Politica
Caracciolo sul centro di raccolta rifiuti: «Proporrò un consiglio comunale monotematico»
Il dibattito fermenta dopo l'incontro con i residenti del quartiere
Barletta - domenica 30 marzo 2014
«Dei buoni amministratori locali sanno ascoltare e confrontarsi con i cittadini e, se necessario, anche rivedere le proprie decisioni. È questa la strada da percorrere a mio avviso sulla questione del centro di raccolta che si intende ubicare in zona Parco degli Ulivi. Troppe tensioni e troppe polemiche stanno caratterizzando questa vicenda». Le tensioni sono oggettivamente visibili nell'accaldato confronto che si sta consumando tra amministrazione comunale e residente del quartiere, come si è potuto osservare nell'incontro pubblico di lunedì scorso. Nel dibattito si inserisce anche il parere del consigliere regionale e comunale Filippo Caracciolo, che diffonde questa nota.
«La localizzazione di questo centro raccolta sottrarrebbe standard abitativi ad un solo quartiere che vedrebbe così sacrificati i servizi dovutigli per legge sull'altare dell'esigenza dell'intera comunità barlettana. Il centro di raccolta non si può andare ad ubicare in un'area che è destinata a servizi per la residenza degli abitanti insediati a seguito dell'approvazione del piano di lottizzazione su cui insiste. Si intendono servizi per la residenza: parcheggi, verde pubblico, istruzione dell'obbligo (scuola materna e media), attrezzature di interesse comune (uffici).
Il centro di raccolta non rientra tra gli standard per la residenza ma svolge ed ottempera ad una funzione di carattere generale, cioè territoriale, essendo un'attrezzatura di interesse generale. Ci sono precedenti di centri raccolti destinati in aree non conformi, come nel caso del Comune di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, che consigliano prudenza.
Non solo, il rischio serio - continua il consigliere Caracciolo - è che si apra un contrasto serrato e nocivo tra l'Amministrazione comunale ed il quartiere, poiché i suoi cittadini, anche alla luce della cattiva informazione sulla nuova ubicazione del campo rom, lamentano il fatto di sentirsi discriminati.
Credo pertanto che si debba individuare una zona diversa per il centro raccolta, magari in aree contigue al centro abitato come aree industriali, artigianali e produttive, già presenti nella nostra città. Seguendo tra l'altro l'esempio di tante altre città d'Italia in cui sono ubicati i centri raccolti: non ultime le città di Corato e Ruvo.
Occorre farlo tempestivamente – conclude - senza perdite di tempo, sopperendo anche alla palese incapacità di chi nell'Amministrazione comunale avrebbe dovuto evitare queste tensioni ma che, a causa dell'inesistente rapporto con la cittadinanza, si manifesta prima ancora che insensibile a tali problematiche, incompetente nell'affrontarle. Perciò penso che insieme bisogna attivarsi per individuare altre soluzioni e possibili ubicazioni alternative che, senza demagogia o strumentalizzazioni di sorta, diano alla città servizi fondamentali proprio in tema ambientale e di raccolta differenziata visto che l'amministrazione è prossima a misurarsi con un nuovo modo di concepire i rifiuti attraverso la raccolta porta a porta nei quartieri di Patalini e del centro storico. Per accelerare il tutto proporrò un consiglio comunale monotematico al fine di deliberare una nuova e più razionale ubicazione del centro di raccolta. Si abbia la capacità di affrontare a viso aperto le tante problematiche presenti tramite un confronto sempre aperto con la città e tutti gli attori sociali. In tema ambientale, come in molti altri settori, abbiamo tanto da lavorare».
«La localizzazione di questo centro raccolta sottrarrebbe standard abitativi ad un solo quartiere che vedrebbe così sacrificati i servizi dovutigli per legge sull'altare dell'esigenza dell'intera comunità barlettana. Il centro di raccolta non si può andare ad ubicare in un'area che è destinata a servizi per la residenza degli abitanti insediati a seguito dell'approvazione del piano di lottizzazione su cui insiste. Si intendono servizi per la residenza: parcheggi, verde pubblico, istruzione dell'obbligo (scuola materna e media), attrezzature di interesse comune (uffici).
Il centro di raccolta non rientra tra gli standard per la residenza ma svolge ed ottempera ad una funzione di carattere generale, cioè territoriale, essendo un'attrezzatura di interesse generale. Ci sono precedenti di centri raccolti destinati in aree non conformi, come nel caso del Comune di Ceglie Messapica in provincia di Brindisi, che consigliano prudenza.
Non solo, il rischio serio - continua il consigliere Caracciolo - è che si apra un contrasto serrato e nocivo tra l'Amministrazione comunale ed il quartiere, poiché i suoi cittadini, anche alla luce della cattiva informazione sulla nuova ubicazione del campo rom, lamentano il fatto di sentirsi discriminati.
Credo pertanto che si debba individuare una zona diversa per il centro raccolta, magari in aree contigue al centro abitato come aree industriali, artigianali e produttive, già presenti nella nostra città. Seguendo tra l'altro l'esempio di tante altre città d'Italia in cui sono ubicati i centri raccolti: non ultime le città di Corato e Ruvo.
Occorre farlo tempestivamente – conclude - senza perdite di tempo, sopperendo anche alla palese incapacità di chi nell'Amministrazione comunale avrebbe dovuto evitare queste tensioni ma che, a causa dell'inesistente rapporto con la cittadinanza, si manifesta prima ancora che insensibile a tali problematiche, incompetente nell'affrontarle. Perciò penso che insieme bisogna attivarsi per individuare altre soluzioni e possibili ubicazioni alternative che, senza demagogia o strumentalizzazioni di sorta, diano alla città servizi fondamentali proprio in tema ambientale e di raccolta differenziata visto che l'amministrazione è prossima a misurarsi con un nuovo modo di concepire i rifiuti attraverso la raccolta porta a porta nei quartieri di Patalini e del centro storico. Per accelerare il tutto proporrò un consiglio comunale monotematico al fine di deliberare una nuova e più razionale ubicazione del centro di raccolta. Si abbia la capacità di affrontare a viso aperto le tante problematiche presenti tramite un confronto sempre aperto con la città e tutti gli attori sociali. In tema ambientale, come in molti altri settori, abbiamo tanto da lavorare».