Diviesti
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Cronaca

Caso Diviesti, oggi l'autopsia sul corpo carbonizzato ritrovato a Canosa

Recuperati dalla polizia spazzolini ed effetti personali del 26enne barlettano per l'esame del Dna

È stato conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo carbonizzato rinvenuto lo scorso 29 aprile in una grotta di campagna, tra Canosa di Puglia e Minervino Murge, in contrada Femmina Morta. Il corpo, secondo quanto trapelato, sarebbe stato dato alle fiamme utilizzando copertoni d'auto, un metodo brutale già noto negli ambienti mafiosi per eliminare ogni traccia. Le analisi, affidate alla dottoressa Sara Sablone dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, saranno fondamentali per stabilire se il corpo trovato distrutto dalle fiamme appartenga proprio al 26enne barlettano, Francesco Diviesti, scomparso lo scorso 25 aprile. Al momento, l'identificazione ufficiale e scientifica non è ancora arrivata, ma la compatibilità tra corporatura, statura e alcuni residui muscolari tonici alimentano l'ipotesi che possa trattarsi di lui. L'autopsia, che sarà articolata in diverse fasi nei prossimi giorni, dovrà chiarire non solo l'identità della vittima ma anche le cause della morte e stabilire se l'uomo sia stato ucciso altrove prima di essere trasportato nella grotta. Questa mattina, gli agenti della squadra mobile di Andria si sono recati nell'abitazione del 26enne per prelevare alcuni effetti personali – come uno spazzolino da denti e un pettine – necessari per il confronto genetico. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari con i pubblici ministeri Daniela Chimienti ed Ettore Cardinali, puntano a ricostruire ogni fase del delitto. L'ipotesi di reato formulata è quella di omicidio aggravato dal metodo mafioso. Nel frattempo, la polizia ha sequestrato una villa situata nei pressi della grotta: al suo interno sono stati repertati diversi elementi che potrebbero risultare decisivi per l'inchiesta. L'immobile risulta riconducibile a un pregiudicato 55enne residente a Minervino Murge, uno dei cinque indagati. Oltre a lui, risultano iscritti nel registro degli indagati: un 25enne di Barletta, arrestato nel marzo 2025 dopo aver aggredito a colpi di mazza da baseball un giovane in centro città. Inizialmente accusato di tentato omicidio, il reato fu poi riqualificato in lesioni aggravate e l'indagato patteggiò una pena di un anno, sospesa, rimanendo libero; un 40enne di origini albanesi, residente a Barletta, condannato in passato per aver partecipato a un agguato armato ai danni di un consigliere comunale; un 57enne barlettano, con precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti; un 21enne, anch'egli barlettano, legato da vincoli di parentela al 57enne. La vicenda si inserisce in un contesto criminale complesso, su cui gli inquirenti mantengono per ora il massimo riserbo.
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