Istituzionale
Basso indice Rt, Puglia verso la conferma a zona arancione
Il presidente della Regione Emiliano intervistato da Sky TG24: «L'indice Rt della Puglia è tra i più bassi d'Italia»
Barletta - venerdì 27 novembre 2020
12.37
Il presidente della Puglia Michele Emiliano ha parlato questa mattina a "Buongiorno" su Sky TG24, facendo il punto sulla situazione Covid in regione: "Il dato dell'Rt è 1,06, tra i più bassi d'Italia in questo momento. Abbiamo un numero ancora elevato di terapie intensive disponibili in caso di bisogno". Resta invece la preoccupazione per la carenza di operatori sanitari: "In Italia non abbiamo anestesisti, ma questo è per colpa di una politica di trent'anni".
Emiliano ha spiegato che la situazione locale è meno grave di quanto si affermi sugli organi di stampa: "Dicono che la Puglia sarebbe la seconda regione più a rischio del Sud. Ma noi abbiamo ancora molti posti in terapia intensiva. L'ospedale della Fiera non ha la funzione di supportare le terapie intensive che devono essere dispiegate entro la fine del mese secondo il nostro piano, servono soprattutto a consentire agli ospedali più importanti, che hanno dovuto sospendere le attività ordinarie, a riprenderle nei mesi che verranno, e quindi al trasferimento di tutti i pazienti di TI in strutture più grandi, che consentano a un minor numero di anestesisti di presidiare più pazienti".
Sul triste bollettino dei decessi, ha aggiunto: "Noi abbiamo gli stessi decessi dell'Emilia Romagna, a parità di abitanti. Non ci sono differenze tra Nord e Sud. Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo difenderci. In tutta Italia i dati sono dieci o undici volte quelli di aprile. Quanto alle particolarità della situazione nella sua regione spiega che i dati vanno letti anche alla luce di alcune decisioni che sono state prese nei mesi scorsi. La Puglia viaggia 15 giorni di ritardo sui picchi, perché ha aperto le scuole 15 giorni dopo".
In chiusura Emiliano ammette, naturalmente, che la situazione resta complicata: "Non posso che restare preoccupato per l'attuale situazione. Non abbiamo anestesisti in Italia, ma questo è colpa di una politica di trent'anni che ha ridotto al minimo la sanità. Durante una pandemia se tu hai pochi anestesisti non riesci a distribuirli su tante terapie intensive".
Emiliano ha spiegato che la situazione locale è meno grave di quanto si affermi sugli organi di stampa: "Dicono che la Puglia sarebbe la seconda regione più a rischio del Sud. Ma noi abbiamo ancora molti posti in terapia intensiva. L'ospedale della Fiera non ha la funzione di supportare le terapie intensive che devono essere dispiegate entro la fine del mese secondo il nostro piano, servono soprattutto a consentire agli ospedali più importanti, che hanno dovuto sospendere le attività ordinarie, a riprenderle nei mesi che verranno, e quindi al trasferimento di tutti i pazienti di TI in strutture più grandi, che consentano a un minor numero di anestesisti di presidiare più pazienti".
Sul triste bollettino dei decessi, ha aggiunto: "Noi abbiamo gli stessi decessi dell'Emilia Romagna, a parità di abitanti. Non ci sono differenze tra Nord e Sud. Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo difenderci. In tutta Italia i dati sono dieci o undici volte quelli di aprile. Quanto alle particolarità della situazione nella sua regione spiega che i dati vanno letti anche alla luce di alcune decisioni che sono state prese nei mesi scorsi. La Puglia viaggia 15 giorni di ritardo sui picchi, perché ha aperto le scuole 15 giorni dopo".
In chiusura Emiliano ammette, naturalmente, che la situazione resta complicata: "Non posso che restare preoccupato per l'attuale situazione. Non abbiamo anestesisti in Italia, ma questo è colpa di una politica di trent'anni che ha ridotto al minimo la sanità. Durante una pandemia se tu hai pochi anestesisti non riesci a distribuirli su tante terapie intensive".