Parco archeologico Canne della Battaglia. <span>Foto Ida Vinella</span>
Parco archeologico Canne della Battaglia. Foto Ida Vinella
La città

Canne della Battaglia, la valorizzazione del sito fra archeologia e degustazioni: «ma non basta»

La nota di Nino Vinella

"Può bastare solo un filo d'olio per… condire la valorizzazione della Cittadella di Canne della Battaglia? E perché assenti proprio le tante aziende barlettane di settore, che l'olio lo producono per tradizione direttamente su questo Territorio con profondo amore ed ingenti sforzi economici, dalle attività promozionali realizzate come vetrina per operatori provenienti da fuori durante la campagna di scavi in corso?".

Queste le domande poste pubblicamente dal giornalista barlettano Nino Vinella, in proprio ed a nome delle due principali realtà associative di riferimento nel Terzo Settore operanti (per Statuto registrato al RUNTS) localmente ma con diramazioni nazionali, il Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV ed Archeoclub d'Italia Canne della Battaglia Barletta APS.

"Abbiamo raccolto nei giorni successivi allo svolgimento dell'Open Day di giovedì 18 luglio scorso le numerose lamentele provenienti dai numerosi titolari delle aziende olivicole di Barletta con sede e fondi di produzione nelle campagne di Canne della Battaglia, fino all'Ofanto ed oltre, per essersi visti clamorosamente esclusi dalle attività promozionali svolte da vari soggetti. Il rammarico è stato tanto maggiore considerando l'inserimento del Comune di Barletta fra i soggetti sostenitori col patrocinio a fianco delle Università di Bari e di Foggia, Castello Svevo di Bari, Direzione Antiquarium di Canne della Battaglia, Strade dell'Olio di Castel del Monte, Slow Food condotta delle Murge…

Prosegue sempre Vinella: "Appena un anno fa, inizio luglio 2023, il sindaco Cannito con altri rappresentanti della giunta (il vice Dileo e l'assessora Ricatti) avevano sottoscritto nella Sala Rossa "Palumbieri" del Castello l'adesione di Barletta all'Associazione nazionale delle Città dell'Olio che vede la nostra Città e l'intero suo Territorio il luogo dell'ospitalità con consolidate tradizioni in cui si opera al fine di tutelare e promuovere l'ambiente ed il paesaggio olivicolo. Tra gli obiettivi l'attivazione, con la collaborazione dei produttori locali, del riconoscimento della denominazione d'origine e l'elaborazione, insieme con le altre città, di norme capaci di tutelare e valorizzare le aree ad alta vocazione olivicola. A fronte di queste premesse, davvero si resta disorientati nel registrare la delusione e la sfiducia delle Ditte barlettane interessate che, piuttosto di privilegiare soggetti operanti fuori Territorio, avrebbero dovuto – per le firme del Comune all'Associazione nazionale delle Città dell'Olio ed il rilascio del Patrocinio – essere in primissima fila sotto i riflettori di stampa e grande pubblico mostrando il meglio delle proprie produzioni specie per la qualità delle colture, il pubblico accorso per partecipare alle visite guidate dagli stessi archeologi".

Conclude il giornalista Vinella: "Fatto questo bilancio sulla scorta dei dati pervenuti e degli accertamenti indipendenti ai vari livelli mediatici, riteniamo utile per motivi di sopravvivenza economica, specie di questi tempi, e di opportunità politica (visto e considerato che le Aziende barlettane sono contribuenti e tramite i propri titolari e dipendenti anche e soprattutto elettori…) che l'Amministrazione comunale indaghi sulle modalità operative dell'Open Day di giovedì 18 luglio anche alla luce delle convenzione riformata nel 2017 (Sindaco Cascella) col Ministero della Cultura per la migliore gestione del sito archeologico sia sotto l'aspetto scientifico che sotto quello della valorizzazione delle eccellenze produttive. Di cui l'olio evo rappresenta certamente la punta emergente ma che racchiude frutta pregiata (pesche ed albicocche) oltre, per esempio, al miele, tutte meritevoli di tracciabilità nella filiera agroalimentare di qualità".
  • Canne della battaglia
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