La città
Barletta non teme il Coronavirus, ecco la “Fase 2” in città
C’è sempre un confine sottile tra diritti, doveri e divieti ed è il buon senso
Barletta - domenica 10 maggio 2020
20.54
È "Fase 2", quella delle misure allentate, delle passeggiate individuali consentite e quella delle "visite ai congiunti". Ma se c'è una cosa che non sarebbe dovuta cambiare tra la "Fase 1" e quella attuale sarebbe dovuto essere il distanziamento sociale e il conseguente divieto di assembramenti.
Dalla teoria alla pratica, tuttavia, il risultato è tutt'altro che garantito. I numeri sono confortanti, ma pensare che questo basti a dare certezze non è prudente. Sono 27 i nuovi casi positivi al Covid-19 registrati nella giornata di oggi in Puglia, con la provincia Bat che, nonostante i 381 casi accertati dall'inizio dell'emergenza, si conferma in coda con nessun nuovo positivo, ma con un decesso. Anche il dato nazionale, è il più basso dal 10 marzo, con 802 nuovi casi nelle ultime 24 ore e un significativo aumento dei tamponi effettuati.
Il timore, però, che la luce in fondo al tunnel possa spegnersi improvvisamente c'è. «È stata ufficializzata l' anarchia o se si vuole l'autarchia», ci scrive un cittadino. È bastato un giro per la città di Barletta per comprendere il rischio che si sta correndo. Decine, forse centinaia, le persone che affollavano la litoranea di Ponente. Altrettante a spasso lungo corso Vittorio Emanuele. Chi seduto sulle panchine a gustarsi un gelato, chi in gruppo a chiacchierare tra un drink e una sigaretta. Ma a preoccupare sono i più giovani che in compagnia si dirigono dal centro storico alla litoranea per incontrare gli amici o per giocare a basket.
«Adulti, tassativamente senza mascherina – osserva il cittadino – che senza rispettare la distanza prevista e senza protezione, interloquiscono per strada come se nessuno fosse deceduto in malo modo in quel di Milano piuttosto che a Bergamo, Brescia o Torino. Bici elettriche con 2 elementi, ovviamente senza accorgimenti di cui sopra. Giovani che hanno la certezza (beati loro) che tutto sia finito dal momento che circolano in gruppo, si assembrano senza mascherina e senza il rispetto della distanza sociale».
Sono proprio loro, probabilmente, ad aver sofferto più degli altri la privazione della socialità. Sempre loro, tuttavia, a recuperarne le redini in modo avventato e sprovveduto. L'utilizzo della mascherina diventa quasi un vezzo, rimesso alla discrezionalità individuale anche quando si è in gruppo o si sosta ai piedi dei palazzi del centro storico come i vecchi tempi, quando tutto ciò sarebbe stato inimmaginabile.
«Mi sento offeso – ci confida un lettore – dal comportamento prevalente nel corso della cosiddetta Fase 2 dell'emergenza COVID-19. Da più di un rappresentante politico e scientifico è stato detto che non doveva essere un "libera tutti" ma così non è stato come tutti possono osservare in giro per la città. Al contempo sul lavoro indossiamo numerosi DPI e strategie per arginare la diffusione del virus. L'offesa sta nel fatto che chi rispetta le regole viene fatto percepire come stupido o pauroso».
C'è sempre un confine sottile tra diritti, doveri e divieti ed è il buon senso. «Da quando si sono ridotti i controlli delle forze dell'ordine i cittadini si sono sentiti autorizzati ad agire in modo contrario al buon senso e alle indicazioni governative?». Rinunciare a parte della nostra libertà personale non è stato semplice. Per questo la necessità di uscire, passeggiare e vedere il mare è adesso motivo di ripresa. Ma non è semplice neanche accudire i nostri anziani e visitare i nostri congiunti sapendo di aver adottato condotte poco responsabili, perché quando al nostro ritorno a casa chiudiamo la porta, nulla resta fuori.
«Chi è preposto al controllo cosa fa? – conclude il cittadino nel suo messaggio inviato alla nostra redazione – Si vanno a controllare gli operatori economici che, poveretti, stanno patendo le note vicissitudini del Coronavirus, mentre al resto della popolazione o per meglio dire a quella parte di popolazione priva di senso civico, è consentito tutto, specie di procurare danni irreversibili a chi è rispettoso delle regole. Il governo cittadino come provvede? La risposta è esplicata in un aforisma di oltre 2000 anni or sono da parte di tale Socrate: "La conoscenza è il sommo bene, la non conoscenza (l'ignoranza) è il sommo male". Prima di contrastare il virus sarebbe opportuno sconfiggere un altro virus parimenti letale : quello dell'ignoranza».
