere delle rispettive nazioni e abbiamo consegnato al sindaco un libro su Barletta e un gagliardetto della nostra città. Per festeggiare infine ci hanno offerto un grande buffet con le loro specialità locali, e guai a noi se avessimo provato a rifiutarci: ci hanno fatto davvero abbuffare!».