Politica
Bufera sulla gestione dell'emergenza Covid: «Scelte illogiche e senza criterio»
Il duro attacco dei consiglieri provinciali di Insieme per la Bat: «Richiamiamo alla responsabilità chi è stato delegato al potere»
Barletta - sabato 14 novembre 2020
Comunicato Stampa
«La situazione epidemiologica e sanitaria nella Provincia di Barletta Andria Trani è drammatica. Lo dicono i numeri, a partire da quelli relativi ai contagi in costante aumento, lo testimoniano gli accessi giornalieri ai pronto soccorso, moltiplicatisi in seguito alla rapida espansione del virus, ma soprattutto lo acclarano i medici con accorati appelli al Governo per ottenere misure più restrittive e contenere il diffondersi del virus». A fotografare la situazione sono i consiglieri provinciali di Insieme per Bat, Luigi Antonucci, Pasquale de Toma, Giuseppe Di Paola e Massimiliano Bevilacqua.
«Un virus - proseguono - che ha messo a nudo tutte le criticità del sistema sanitario regionale e che ha evidenziato le carenze relative alla mancanza di posti letto e di personale sanitario, l'urgenza di attivare presidi di medicina territoriale e di potenziare la dotazione di ambulanze e il sistema del 118, che nella nostra Regione si regge solo grazie all'ausilio dei volontari.
Evidentemente non era vero che eravamo pronti ad un eventuale e prevedibile seconda ondata, ma adesso non è tempo di campagna elettorale. Le responsabilità prima o poi verranno fuori. Adesso è il momento di mettere in campo un'azione strategica e sinergica e un impiego di risorse umane ed economiche per fronteggiare l'emergenza. Adesso è il momento della responsabilità e dell'azione concreta da parte di chi governa la nostra Regione. Ci sono dieci Comuni e 400mila abitanti che vogliono risposte chiare e tempestive dai loro rappresentanti istituzionali e in primis dai chi è stato delegato a occupare posizioni di potere nelle stanze dei bottoni della Regione Puglia.
È inaccettabile sapere che quando un Sindaco, nello specifico quello di Barletta in qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci della Asl Bat, si attiva convocando una riunione urgente e invitando i massimi esponenti politici per discutere di problemi sanitari e dello stato dell'arte dell'organizzazione anticovid, la risposta sia l'assenza dei vertici della Regione Puglia e nello specifico dell'Assessore alla Sanità Lopalco.
Disertare un incontro di tale importanza, oltre che istituzionalmente inaccettabile, significa abbandonare un territorio al suo destino. Un Assessore alla Sanità che ha deposto l'ascia di guerra ancor prima di iniziare, ma continuando le sue comparsate in televisione con affermazioni imbarazzanti e dichiarazioni al limite dell'inverosimile.
Un territorio da anni martoriato per la cronica carenza di servizi sanitari. Una provincia che era ed è la cenerentola di Puglia per livelli essenziali di assistenza, che ha meno posti letto per abitante di quelli a cui avrebbe diritto e che oggi si trova nel pieno di un'emergenza sanitaria con strutture ospedaliere al collasso e in balia dello tzunami Covid a causa di una superficiale organizzazione delle misure di contrasto, diversamente da quanto annunciato ad agosto e settembre con toni rassicuranti dal Presidente Emiliano e dai suoi fedelissimi.
Trasformare il presidio Ospedaliero di Barletta in Ospedale Covid è una scelta politica che qualcuno ha preso nell'agosto scorso condividendo e approvando il Regolamento regionale n. 14/2020 sul Potenziamento della rete ospedaliera, in attuazione del Decreto Legge n. 34 del 2020, prevedendo l'incremento dei posti letto di Terapia intensiva e semintensiva. Nessuno ha però pensato che il risultato sarebbe stato quello di sottrarre posti letto del nosocomio barlettano ad altre specialità e soprattutto ha dimenticato che il nostro territorio vanta ancora strutture ospedaliere come quella di Trani in primis che, seppur anch'essa priva di pronto soccorso, sarebbe stata la scelta ideale e avrebbe ridato dignità a un Ospedale ancora funzionale alla causa sanitaria nel nostro territorio. Invece sentiamo proposte di un ministro del nostro territorio, l'Onorevole Boccia, che ricerca strutture alberghiere da adibire a "Covid Hotel".
