Meme su Barletta
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La città

Barletta in “meme”: l’umorismo che racconta la città

Intervista agli ideatori di due delle pagine social più irriverenti e seguite in città

È il 2009 quando un gruppo di ricercatori della Stanford University avvia un impervio cammino di ricerca per spiegare il modo in cui le vignette umoristiche, conosciute ai più come meme, veicolano significati culturali estremamente incisivi e per questo degni di studi approfonditi. Un personaggio noto colto dalla fotocamera in un'espressione insolita, una notizia dai contorni grotteschi, il frame di una pellicola, accompagnati da qualche parola tagliente, diventano forme di comunicazione efficaci nella loro capacità di raccontare con ironia una comunità ma anche di far riflettere sulle problematiche sociali che la affliggono, mettendo in risalto temi su cui diventa utile far luce.

È quello che accade, tra le altre, alla nostra città, protagonista dei contenuti umoristici pubblicati da due pagine in particolare, che contano migliaia di seguaci e che raccontano il nostro territorio con ironia e irriverenza. Si tratta di welcometofavetta e sessopinetaepastorizia che rispettivamente nel 2016 e nel 2019 hanno cominciato a pubblicare contenuti, commentando quello che accade nella nostra città su Instagram tramite il linguaggio dei "meme".

Ad oggi, le loro pagine contano rispettivamente circa 10.600 e 6700 seguaci, numeri assolutamente considerevoli considerando che la pagina Instagram di BarlettaViva, la testata giornalistica web più seguita della nostra città, ne conta 11mila.

Sono stati proprio gli amministratori delle due pagine - che hanno preferito rimanere anonimi - a raccontarsi, per spiegare gli esordi e il passaggio dall'ideazione alla pubblicazione dei contenuti ma anche i rischi associati a dei canali così conosciuti che certamente potrebbero infastidire qualcuno, tra una battuta e l'altra.

Come sono nate le vostre pagine?
"L'idea di aprire la pagina sessopinetaepastorizia è nata nel 2019, precisamente quando si verificò la rottura della condotta dell'acqua in via Andria durante i lavori per il sottovia e la città rimase senz'acqua. Il primo meme lo dedicammo a quel momento".
"La pagina welcometofavetta è nata quasi per scherzo in una serata estiva […] i nostri primi post risalgono al 2016, dove c'era anche una concezione del meme diversa da quella di oggi".

Come decidete cosa pubblicare?
S: "Creo contenuti in base a due cose: notizie di cronaca cittadina ed esperienze di quotidianità che vivono più o meno tutti. Per realizzarli mi affidavo principalmente a basi meme che periodicamente cambiavano; adesso sono più diffusi i reel e i tiktok, quindi penso cambierà anche la maniera di realizzare contenuti".
W: "Quello che ci succede intorno è fondamentale per i contenuti della pagina. Una scritta d'amore sbagliata su un muro, i rifiuti abbandonati in campagna o una macchina ribaltata. Tutto, poi, è subordinato al nostro lavoro: non abbiamo una strategia o un calendario editoriale come un'agenzia di comunicazione. I contenuti vengono creati e condivisi nei ritagli di tempo, proprio perché Welcome to Favetta non è un assillo per noi. Ci divertiamo soltanto".

Perché avete scelto di rimanere anonimi?
S: "La scelta di rimanere anonimi è dettata dal fatto di poter parlare apertamente su tutto e tutti senza avere troppe interferenze personali".
W: "Sono state le circostanze a portarci verso l'anonimato. Nel nostro modo di fare, però, cerchiamo sempre di non andare oltre: ogni parola viene pesata e ponderata".

Quali sono i rischi implicati nell'esporsi così tanto?
S: "Credo che i rischi derivino principalmente dal fatto che qualcuno non prenda bene i nostri contenuti. Non penso di aver mai rischiato di essere querelato, ma ho ricevuto minacce fisiche, per questo la scelta dell'anonimato".
W: "Ti racconto un aneddoto. Recentemente un meme non è stato particolarmente apprezzato dai diretti interessati, che in maniera pacifica hanno sottolineato il tutto. Abbiamo affrontato il discorso e chiesto scusa, perché siamo pienamente consapevoli di essere sempre al limite".

Come riuscite ad evitare che le vostre pagine non prendano posizioni politiche, rimanendo il più possibile imparziali?
S: "Credo che per rimanere imparziale sia necessario riportare contenuti salienti che possano riguardare tutti. Chiaramente sono stati postati più contenuti sul sindaco perché è in carica da prima che fosse creata la pagina, ma in campagna elettorale sono stati postati contenuti satirici su tutti i candidati. Credo sarebbe controproducente evitare di postare gaffe anche di qualcuno per cui dovessi simpatizzare".
W: "Anche qui, siamo sempre al limite. Partiamo da un presupposto: abbiamo delle idee politiche, ma cerchiamo sempre di lasciarle sempre fuori dalla pagina. L'equilibrio, dunque, è fondamentale. Per i contenuti, non guardiamo mai al partito politico: basta scorrere sul nostro profilo Instagram per comprenderlo a pieno".
12 fotoBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la città
Barletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la cittàBarletta in “meme”: l’umorismo che racconta la città
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