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Cianci: «Chiediamo un immediato cambio di passo sul verde»

La nota del presidente del comitato Operazione aria pulita Bat

«Il sindaco di Parma, Michele Guerra, ha fatto piantare in soli cinque anni oltre 85.000 alberi, contribuendo a mitigare l'effetto delle isole di calore urbane e trasformando aree marginali in spazi verdi. Il progetto coinvolge scuole, istituzioni e comunità, puntando a superare i 100.000 alberi entro il 2026 e promuovendo un modello di città più resiliente e sostenibile. In un contesto in cui l'effetto delle isole di calore urbane è ormai una delle emergenze ambientali più gravi e sottovalutate, questo intervento rappresenta una risposta concreta, replicabile ed efficace. Barletta, invece, si sta lentamente spegnendo sotto il sole cocente dell'estate. Non solo per il caldo, ma anche per la mancanza di ombra, frescura, vita. Il verde pubblico, risorsa essenziale per la qualità della vita urbana, è diventato il grande assente nella gestione di questa amministrazione». Così il presidente del comitato Operazione Aria Pulita Bat, Michele Cianci.

«In una storia fatta di abbandono, incuria, scelte discutibili e, soprattutto, nessuna visione programmatica ma una semplice gestione alla giornata. Cerchiamo di spiegare oggettivamente ai cittadini cosa sta accadendo! Che, a Barletta, considerando Canne della Battaglia, la Fiumara, lo stadio Puttilli le aeree verdi siano di gran lunga maggiori rispetto a quelle previste fa un pó ridere! Questo si sapeva da anni! Infatti, spesso si cerca di scaricare sulla Bar.s.a. S.p.a. responsabilità che sono esclusivamente degli uffici comunali.

L'amministrazione dedica 600.000 l'anno, come previsto dal disciplinare Comune/Bar.s.a., per la gestione del verde, gestione fatta da alti professionisti, invidiati da tutte le altre aziende e la cifra destinata è sottocosto! Il problema è un altro!!! Il verde non curato non è di competenza BAR.s.a.! Partiamo dalla disfatta della zona 167 dove il verde viene lasciato morire e non a causa della Bar.s.a.!

Proprio nella zona 167, tutto il verde piantumato in occasione delle opere di urbanizzazioni primarie e non presente, si sottolinea, nel disciplinare comune/bar.s.a., è andato perso per mancanza d'acqua nonostante i nuovi impianti di irrigazione che non hanno mai funzionato. Le aree destinate a verde, in quelle zone, non sono mai state completate e risultano sterrate, abbandonate a sé stesse e, nella migliore delle ipotesi, adibite a parcheggio auto aprendosi al degrado. Piantumazioni in stato di abbandono, soprattutto quelle installate a carico di altri Enti, tipo i 600 alberi piantumati dalla Buzzi, in occasione del rinnovo della precedente AIA e tutti morti. Persino laddove per la recente piantumazione del verde di Ferrotranviaria non si è riusciti a garantire la benché minima manutenzione o a vigilare sulla corretta installazione e attecchimento, anche se le opere non risultano ancora completamente consegnate.

Quando poi, si è avuto l'opportunità di decidere le essenze da piantumare – come nel caso delle opere realizzate da RFI – si è optato per agavi, specie alloctone e infestanti, scelta motivata semplicemente da logiche di bassa manutenzione, ma che contrasta con ogni moderna strategia di forestazione urbana, basata su piante autoctone e ombreggianti. Ma v'è di più! Nel censimento, sono state contate ben 488 formelle di alberi vuote, e 124 contengono ancora la ceppaia; basta girare per la città per rendersene conto. In molti casi le conche sono state tombate, evitando interventi urgenti di ripiantumazione. Si sceglie insomma di non piantare, piuttosto che impegnarsi a curare; sicuramente la via più breve e facile nella gestione, ma non la scelta migliore per la collettività e il futuro dei nostri figli. Mentre Barletta inaridisce, si continua a scaricare responsabilità sui predecessori o osservando chi sta peggio. Ma la buona amministrazione si misura sulla capacità di costruire e migliorare, non sul confronto al ribasso. Se sicuramente la situazione attuale del verde pubblico non è da attribuire esclusivamente a questa Amministrazione è, altresì, vero che un cambio di passo verso un netto e deciso miglioramento, come è avvenuto a Parma, va affatto urgentemente ed è questo che chiediamo al dott. Cosimo Cannito, senza polemica alcuna».
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