Politica
Cascella chiede codice etico e garanti per le liste
Il PD deve sciogliere ancora il nodo degli 8 consiglieri dimissionari. La candidatura sarà ufficiale con la successione al Quirinale
Barletta - lunedì 8 aprile 2013
13.09
L'elezione del nuovo Presidente della Repubblica comincerà il prossimo 18 aprile e sancirà ufficialmente la candidatura a sindaco per il centrosinistra di Pasquale Cascella. Le anime del PD hanno digerito la candidatura comune del portavoce di Napolitano. L'avviato metabolismo è stato ribadito ieri, nella Sala Rossa del Castello, dal commissario Patruno: «Il PD sostiene con convinzione la candidatura di Pasquale Cascella». Il resto della coalizione: SEL, Buona Politica, Scelta Civica, UDC, Movimento Arancione, Movimento per il Partito del Lavoro, Mida. Nessuna scelta al momento da Centro Democratico. Silente la FdS. Resta aperto il nodo liste civiche, tra le quali l'unica sicura sembra essere quella del candidato sindaco. Quante saranno quelle riconducibili ai movimenti (Barletta si fa in quattro, Beni Comuni, Sinistra per Barletta, Vivi Barletta, etc.)? Quali invece presenteranno i loro esponenti nelle liste dei partiti, come il PD o altri, o nella lista Cascella? Questo è ancora da vedere.
Ieri Cascella è tornato a parlare dell'iter della sua candidatura: «Quando mi è stata proposta la candidatura, ho pensato fosse una scommessa, poi, più un azzardo che una scommessa. Ho pensato anche di lasciare, perciò ho alzato il prezzo delle condizioni: che la mia candidatura non fosse di parte, ma espressione del bisogno di cambiamento e di un campo di forze più largo. Un'alleanza tra forze che aspirano al cambiamento, riformiste e di governo, dalla sinistra al centro, è un patrimonio prezioso». «Non scendo da Roma per fare il giudice di un processo immaginario. C'è ragione di mettere insieme le ragioni, e accantonare i torti. A Barletta, lo strumento delle primarie avrebbe creato gli stessi problemi nazionali, con un'aggiunta di personalismo. Se sono intese come una contesa, le primarie non sono più una convergenza, ma un'esclusione».
«Bisogna partire dal basso, come stiamo facendo, e poi arrivare alle primarie delle idee. Dalle primarie delle persone alle primarie delle idee - è il messaggio di Cascella - Mi metto al servizio della raccolta di queste idee: un'immagine unitaria della città, delle sue forze, del patrimonio produttivo, con settori che si integrano l'un l'altro, e creano innovazione». «Bisogna fermare le acque, e imporre una moratoria nel settore delle costruzioni nella nostra città. Un piano regolatore serve e deve essere fatto bene, ma deve coniugarsi anche con un piano strategico. Non possiamo fare nulla che escluda il recupero del tessuto urbano e storico della città - ha precisato - Non ci possono essere logiche di varianti. Fino a quando non ci sarà un piano urbanistico, qui non si costruisce più niente».
«La necessità di un codice etico è obbligata - ha detto Cascella, citando come esempio quello del Pd, di Scelta Civica, e del gruppo Mennea, presentato sabato - Spero di avere al più presto un comitato ristretto di garanti per avviare la formazione delle liste». Sullo scioglimento anticipato del consiglio comunale: «Probabilmente, anziché andare dal notaio, si poteva venire in questa sala (Sala Rossa del Castello ndr), o nel teatro, o in una piazza. Se dovesse capitare a me una cosa di questo genere, l'unica cosa che farei, sarebbe chiamare i cittadini, nel teatro, o in una piazza, e spiegare le mie ragioni».
Resta ancora tuttavia da vedere quale sarà la sorte degli otto consiglieri del PD, che nell'ottobre scorso hanno determinato la caduta della giunta Maffei. Per Cascella, è una questione che deve risolvere il PD al suo interno, e non rientra tra i paletti che il candidato sindaco potrà fissare. Il gruppo Mennea l'ha posta invece come punto imprescindibile. "Barletta si fa in quattro", movimento parte di questo gruppo, lascia ancora aperta al momento ogni possibilità, nel caso in cui gli otto dimissionari venissero candidati. Ad un mese e mezzo dalle elezioni, i nodi da sciogliere nel centrosinistra sono ancora tanti. Le esigenze di rinnovamento sono ancora in attesa di passare dalle parole ai fatti.
Ieri Cascella è tornato a parlare dell'iter della sua candidatura: «Quando mi è stata proposta la candidatura, ho pensato fosse una scommessa, poi, più un azzardo che una scommessa. Ho pensato anche di lasciare, perciò ho alzato il prezzo delle condizioni: che la mia candidatura non fosse di parte, ma espressione del bisogno di cambiamento e di un campo di forze più largo. Un'alleanza tra forze che aspirano al cambiamento, riformiste e di governo, dalla sinistra al centro, è un patrimonio prezioso». «Non scendo da Roma per fare il giudice di un processo immaginario. C'è ragione di mettere insieme le ragioni, e accantonare i torti. A Barletta, lo strumento delle primarie avrebbe creato gli stessi problemi nazionali, con un'aggiunta di personalismo. Se sono intese come una contesa, le primarie non sono più una convergenza, ma un'esclusione».
«Bisogna partire dal basso, come stiamo facendo, e poi arrivare alle primarie delle idee. Dalle primarie delle persone alle primarie delle idee - è il messaggio di Cascella - Mi metto al servizio della raccolta di queste idee: un'immagine unitaria della città, delle sue forze, del patrimonio produttivo, con settori che si integrano l'un l'altro, e creano innovazione». «Bisogna fermare le acque, e imporre una moratoria nel settore delle costruzioni nella nostra città. Un piano regolatore serve e deve essere fatto bene, ma deve coniugarsi anche con un piano strategico. Non possiamo fare nulla che escluda il recupero del tessuto urbano e storico della città - ha precisato - Non ci possono essere logiche di varianti. Fino a quando non ci sarà un piano urbanistico, qui non si costruisce più niente».
«La necessità di un codice etico è obbligata - ha detto Cascella, citando come esempio quello del Pd, di Scelta Civica, e del gruppo Mennea, presentato sabato - Spero di avere al più presto un comitato ristretto di garanti per avviare la formazione delle liste». Sullo scioglimento anticipato del consiglio comunale: «Probabilmente, anziché andare dal notaio, si poteva venire in questa sala (Sala Rossa del Castello ndr), o nel teatro, o in una piazza. Se dovesse capitare a me una cosa di questo genere, l'unica cosa che farei, sarebbe chiamare i cittadini, nel teatro, o in una piazza, e spiegare le mie ragioni».
Resta ancora tuttavia da vedere quale sarà la sorte degli otto consiglieri del PD, che nell'ottobre scorso hanno determinato la caduta della giunta Maffei. Per Cascella, è una questione che deve risolvere il PD al suo interno, e non rientra tra i paletti che il candidato sindaco potrà fissare. Il gruppo Mennea l'ha posta invece come punto imprescindibile. "Barletta si fa in quattro", movimento parte di questo gruppo, lascia ancora aperta al momento ogni possibilità, nel caso in cui gli otto dimissionari venissero candidati. Ad un mese e mezzo dalle elezioni, i nodi da sciogliere nel centrosinistra sono ancora tanti. Le esigenze di rinnovamento sono ancora in attesa di passare dalle parole ai fatti.