Politica
Cascella e i partiti: aumenta la distanza, dopo le nomine Bar.S.A.
La tegola-dimissioni Villani e l'aria latente di rimpasto
Barletta - mercoledì 6 novembre 2013
14.00
Un nulla di fatto, in cui restano (se non anche aumentati) tutti i malumori. E' questo lo scenario che emerge dopo il tavolo politico di maggioranza di ieri. La distanza tra i partiti della coalizione e il sindaco Cascella si è acuita ancor di più, con le ultime nomine Bar.S.A., proposte dal sindaco all'assemblea dei soci, cioè quella del prof. Pannarale, già consigliere di amministrazione in quota FdS (proposto da Maffei, poco prima della caduta dell'amministrazione), a presidente del CdA, e quella del dott. Angelo Pedone, che è stato dirigente al Bilancio del Comune di Barletta (in convenzione col Comune di Bisceglie) fino al 30 settembre, a membro del Collegio sindacale, di cui dovrebbe esserne il presidente. Nomine che secondo i partiti non sarebbero state discusse prima. Partiti che si sarebbero così trovati davanti ad un dato di fatto.
In realtà, i tavoli dovevano essere due: uno alle cinque del pomeriggio, nella sede del PD ed uno, alle otto di sera, alla presenza del sindaco Cascella. Quest'ultimo incontro è alla fine saltato, per la concomitanza, nella Sala rossa del Castello, di un incontro della Settimana sociale, al quale partecipava il sindaco. Prospettato il prolungarsi dei tempi, i partiti hanno chiuso la riunione, affidando al neo-segretario cittadino del PD, Franco Ferrara, il compito di chiedere al sindaco che venga convocato un nuovo tavolo politico, per completare, o di fatto avviare, una discussione rimasta a metà, in quanto mancante di una della parti.
I mal di pancia dei partiti rimangono gli stessi, e riguardano per questi la mancata condivisione e coinvolgimento nelle scelte politico-amministrative, portate avanti da Cascella e dalla Giunta. E a proposito di Giunta, rimane tuttora aperta, e il suo seguito ancora avvolto da un surreale silenzio, la tegola delle dimissioni di Villani, sulle cui speranze di ripensamento, al momento c'è poco da scommettere. Ieri, a difendere il silenzio, era stato l'intervento del vicesindaco Rizzi Francabandiera. A parlare oggi di questo, è invece, sulla Gazzetta del Nordbarese, il segretario PD Ferrara, con queste parole: «E' vero, condivido che la scelta del prof. Villani appare una pessima notizia per la collettività, ma vivaddio sopravviveremo». Per carità, a tutto si può sopravvivere, ma liquidare tutto (stiamo parlando della defezione di un nome di peso dell'amministrazione) come se nulla fosse, questo no.
O forse, queste parole sono solo apri-fila di ben altre parole, come le seguenti: «Il prof. Villani, prima che iniziasse la campagna elettorale, fu presentato come il taumaturgo per la nostra città (..) e subito dopo l'elezione veniva investito del ruolo di "preferito" a rappresentare la "Barletta seria". Forse anche lui stesso, a furia di sentirselo dire, ha creduto di essere la risorsa di cui la città aveva bisogno per il sicuro cambiamento». E non finisce qui: «L'evidenza ci dice che la favola è stata breve e sembra anche finita male (..) il professore non si è reso conto che la sua cattedraticità nel confronto della pratica amministrativa quotidiana del «fare», ti mette di fronte a uomini che possono anche non riconoscersi nel ruolo di alunni». «Come mai - continua Ferrara - siamo ritornati prepotentemente agli affidamenti di incarichi legali esterni istituendo un capitolo di spesa ad hoc?». Se il riferimento è allo scontro legale tra comune e avvocati dello stesso ente, la determina in questione, di cui abbiamo riportato, ne riportava le motivazioni. E ancora: «E come consideriamo il lavoro fin qui svolto dall'ufficio legale del Comune (..) in riferimento alla risoluzione dei problemi sul contenzioso 167, contratti di quartiere e Pru?».
Ferrara definisce la Giunta Cascella, come una «giunta delle cerimonie», e aggiunge: «Noi politici mediocri - Ferrara ritiene che la frase di un editoriale di Rino Daloiso, «che guaio se la politica è appannaggio dei mediocri», sia una «gettata di fango gratuita e populista alla classe politica barlettana», e sente questo aggettivo come riferito anche a lui - finora rimasti ai margini dell'azione amministrativa, siamo in attesa di discutere e confrontarci sul tavolo politico (..) e lo faremo nel momento in cui il sindaco lo riterrà opportuno». Per concludere poi, con una frase a dir poco surreale: «Il sindaco è solo al comando di una nave già danneggiata, bisognevole di un "modus gubernandi" sostenuto da nostromi esperti che conoscano questa navigazione che a vista non può condurre in nessun porto». Se questi «nostromi esperti» ci sono, allora alzino la mano, cosicché tutta la città abbia il piacere di conoscerli.