Chiediamo allora quale visione c'è dietro scelte illogiche e senza criterio in previsione di una seconda emergenza Covid ormai purtroppo in corso. La nostra Provincia ha al momento un solo ospedale di riferimento, ossia quello di Andria, che deve far fronte con grande affanno a tutte le altre patologie. Chiediamo perché solo il 22 ottobre scorso con proprio decreto n.398 il Presidente Emiliano ha provveduto alla Nomina dei soggetti attuatori del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, di cui all'articolo 2 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34. Perché tanto ritardo e tanta superficialità, ma soprattutto tanto imbarazzante silenzio da parte di chi dovrebbe fare gli interessi del nostro territorio e rivendicare in Regione i nostri diritti.
Perché ci sono comunità isolate come quella di Minervino e Spinazzola, private dei pronto soccorso da scellerate logiche numeriche e che ancora attendono risposte sull'attivazione di servizi di medicina territoriale per far fronte ai bisogni sanitari di una popolazione per lo più costituita da anziani. E che dire delle promesse mai mantenute sul potenziamento delle ambulanze in questi territori marginali? Una gara espletata e aggiudicata nel dicembre 2019 per il servizio sanitario di emergenza 118 a Minervino con uso di ambulanza India, di cui si sono perse le tracce. Immaginate cosa può succedere soprattutto in questo periodo avendo una sola ambulanza in zona. Queste criticità, segno di una evidente superficialità, rendono ancora più drammatica la situazione.
Si annuncia in pompa magna (il 25 settembre) l'acquisto di 18 test Point-of-care (Poct) acquistati e distribuiti dalla Direzione Generale della Asl Bt nei pronto soccorso, nei laboratori analisi, in tutti gli Uffici di Igiene del territorio e alle squadre speciali che la Asl Bt ha organizzato per fronteggiare le esigenze legate alla riapertura delle scuole. Strumenti utili che dovevano dare risposte certe, precise e con la massima velocità senza impattare negativamente sulle attività di sorveglianza sanitaria svolta dal dipartimento di prevenzione e dal laboratorio di analisi covid di Barletta. Sappiamo bene ciò che è successo e la confusione generale nella Asl Bat nel momento in cui si sono verificati i primi casi nelle scuole. Questo perché dietro ogni macchinario ci sono delle persone e invece è cronica e palese la carenza di personale e di formazione specifica a scapito di quei pochi operatori costretti a turni massacranti.
Le risorse economiche vengono utilizzate per gli stessi scopi, magari affidando servizi anche a cooperative private con la giustificazione della carenza di personale sanitario, senza però finalizzare l'investimento all'ottenimento di risultati concreti e misurabili per contrastare l'emergenza Covid. Ecco perché è inutile che qualcuno tenti di spostare l'attenzione sulle scuole, adottando ordinanze anacronistiche col meccanismo della delega di responsabilità ai genitori. Il problema è sanitario e non ci sono attenuanti.
Le scuole sono luoghi sicuri e se non si è stati in grado di organizzare la riapertura in sicurezza, perché ad esempio non è stato potenziato il trasporto pubblico, bisogna assumersene le responsabilità. Il problema, rimarchiamo, è sanitario e l'assistenza è carente perché se è vero che il 90% dei pazienti Covid è collocato a domicilio è altrettanto vero che nelle case del malati Covid non entrano i medici o i sanitari. Come non citare le USCA (le Unità speciali di continuità assistenziale, team composti da medici che dovrebbero andare a domicilio dei pazienti malati di Covid-19 per fornire cure e assistenza), che il Presidente Emiliano vantava di aver attivato già il 24 aprile e che nella BAT si sono insediate ancora parzialmente solo a novembre 2020 in attesa di entrare a regime e monitorare il risultato della loro azione.
Troppo semplice dichiarare "è saltato il contact tracing" se non si è istituito un tavolo di confronto tra la ASL e i Medici di Medicina generale per una collaborazione proficua che avrebbe dovuto portare a un vero e proprio patto sociale sanitario in ogni territorio, potenziando con personale formato le attività dei Dipartimenti di prevenzione.
