Cronaca
Boccadoro come nella "terra dei fuochi": cumuli di rifiuti incendiati dopo il tramonto
Scoperto un preoccupante fenomeno fra Barletta e Trani
Barletta - mercoledì 9 aprile 2014
10.24
Il titolo non vuole creare inutili allarmismi ma descrive quello che da alcune settimane sta avvenendo a Boccadoro, zona di confine fra Barletta e Trani, in una strada sterrata tra terreni coltivati e a pochi metri dalla linea di costa. Come nella zona tristemente nota tra Napoli e Caserta, anche a Trani si sta verificando il fenomeno dello sversamento illegale di rifiuti che vengono poi incendiati liberando nell'aria sostanze inquinanti.
Nel caso di Boccadoro si tratta di rifiuti certamente meno pericolosi rispetto alla realtà campana e i fenomeni, al momento, risultano piuttosto circoscritti. Ma i materiali scaricati illecitamente - e poi incendiati - sono tutti altamente riciclabili e molti di questi sprigionano la pericolosissima diossina quando bruciati.
Nella stradina sterrata alle spalle di alcune segherie di pietra, proprio sul mare, si possono contare già diversi cumuli di rifiuti incendiati. Sul terreno restano ceneri e indizi che permettono di collegare, tra loro, i vari episodi. Sono tutti riconducibili alla stessa azienda, un ingrosso di prodotti ortofrutticoli della zona, che con cadenza periodica abbandona sul terreno buste da imballaggio, cassette di frutta, materiale plastico da imballaggio tutto decorato da grafiche e loghi di produttori di frutta siciliani e bolle di accompagnamento per attività commerciali della zona. Insomma, pare che qualche ingrosso di ortofrutta preferisca smaltire così i rifiuti della commercializzazione dei prodotti che importa e poi distribuisce sul territorio. Nei giorni scorsi siamo riusciti a fotografare un cumulo di materiale ancora da incendiare. Le modalità operative - che appunto somigliano molto a quelle utilizzate nella terra dei fuochi - prevedono prima l'abbandono dei materiali in un letto di fuoco già preparato (dove sono stati già più volte incendiati rifiuti) e, successivamente, l'accensione del rogo.
Le foto che vedete in allegato immortalano un cumulo di materiale che probabilmente ora non esiste più, dato alle fiamme per nascondere nomi e dettagli che permetterebbero di risalire facilmente agli autori. Quel che resta è un cumulo di materiale inquinante e cancerogeno che di disperde tra i campi e nelle falde acquifere: un piccolo risparmio per un'azienda, un grande danno per la collettività. Continueremo a vigilare sulla zona.
Nel caso di Boccadoro si tratta di rifiuti certamente meno pericolosi rispetto alla realtà campana e i fenomeni, al momento, risultano piuttosto circoscritti. Ma i materiali scaricati illecitamente - e poi incendiati - sono tutti altamente riciclabili e molti di questi sprigionano la pericolosissima diossina quando bruciati.
Nella stradina sterrata alle spalle di alcune segherie di pietra, proprio sul mare, si possono contare già diversi cumuli di rifiuti incendiati. Sul terreno restano ceneri e indizi che permettono di collegare, tra loro, i vari episodi. Sono tutti riconducibili alla stessa azienda, un ingrosso di prodotti ortofrutticoli della zona, che con cadenza periodica abbandona sul terreno buste da imballaggio, cassette di frutta, materiale plastico da imballaggio tutto decorato da grafiche e loghi di produttori di frutta siciliani e bolle di accompagnamento per attività commerciali della zona. Insomma, pare che qualche ingrosso di ortofrutta preferisca smaltire così i rifiuti della commercializzazione dei prodotti che importa e poi distribuisce sul territorio. Nei giorni scorsi siamo riusciti a fotografare un cumulo di materiale ancora da incendiare. Le modalità operative - che appunto somigliano molto a quelle utilizzate nella terra dei fuochi - prevedono prima l'abbandono dei materiali in un letto di fuoco già preparato (dove sono stati già più volte incendiati rifiuti) e, successivamente, l'accensione del rogo.
Le foto che vedete in allegato immortalano un cumulo di materiale che probabilmente ora non esiste più, dato alle fiamme per nascondere nomi e dettagli che permetterebbero di risalire facilmente agli autori. Quel che resta è un cumulo di materiale inquinante e cancerogeno che di disperde tra i campi e nelle falde acquifere: un piccolo risparmio per un'azienda, un grande danno per la collettività. Continueremo a vigilare sulla zona.