Politica
Bufera sulla giunta "pasquale": «Non pensavo di creare scandalo»
La replica del primo cittadino alla nota di Dario Damiani
Barletta - domenica 11 maggio 2014
«Non è strano che tutti invochino i processi partecipativi ma appena si propone un concreto processo di coinvolgimento della comunità in tanti si abbandonino ad alti lai? Non è strano che un assessore provinciale al Bilancio, che immagino ben conoscere tutti gli elementi di incertezza che la legislazione nazionale e la stessa complessa articolazione delle competenze nella attribuzione e determinazione dei tributi, non sappia nulla delle esperienze compiute da diverse Amministrazioni, anche di segno politico opposto, per cogliere le disponibilità e coinvolgere la comunità nella necessaria riforma degli strumenti di bilancio così da dare alla vita democratica continuità e sostanza?». E' quanto ribatte il sindaco Pasquale Cascella alla nota pubblicata nelle scorse ore sulle pagine di Barlettalife a firma del consigliere di opposizione Dario Damiani.
«Non pensavo, sinceramente, di creare scandalo con la proposta - prima accennata in un incontro con i rappresentanti della maggioranza consiliare, poi articolata nella relazione alla Giunta e, quindi, resa pubblica - di accompagnare l'elaborazione collegiale e l'impegno politico con cui predisporre al più presto il bilancio per il 2014 con un confronto aperto alle energie e alle competenze di alto livello professionale di cui pure il nostro territorio dispone in materia di contabilità amministrativa e di tributi. Ero, e resto convinto, che, così, non solo chi amministra ma anche le forze politiche - tutte, di maggioranza e di opposizione - potessero avvalersi di una istruttoria tecnica autonoma qualificata alle scelte che inevitabilmente dovranno essere compiute per la determinazione e la perequazione dei tributi locali. Ricordavo quanto aspra e conflittuale fosse stata la discussione dello scorso anno, pur su un bilancio di fatto già consumato dalla gestione commissariale e appesantito dal cumulo di debiti fuori bilancio (che continuano ancora a gravare sulle finanze del Comune), e credevo che il contributo libero e gratuito di personalità di indiscusso prestigio della nostra comunità potesse essere considerato funzionale alle responsabilità che la politica ha il dovere di assumere nei confronti della società. Niente di "originale", men che meno di "bizzarro", per carità: ho semplicemente assunto a riferimento - anche qui con un approccio più moderato, giacché mi sono limitato a ipotizzare un semplice comitato di supporto - quella "Commissione comunale per il coordinamento della trasformazione dei tributi comunali e per la trasparenza e la semplificazione fiscale" che nel primo mandato del sindaco Michele Emiliano consentì al Comune di Bari (dove allora lavorava l'attuale dirigente del settore a Barletta) di avviare la riforma degli strumenti finanziari in linea con i principi di autonomia finanziaria di entrata e di spesa e di coordinamento generale della finanza pubblica fissati dal nuovo titolo V della Costituzione. Altrettanto hanno fatto, nel tempo, altre Amministrazioni.
All'assessore provinciale Damiani, e a quant'altri, non mancano certo gli strumenti per documentarsi con appropriate ricerche sulla correttezza e l'efficacia di tanti altri percorsi comuni tra le istituzioni e la società. Può, semmai, mancare la volontà politica, ed e' comprensibile che si guardi con ostilità a ogni innovazione, a ogni riforma, a ogni mutamento dello status quo. Ma su questo possono giudicare solo gli elettori. Personalmente non ho alcun timore, anzi sono grato alle personalità che generosamente hanno messo le proprie competenze al servizio della città. Sono certo di poter contare comunque sul loro apporto, che non ha bisogno di riconoscimenti o plausi, e me ne avvarrò nelle forme possibili, coerentemente con la responsabilità che la delega al Bilancio richiede (almeno fino a quando mi toccherà gestirla), perché si deve pur provare a dare alla partecipazione il senso vero del cambiamento».
«Non pensavo, sinceramente, di creare scandalo con la proposta - prima accennata in un incontro con i rappresentanti della maggioranza consiliare, poi articolata nella relazione alla Giunta e, quindi, resa pubblica - di accompagnare l'elaborazione collegiale e l'impegno politico con cui predisporre al più presto il bilancio per il 2014 con un confronto aperto alle energie e alle competenze di alto livello professionale di cui pure il nostro territorio dispone in materia di contabilità amministrativa e di tributi. Ero, e resto convinto, che, così, non solo chi amministra ma anche le forze politiche - tutte, di maggioranza e di opposizione - potessero avvalersi di una istruttoria tecnica autonoma qualificata alle scelte che inevitabilmente dovranno essere compiute per la determinazione e la perequazione dei tributi locali. Ricordavo quanto aspra e conflittuale fosse stata la discussione dello scorso anno, pur su un bilancio di fatto già consumato dalla gestione commissariale e appesantito dal cumulo di debiti fuori bilancio (che continuano ancora a gravare sulle finanze del Comune), e credevo che il contributo libero e gratuito di personalità di indiscusso prestigio della nostra comunità potesse essere considerato funzionale alle responsabilità che la politica ha il dovere di assumere nei confronti della società. Niente di "originale", men che meno di "bizzarro", per carità: ho semplicemente assunto a riferimento - anche qui con un approccio più moderato, giacché mi sono limitato a ipotizzare un semplice comitato di supporto - quella "Commissione comunale per il coordinamento della trasformazione dei tributi comunali e per la trasparenza e la semplificazione fiscale" che nel primo mandato del sindaco Michele Emiliano consentì al Comune di Bari (dove allora lavorava l'attuale dirigente del settore a Barletta) di avviare la riforma degli strumenti finanziari in linea con i principi di autonomia finanziaria di entrata e di spesa e di coordinamento generale della finanza pubblica fissati dal nuovo titolo V della Costituzione. Altrettanto hanno fatto, nel tempo, altre Amministrazioni.
All'assessore provinciale Damiani, e a quant'altri, non mancano certo gli strumenti per documentarsi con appropriate ricerche sulla correttezza e l'efficacia di tanti altri percorsi comuni tra le istituzioni e la società. Può, semmai, mancare la volontà politica, ed e' comprensibile che si guardi con ostilità a ogni innovazione, a ogni riforma, a ogni mutamento dello status quo. Ma su questo possono giudicare solo gli elettori. Personalmente non ho alcun timore, anzi sono grato alle personalità che generosamente hanno messo le proprie competenze al servizio della città. Sono certo di poter contare comunque sul loro apporto, che non ha bisogno di riconoscimenti o plausi, e me ne avvarrò nelle forme possibili, coerentemente con la responsabilità che la delega al Bilancio richiede (almeno fino a quando mi toccherà gestirla), perché si deve pur provare a dare alla partecipazione il senso vero del cambiamento».