Mai più attuale in questa situazione è la citazione di Seneca: "Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare". Assistiamo alla tempesta ormai inermi, con numeri che rischiano di far collassare il sistema sanitario e con testimonianze tragiche da parte di cittadini e famiglie che vivono il dramma del virus. Pertanto a gran voce richiamiamo alla responsabilità e al dovere chi è stato delegato al potere e chi dovrebbe alzare la voce a difesa della salute dei cittadini del territorio della Provincia di Barletta- Andria-Trani».
«Un virus - proseguono - che ha messo a nudo tutte le criticità del sistema sanitario regionale e che ha evidenziato le carenze relative alla mancanza di posti letto e di personale sanitario, l'urgenza di attivare presidi di medicina territoriale e di potenziare la dotazione di ambulanze e il sistema del 118, che nella nostra Regione si regge solo grazie all'ausilio dei volontari.
Evidentemente non era vero che eravamo pronti ad un eventuale e prevedibile seconda ondata, ma adesso non è tempo di campagna elettorale. Le responsabilità prima o poi verranno fuori. Adesso è il momento di mettere in campo un'azione strategica e sinergica e un impiego di risorse umane ed economiche per fronteggiare l'emergenza. Adesso è il momento della responsabilità e dell'azione concreta da parte di chi governa la nostra Regione. Ci sono dieci Comuni e 400mila abitanti che vogliono risposte chiare e tempestive dai loro rappresentanti istituzionali e in primis dai chi è stato delegato a occupare posizioni di potere nelle stanze dei bottoni della Regione Puglia.
È inaccettabile sapere che quando un Sindaco, nello specifico quello di Barletta in qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci della Asl Bat, si attiva convocando una riunione urgente e invitando i massimi esponenti politici per discutere di problemi sanitari e dello stato dell'arte dell'organizzazione anticovid, la risposta sia l'assenza dei vertici della Regione Puglia e nello specifico dell'Assessore alla Sanità Lopalco.
Disertare un incontro di tale importanza, oltre che istituzionalmente inaccettabile, significa abbandonare un territorio al suo destino. Un Assessore alla Sanità che ha deposto l'ascia di guerra ancor prima di iniziare, ma continuando le sue comparsate in televisione con affermazioni imbarazzanti e dichiarazioni al limite dell'inverosimile.
Un territorio da anni martoriato per la cronica carenza di servizi sanitari. Una provincia che era ed è la cenerentola di Puglia per livelli essenziali di assistenza, che ha meno posti letto per abitante di quelli a cui avrebbe diritto e che oggi si trova nel pieno di un'emergenza sanitaria con strutture ospedaliere al collasso e in balia dello tzunami Covid a causa di una superficiale organizzazione delle misure di contrasto, diversamente da quanto annunciato ad agosto e settembre con toni rassicuranti dal Presidente Emiliano e dai suoi fedelissimi.
Trasformare il presidio Ospedaliero di Barletta in Ospedale Covid è una scelta politica che qualcuno ha preso nell'agosto scorso condividendo e approvando il Regolamento regionale n. 14/2020 sul Potenziamento della rete ospedaliera, in attuazione del Decreto Legge n. 34 del 2020, prevedendo l'incremento dei posti letto di Terapia intensiva e semintensiva. Nessuno ha però pensato che il risultato sarebbe stato quello di sottrarre posti letto del nosocomio barlettano ad altre specialità e soprattutto ha dimenticato che il nostro territorio vanta ancora strutture ospedaliere come quella di Trani in primis che, seppur anch'essa priva di pronto soccorso, sarebbe stata la scelta ideale e avrebbe ridato dignità a un Ospedale ancora funzionale alla causa sanitaria nel nostro territorio. Invece sentiamo proposte di un ministro del nostro territorio, l'Onorevole Boccia, che ricerca strutture alberghiere da adibire a "Covid Hotel".
Chiediamo allora quale visione c'è dietro scelte illogiche e senza criterio in previsione di una seconda emergenza Covid ormai purtroppo in corso. La nostra Provincia ha al momento un solo ospedale di riferimento, ossia quello di Andria, che deve far fronte con grande affanno a tutte le altre patologie. Chiediamo perché solo il 22 ottobre scorso con proprio decreto n.398 il Presidente Emiliano ha provveduto alla Nomina dei soggetti attuatori del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, di cui all'articolo 2 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34. Perché tanto ritardo e tanta superficialità, ma soprattutto tanto imbarazzante silenzio da parte di chi dovrebbe fare gli interessi del nostro territorio e rivendicare in Regione i nostri diritti.
