Cronaca
Barletta sta bruciando? Incendio al bar Fuego in via Canne
Ancora di notte, ancora liquido infiammabile. Racket? Vandalismo?
Barletta - giovedì 5 aprile 2012
12.57
Dispiacere. Non quello personale che nasce osservando gli sguardi dei gestori del frequentato bar Fuego, al termine di via Canne. Sguardi velati dall'abbattimento, dalla frustazione. Questa notte, in un orario compreso tra le 01:30 e le 02:20, ancora liquido infiammabile versato sotto le saracinesche, novello incubo delle notti degli esercenti.
Intervento provvido dei vigili del fuoco, ma danni già avvenuti. L'ignoto liquame oleoso versato a scopo doloso per superare gli ostacoli -ovvero penetrare sotto le serrande metalliche-, ha seguito la pendenza del pavimento e continuato nella sua opera distruttrice all'interno del bar. A terra è facile riconoscere patatine carbonizzate, pezzi di espositori fusi, ma anche sul bancone bicchieri anneriti (da buttare, ci dicono), bottiglie esplose. Lavoro fermo, come utile sintesi. Mattinata di sdegno e, notiamo, di supporto da parte di tanti, magari abituali avventori che "non ci stanno".
Dunque non si tratta di disdoro personale. Abitualmente il dispiacere nasce da un sentimento di condivisione del dolore: atto umano, ma ripetiamo che non si tratta di quello. Il sentimento che ci preme sottolineare, ben visibile negli sguardi dei convenuti, a contemplare lo sfacelo residuale nel bar, è di abbattimento sociale, è di condivisione di lotta verso i nostri nuovi mostri. Dopo esserci abituati all'indistruttibile crisi, alle "benefiche" tasse, alla contigenza di un momento non facile per l'Italia tutta, a Monti, a Fornero (utili spauracchi di un futuro mai così fosco) Barletta rivede il suo peggiore incubo: l'insicurezza. Non abituarsi diventa imperativo morale e reale.
Racket? Vandalismo? Domande per altri a cui Barlettalife continua a dare eco. Rimane quell'odore di fuliggine, quei calcinacci, quelle plastiche costose di televisori, condizionatori, suppellettili, frigoriferi di gelati gioiosi nei loro saturi colori ora anneriti da un imprevisto evento. Barletta sta bruciando?
Intervento provvido dei vigili del fuoco, ma danni già avvenuti. L'ignoto liquame oleoso versato a scopo doloso per superare gli ostacoli -ovvero penetrare sotto le serrande metalliche-, ha seguito la pendenza del pavimento e continuato nella sua opera distruttrice all'interno del bar. A terra è facile riconoscere patatine carbonizzate, pezzi di espositori fusi, ma anche sul bancone bicchieri anneriti (da buttare, ci dicono), bottiglie esplose. Lavoro fermo, come utile sintesi. Mattinata di sdegno e, notiamo, di supporto da parte di tanti, magari abituali avventori che "non ci stanno".
Dunque non si tratta di disdoro personale. Abitualmente il dispiacere nasce da un sentimento di condivisione del dolore: atto umano, ma ripetiamo che non si tratta di quello. Il sentimento che ci preme sottolineare, ben visibile negli sguardi dei convenuti, a contemplare lo sfacelo residuale nel bar, è di abbattimento sociale, è di condivisione di lotta verso i nostri nuovi mostri. Dopo esserci abituati all'indistruttibile crisi, alle "benefiche" tasse, alla contigenza di un momento non facile per l'Italia tutta, a Monti, a Fornero (utili spauracchi di un futuro mai così fosco) Barletta rivede il suo peggiore incubo: l'insicurezza. Non abituarsi diventa imperativo morale e reale.
Racket? Vandalismo? Domande per altri a cui Barlettalife continua a dare eco. Rimane quell'odore di fuliggine, quei calcinacci, quelle plastiche costose di televisori, condizionatori, suppellettili, frigoriferi di gelati gioiosi nei loro saturi colori ora anneriti da un imprevisto evento. Barletta sta bruciando?