Festa Patronale
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Barletta, i trionfi Azzurri e la festa patronale. Storia ed evoluzione di una singolare coincidenza

È la terza volta che la festa patronale coincide con la partita della nazionale

Dimmi cos'è, che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo. Dimmi cos'è, che ci fa sentire uniti anche se poi siamo lontani

Così il grande Antonello Venditti, nell'ormai lontano 1983, celebrava in musica il secondo scudetto della sua amata Roma. Due frasi che descrivono, come meglio non si potrebbe, quale straordinario collante sociale possa essere il calcio. Un fattore emozionale tale da riuscire in talune circostanze a mettere in secondo piano persino secolari manifestazioni di culto e tradizione popolare come nel caso della festa dei Santi Patroni a Barletta.

Non è la prima volta che la festa della Madonna, e una finale in cui è protagonista la nostra Nazionale di calcio capitano nello stesso giorno. Accadde per la prima volta l'11 luglio del 1982 in occasione del memorabile trionfo mondiale degli Azzurri di Bearzot e Paolo Rossi (3-1 all'allora Germania Ovest).

L'entusiasmo, la felicità, l'orgoglio di sentirsi italiani per quella finale raggiunta dopo gli anni difficili del terrorismo, dell'iper-inflazione, della P2, degli attentati e delle stragi, furono tali in tutto il paese che tutto il resto passò inevitabilmente in secondo piano: festa patronale di Barletta compresa, che venne infatti posticipata di una settimana.

E fu così che la sera di quella indimenticabile domenica di luglio di quasi quarant'anni fa, i caroselli di auto, le bandiere tricolori e i manifesti funebri di Argentina, Brasile, Polonia e Germania Federale presero prepotentemente il posto di luminarie, processioni e bancarelle. Fu proprio allora a Barletta che fede, devozione e tradizione popolare cedettero per la prima volta il passo al festoso delirio collettivo che solo le grandi imprese degli Azzurri sanno regalarci.

Uno scenario che era già bello e pronto per essere replicato l'8 luglio del 1990 se Zenga non avesse macchiato la sua grande carriera con quella uscita a vuoto su Caniggia, se Donadoni e Serena non si fossero fatti ipnotizzare dal portiere argentino Goycoechea e, in misura minore, se magari il San Paolo di Napoli fosse stato un po meno sensibile ai proclami da neo-Masaniello di Sua Immensità Diego Armando Maradona.

Per tornare ad assistere ad uno spostamento della festa patronale, causa Italia campione del mondo, si sarebbe dovuto attendere il 9 luglio del 2006, con il successo degli Azzurri di Marcello Lippi ai rigori contro la Francia, in una Barletta che però stava in parte già cominciando pian piano a preferire un week end lungo in Salento ai festeggiamenti in onore di Maria S.S. dello Sterpeto e San Ruggiero Vescovo.

Una tendenza che purtroppo col passare degli anni tende sempre più a consolidarsi. A maggior ragione oggi, in epoca Covid, dove per il secondo anno consecutivo Barletta dovrà fare a meno della tradizionale processione dei santi patroni, e dove si potrà passeggiare tra le bancarelle solo muniti di mascherina ad una temperatura di oltre trenta gradi. In una situazione del genere, con tanti barlettani già in altri lidi a pascere, e in concomitanza con la finale dell'Europeo 2020 (o 2021, se preferite) tra Inghilterra e Italia, alzi la mano chi si filerà la festa patronale edizione 2021.

E infine, a tal proposito, vista la situazione, e visti gli illustri precedenti del 1982 e del 2006, giusto allo scopo di provare a dare se non altro dignità a questa parvenza di festa patronale, proprio non si poteva rinviarla di una settimana anche questa volta?
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