Perché ci sono comunità isolate come quella di Minervino e Spinazzola, private dei pronto soccorso da scellerate logiche numeriche e che ancora attendono risposte sull'attivazione di servizi di medicina territoriale per far fronte ai bisogni sanitari di una popolazione per lo più costituita da anziani. E che dire delle promesse mai mantenute sul potenziamento delle ambulanze in questi territori marginali? Una gara espletata e aggiudicata nel dicembre 2019 per il servizio sanitario di emergenza 118 a Minervino con uso di ambulanza India, di cui si sono perse le tracce. Immaginate cosa può succedere soprattutto in questo periodo avendo una sola ambulanza in zona. Queste criticità, segno di una evidente superficialità, rendono ancora più drammatica la situazione.
Si annuncia in pompa magna (il 25 settembre) l'acquisto di 18 test Point-of-care (Poct) acquistati e distribuiti dalla Direzione Generale della Asl Bt nei pronto soccorso, nei laboratori analisi, in tutti gli Uffici di Igiene del territorio e alle squadre speciali che la Asl Bt ha organizzato per fronteggiare le esigenze legate alla riapertura delle scuole. Strumenti utili che dovevano dare risposte certe, precise e con la massima velocità senza impattare negativamente sulle attività di sorveglianza sanitaria svolta dal dipartimento di prevenzione e dal laboratorio di analisi covid di Barletta. Sappiamo bene ciò che è successo e la confusione generale nella Asl Bat nel momento in cui si sono verificati i primi casi nelle scuole. Questo perché dietro ogni macchinario ci sono delle persone e invece è cronica e palese la carenza di personale e di formazione specifica a scapito di quei pochi operatori costretti a turni massacranti.
Le risorse economiche vengono utilizzate per gli stessi scopi, magari affidando servizi anche a cooperative private con la giustificazione della carenza di personale sanitario, senza però finalizzare l'investimento all'ottenimento di risultati concreti e misurabili per contrastare l'emergenza Covid. Ecco perché è inutile che qualcuno tenti di spostare l'attenzione sulle scuole, adottando ordinanze anacronistiche col meccanismo della delega di responsabilità ai genitori. Il problema è sanitario e non ci sono attenuanti.
Le scuole sono luoghi sicuri e se non si è stati in grado di organizzare la riapertura in sicurezza, perché ad esempio non è stato potenziato il trasporto pubblico, bisogna assumersene le responsabilità. Il problema, rimarchiamo, è sanitario e l'assistenza è carente perché se è vero che il 90% dei pazienti Covid è collocato a domicilio è altrettanto vero che nelle case del malati Covid non entrano i medici o i sanitari. Come non citare le USCA (le Unità speciali di continuità assistenziale, team composti da medici che dovrebbero andare a domicilio dei pazienti malati di Covid-19 per fornire cure e assistenza), che il Presidente Emiliano vantava di aver attivato già il 24 aprile e che nella BAT si sono insediate ancora parzialmente solo a novembre 2020 in attesa di entrare a regime e monitorare il risultato della loro azione.
Troppo semplice dichiarare "è saltato il contact tracing" se non si è istituito un tavolo di confronto tra la ASL e i Medici di Medicina generale per una collaborazione proficua che avrebbe dovuto portare a un vero e proprio patto sociale sanitario in ogni territorio, potenziando con personale formato le attività dei Dipartimenti di prevenzione.
Mai più attuale in questa situazione è la citazione di Seneca: "Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare". Assistiamo alla tempesta ormai inermi, con numeri che rischiano di far collassare il sistema sanitario e con testimonianze tragiche da parte di cittadini e famiglie che vivono il dramma del virus. Pertanto a gran voce richiamiamo alla responsabilità e al dovere chi è stato delegato al potere e chi dovrebbe alzare la voce a difesa della salute dei cittadini del territorio della Provincia di Barletta- Andria-Trani».