Scuola e Lavoro
Borse di studio alla LUM, la Cgil vuole incontrare il Presidente della Provincia
«Chiediamo di ritirare il provvedimento»
BAT - lunedì 18 novembre 2013
10.00
"Anche quest'anno l'amministrazione provinciale di Barletta–Andria–Trani ed il Patto Territoriale per l'Occupazione Nord Barese/Ofantino utilizzeranno risorse pubbliche per finanziare borse di studio per gli studenti della Libera Università Mediterranea "Jean Monnet", un'università privata" torna sulla questione il maggiore sindacato, la Cgil, tramite i suoi rappresentanti locali.
"E questo nonostante le polemiche dello scorso anno e le nette prese di posizione della Cgil, della Rete degli Studenti e delle parti sociali (a tal fine mai consultate), dell'assessore regionale al diritto allo studio e alla formazione, nonché dei rettori delle università pubbliche pugliesi. A beneficiare delle borse di studio saranno solo gli studenti, come detto, iscritti alla Lum (non quelli iscritti alle università pubbliche) e residenti in uno dei comuni associati del Patto (sostanzialmente i Comuni della Provincia di Barletta – Andria – Trani e Corato)".
«A nostro avviso – commentano Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat e Francesco D'Ambra, segretario generale Flc Cgil Bat – tale decisione è, in primo luogo, fortemente discriminatoria nei confronti di chi ha scelto di studiare in un'università pubblica. Inoltre, vista la sempre crescente esiguità di risorse e di investimenti nel campo della formazione 'pubblica' sostenere, nei fatti, un'università privata dimostra l'incapacità di ascoltare i bisogni del territorio da parte delle istituzioni. In questo momento molte famiglie sono costrette a scegliere se e quanti figli iscrivere all'università: investire nella sinergia formazione-occupazione con uno sguardo orientato al futuro significa privilegiare chi non può permettersi gli studi universitari a causa di una condizione economica svantaggiata e non per incapacità o demerito. Investire, infine, tali risorse in favore di un'università che nel territorio della Bat espleta esclusivamente azione di tutorato e non di ricerca o didattica appare, in definitiva, intollerabile.
Sarebbe più opportuno, invece, utilizzare tutti i fondi disponibili al sostegno di un 'reddito di formazione', tale da rendere più sereno e praticabile il cammino universitario delle ragazze e dei ragazzi residenti nel territorio del Patto Territoriale. Chiediamo, quindi, che questo provvedimento venga ritirato, che le borse di studio vengano destinate a chi ha maggiore bisogno di sostegno economico e che i Comuni e la Provincia, cofinanziatori di questa iniziativa, provvedano ad utilizzare le proprie risorse a sostegno di interventi che incrementino il 'reddito di formazione' delle famiglie del nostro territorio».
«Ci chiediamo, inoltre, - conclude Antonucci – questi soldi messi a disposizione non possono essere utilizzati da parte dell'ente in maniera alternativa? Magari aiutando le famiglie indigenti, il cui numero aumenta sempre di più, a mandare i propri figli a scuola, e non solo? Forse, ci sono delle priorità da affrontare in questo delicato momento storico. Per esprimere tutte le nostre ragioni chiediamo, con i rappresentati della Flc, al presidente della Provincia un incontro nel quale discutere insieme di questo provvedimento».
"E questo nonostante le polemiche dello scorso anno e le nette prese di posizione della Cgil, della Rete degli Studenti e delle parti sociali (a tal fine mai consultate), dell'assessore regionale al diritto allo studio e alla formazione, nonché dei rettori delle università pubbliche pugliesi. A beneficiare delle borse di studio saranno solo gli studenti, come detto, iscritti alla Lum (non quelli iscritti alle università pubbliche) e residenti in uno dei comuni associati del Patto (sostanzialmente i Comuni della Provincia di Barletta – Andria – Trani e Corato)".
«A nostro avviso – commentano Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat e Francesco D'Ambra, segretario generale Flc Cgil Bat – tale decisione è, in primo luogo, fortemente discriminatoria nei confronti di chi ha scelto di studiare in un'università pubblica. Inoltre, vista la sempre crescente esiguità di risorse e di investimenti nel campo della formazione 'pubblica' sostenere, nei fatti, un'università privata dimostra l'incapacità di ascoltare i bisogni del territorio da parte delle istituzioni. In questo momento molte famiglie sono costrette a scegliere se e quanti figli iscrivere all'università: investire nella sinergia formazione-occupazione con uno sguardo orientato al futuro significa privilegiare chi non può permettersi gli studi universitari a causa di una condizione economica svantaggiata e non per incapacità o demerito. Investire, infine, tali risorse in favore di un'università che nel territorio della Bat espleta esclusivamente azione di tutorato e non di ricerca o didattica appare, in definitiva, intollerabile.
Sarebbe più opportuno, invece, utilizzare tutti i fondi disponibili al sostegno di un 'reddito di formazione', tale da rendere più sereno e praticabile il cammino universitario delle ragazze e dei ragazzi residenti nel territorio del Patto Territoriale. Chiediamo, quindi, che questo provvedimento venga ritirato, che le borse di studio vengano destinate a chi ha maggiore bisogno di sostegno economico e che i Comuni e la Provincia, cofinanziatori di questa iniziativa, provvedano ad utilizzare le proprie risorse a sostegno di interventi che incrementino il 'reddito di formazione' delle famiglie del nostro territorio».
«Ci chiediamo, inoltre, - conclude Antonucci – questi soldi messi a disposizione non possono essere utilizzati da parte dell'ente in maniera alternativa? Magari aiutando le famiglie indigenti, il cui numero aumenta sempre di più, a mandare i propri figli a scuola, e non solo? Forse, ci sono delle priorità da affrontare in questo delicato momento storico. Per esprimere tutte le nostre ragioni chiediamo, con i rappresentati della Flc, al presidente della Provincia un incontro nel quale discutere insieme di questo provvedimento».