Scuola e Lavoro
Cia Caporusso e la prima bottega di moda a Barletta
Werkstatte Santa Maria, artigianato e tradizione
Barletta - domenica 13 dicembre 2015
11.33
Moda, artigianato e tradizione, voglia di sperimentare e di portare avanti il nuovo, impegno e decisione sono solo alcuni dei presupposti con i quali Cia Caporusso, giovane stilista barlettana, ha deciso di avviare la sua attività nel cuore della nostra città. La classe non è acqua diceva qualcuno, tutto è classe nella personalità originale e frizzante di Cia, tutto dal look al suo modo di fare parlano di una mente stravagante e di un cuore aperto al bello, perché, come dice lei "Gli umani hanno bisogno di essere educati al bello".
Com'è nata in te la passione per la moda?
«La passione per la moda è sorta in me innanzitutto per una questione di esigenze, essendo l'ultima di quattro figli ero costretta ad indossare gli scarti dei mie fratelli che ho poi dovuto adattare alle mode del momento. Sin da piccola ho sempre cucito con i miei parenti, le mie zie, mia nonna, poi subito dopo il liceo ho intrapreso un percorso di studio a Bari, frequentando anche numerosi corsi da modellista e di taglio e cucito».
Ora hai un nuovo progetto, la creazione di una bottega di moda tutta tua, come lo hai realizzato?
«Il progetto parte con delle collezioni autunno/inverno, primavera/estate, che cucio personalmente perché ciò che adoro è avere uno stretto contatto con la materia. Si parte quindi dalla realizzazione del cartamodello con i vari sviluppi taglie fino al conseguimento del pezzo finito. All'interno della mia bottega venderò produzioni di designers emergenti e al tempo stesso abiti vintage di un certo livello. Il mio negozio è strutturato su due livelli, al piano superiore presenta un laboratorio con le varie macchine da cucire, sotto ci sarà l'esposizione con la roba da vendere. Per realizzarlo ho usufruito di un finanziamento regionale, NIDI, dove in fase di colloquio ho appreso felicemente che ne sarei stata beneficiata.»
Quali sono adesso gli obiettivi che vorrai perseguire?
«Un punto fondamentale su cui insisterò sarà il mantenimento di una produzione artigianale, da qualche anno ormai in disuso. Per fortuna attualmente si sta verificando una rivalutazione ed un conseguente ritorno alla "moda" dell'artigianato stesso. Tra gli obiettivi che mi pongo c'è quello di allargare il mio bacino d'utenza, attraverso l'uso di un servizio e-commerce, infine creerò delle collezioni parallele mediante la creazione di cooperative nelle quali possano collaborare persone con situazioni disagiate, in modo da garantire un'opportunità lavorativa anche a chi è meno fortunato.»
Il tuo negozio si chiamerà "Werkstatte Santa Maria", da cosa nasce questo nome?
«Werkstatte significa azienda, fabbrica, io faccio riferimento alla Wiener Werkstatte, una sorta di circolo creativo creato a Vienna verso gli inizi del '900, in cui lavoravano artisti che rendevano belli oggetti di uso quotidiano, mantenendoli funzionali ma soprattutto belli, pratici e di qualità al tempo stesso. Santa Maria perché volevo collegare questo nome alla tradizione, al centro storico di Barletta. Le origini sono importanti, per questo ho preferito restare nella mia città, se tutti i giovani andassero via questi posti non crescerebbero mai».
Com'è nata in te la passione per la moda?
«La passione per la moda è sorta in me innanzitutto per una questione di esigenze, essendo l'ultima di quattro figli ero costretta ad indossare gli scarti dei mie fratelli che ho poi dovuto adattare alle mode del momento. Sin da piccola ho sempre cucito con i miei parenti, le mie zie, mia nonna, poi subito dopo il liceo ho intrapreso un percorso di studio a Bari, frequentando anche numerosi corsi da modellista e di taglio e cucito».
Ora hai un nuovo progetto, la creazione di una bottega di moda tutta tua, come lo hai realizzato?
«Il progetto parte con delle collezioni autunno/inverno, primavera/estate, che cucio personalmente perché ciò che adoro è avere uno stretto contatto con la materia. Si parte quindi dalla realizzazione del cartamodello con i vari sviluppi taglie fino al conseguimento del pezzo finito. All'interno della mia bottega venderò produzioni di designers emergenti e al tempo stesso abiti vintage di un certo livello. Il mio negozio è strutturato su due livelli, al piano superiore presenta un laboratorio con le varie macchine da cucire, sotto ci sarà l'esposizione con la roba da vendere. Per realizzarlo ho usufruito di un finanziamento regionale, NIDI, dove in fase di colloquio ho appreso felicemente che ne sarei stata beneficiata.»
Quali sono adesso gli obiettivi che vorrai perseguire?
«Un punto fondamentale su cui insisterò sarà il mantenimento di una produzione artigianale, da qualche anno ormai in disuso. Per fortuna attualmente si sta verificando una rivalutazione ed un conseguente ritorno alla "moda" dell'artigianato stesso. Tra gli obiettivi che mi pongo c'è quello di allargare il mio bacino d'utenza, attraverso l'uso di un servizio e-commerce, infine creerò delle collezioni parallele mediante la creazione di cooperative nelle quali possano collaborare persone con situazioni disagiate, in modo da garantire un'opportunità lavorativa anche a chi è meno fortunato.»
Il tuo negozio si chiamerà "Werkstatte Santa Maria", da cosa nasce questo nome?
«Werkstatte significa azienda, fabbrica, io faccio riferimento alla Wiener Werkstatte, una sorta di circolo creativo creato a Vienna verso gli inizi del '900, in cui lavoravano artisti che rendevano belli oggetti di uso quotidiano, mantenendoli funzionali ma soprattutto belli, pratici e di qualità al tempo stesso. Santa Maria perché volevo collegare questo nome alla tradizione, al centro storico di Barletta. Le origini sono importanti, per questo ho preferito restare nella mia città, se tutti i giovani andassero via questi posti non crescerebbero mai».