L'insoddisfazione ormai manifesta e non sopita dei partiti, e le dimissioni di Villani. Due grane politiche pesantissime che certamente inducono nuovamente ad interrogarsi, se a questo punto, l'ipotesi di un rimpasto di Giunta, sia da considerarsi realisticamente possibile. All'orizzonte vi è tutto, fuorché certezze.
In realtà, i tavoli dovevano essere due: uno alle cinque del pomeriggio, nella sede del PD ed uno, alle otto di sera, alla presenza del sindaco Cascella. Quest'ultimo incontro è alla fine saltato, per la concomitanza, nella Sala rossa del Castello, di un incontro della Settimana sociale, al quale partecipava il sindaco. Prospettato il prolungarsi dei tempi, i partiti hanno chiuso la riunione, affidando al neo-segretario cittadino del PD, Franco Ferrara, il compito di chiedere al sindaco che venga convocato un nuovo tavolo politico, per completare, o di fatto avviare, una discussione rimasta a metà, in quanto mancante di una della parti.
I mal di pancia dei partiti rimangono gli stessi, e riguardano per questi la mancata condivisione e coinvolgimento nelle scelte politico-amministrative, portate avanti da Cascella e dalla Giunta. E a proposito di Giunta, rimane tuttora aperta, e il suo seguito ancora avvolto da un surreale silenzio, la tegola delle dimissioni di Villani, sulle cui speranze di ripensamento, al momento c'è poco da scommettere. Ieri, a difendere il silenzio, era stato l'intervento del vicesindaco Rizzi Francabandiera. A parlare oggi di questo, è invece, sulla Gazzetta del Nordbarese, il segretario PD Ferrara, con queste parole: «E' vero, condivido che la scelta del prof. Villani appare una pessima notizia per la collettività, ma vivaddio sopravviveremo». Per carità, a tutto si può sopravvivere, ma liquidare tutto (stiamo parlando della defezione di un nome di peso dell'amministrazione) come se nulla fosse, questo no.
O forse, queste parole sono solo apri-fila di ben altre parole, come le seguenti: «Il prof. Villani, prima che iniziasse la campagna elettorale, fu presentato come il taumaturgo per la nostra città (..) e subito dopo l'elezione veniva investito del ruolo di "preferito" a rappresentare la "Barletta seria". Forse anche lui stesso, a furia di sentirselo dire, ha creduto di essere la risorsa di cui la città aveva bisogno per il sicuro cambiamento». E non finisce qui: «L'evidenza ci dice che la favola è stata breve e sembra anche finita male (..) il professore non si è reso conto che la sua cattedraticità nel confronto della pratica amministrativa quotidiana del «fare», ti mette di fronte a uomini che possono anche non riconoscersi nel ruolo di alunni». «Come mai - continua Ferrara - siamo ritornati prepotentemente agli affidamenti di incarichi legali esterni istituendo un capitolo di spesa ad hoc?». Se il riferimento è allo scontro legale tra comune e avvocati dello stesso ente, la determina in questione, di cui abbiamo riportato, ne riportava le motivazioni. E ancora: «E come consideriamo il lavoro fin qui svolto dall'ufficio legale del Comune (..) in riferimento alla risoluzione dei problemi sul contenzioso 167, contratti di quartiere e Pru?».
Ferrara definisce la Giunta Cascella, come una «giunta delle cerimonie», e aggiunge: «Noi politici mediocri - Ferrara ritiene che la frase di un editoriale di Rino Daloiso, «che guaio se la politica è appannaggio dei mediocri», sia una «gettata di fango gratuita e populista alla classe politica barlettana», e sente questo aggettivo come riferito anche a lui - finora rimasti ai margini dell'azione amministrativa, siamo in attesa di discutere e confrontarci sul tavolo politico (..) e lo faremo nel momento in cui il sindaco lo riterrà opportuno». Per concludere poi, con una frase a dir poco surreale: «Il sindaco è solo al comando di una nave già danneggiata, bisognevole di un "modus gubernandi" sostenuto da nostromi esperti che conoscano questa navigazione che a vista non può condurre in nessun porto». Se questi «nostromi esperti» ci sono, allora alzino la mano, cosicché tutta la città abbia il piacere di conoscerli.
L'insoddisfazione ormai manifesta e non sopita dei partiti, e le dimissioni di Villani. Due grane politiche pesantissime che certamente inducono nuovamente ad interrogarsi, se a questo punto, l'ipotesi di un rimpasto di Giunta, sia da considerarsi realisticamente possibile. All'orizzonte vi è tutto, fuorché certezze.