Dalla teoria alla pratica, tuttavia, il risultato è tutt'altro che garantito. I numeri sono confortanti, ma pensare che questo basti a dare certezze non è prudente. Sono 27 i nuovi casi positivi al Covid-19 registrati nella giornata di oggi in Puglia, con la provincia Bat che, nonostante i 381 casi accertati dall'inizio dell'emergenza, si conferma in coda con nessun nuovo positivo, ma con un decesso. Anche il dato nazionale, è il più basso dal 10 marzo, con 802 nuovi casi nelle ultime 24 ore e un significativo aumento dei tamponi effettuati.
Il timore, però, che la luce in fondo al tunnel possa spegnersi improvvisamente c'è. «È stata ufficializzata l' anarchia o se si vuole l'autarchia», ci scrive un cittadino. È bastato un giro per la città di Barletta per comprendere il rischio che si sta correndo. Decine, forse centinaia, le persone che affollavano la litoranea di Ponente. Altrettante a spasso lungo corso Vittorio Emanuele. Chi seduto sulle panchine a gustarsi un gelato, chi in gruppo a chiacchierare tra un drink e una sigaretta. Ma a preoccupare sono i più giovani che in compagnia si dirigono dal centro storico alla litoranea per incontrare gli amici o per giocare a basket.
«Adulti, tassativamente senza mascherina – osserva il cittadino – che senza rispettare la distanza prevista e senza protezione, interloquiscono per strada come se nessuno fosse deceduto in malo modo in quel di Milano piuttosto che a Bergamo, Brescia o Torino. Bici elettriche con 2 elementi, ovviamente senza accorgimenti di cui sopra. Giovani che hanno la certezza (beati loro) che tutto sia finito dal momento che circolano in gruppo, si assembrano senza mascherina e senza il rispetto della distanza sociale».
Sono proprio loro, probabilmente, ad aver sofferto più degli altri la privazione della socialità. Sempre loro, tuttavia, a recuperarne le redini in modo avventato e sprovveduto. L'utilizzo della mascherina diventa quasi un vezzo, rimesso alla discrezionalità individuale anche quando si è in gruppo o si sosta ai piedi dei palazzi del centro storico come i vecchi tempi, quando tutto ciò sarebbe stato inimmaginabile.
«Mi sento offeso – ci confida un lettore – dal comportamento prevalente nel corso della cosiddetta Fase 2 dell'emergenza COVID-19. Da più di un rappresentante politico e scientifico è stato detto che non doveva essere un "libera tutti" ma così non è stato come tutti possono osservare in giro per la città. Al contempo sul lavoro indossiamo numerosi DPI e strategie per arginare la diffusione del virus. L'offesa sta nel fatto che chi rispetta le regole viene fatto percepire come stupido o pauroso».
C'è sempre un confine sottile tra diritti, doveri e divieti ed è il buon senso. «Da quando si sono ridotti i controlli delle forze dell'ordine i cittadini si sono sentiti autorizzati ad agire in modo contrario al buon senso e alle indicazioni governative?». Rinunciare a parte della nostra libertà personale non è stato semplice. Per questo la necessità di uscire, passeggiare e vedere il mare è adesso motivo di ripresa. Ma non è semplice neanche accudire i nostri anziani e visitare i nostri congiunti sapendo di aver adottato condotte poco responsabili, perché quando al nostro ritorno a casa chiudiamo la porta, nulla resta fuori.
«Chi è preposto al controllo cosa fa? – conclude il cittadino nel suo messaggio inviato alla nostra redazione – Si vanno a controllare gli operatori economici che, poveretti, stanno patendo le note vicissitudini del Coronavirus, mentre al resto della popolazione o per meglio dire a quella parte di popolazione priva di senso civico, è consentito tutto, specie di procurare danni irreversibili a chi è rispettoso delle regole. Il governo cittadino come provvede? La risposta è esplicata in un aforisma di oltre 2000 anni or sono da parte di tale Socrate: "La conoscenza è il sommo bene, la non conoscenza (l'ignoranza) è il sommo male". Prima di contrastare il virus sarebbe opportuno sconfiggere un altro virus parimenti letale : quello dell'ignoranza».