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Politica

«Barletta è stufa», si mobilita il partito Azione

«Avviata la costituzione di un gruppo di rinnovamento, chiuso a eventuali transfughi dell’ultima ora»

"L'Italia smetterà di declinare quando i cittadini si sottrarranno dalla servitù volontaria del voto a prescindere": sono parole di Carlo Calenda a margine del successo personale della lista di Azione alle amministrative romane. Ed è a questa lucida riflessione che il gruppo di Azione, a Barletta, intende ispirare una propria prospettiva per il futuro governo della città, alla luce delle disfatta politica e amministrativa profilatasi».

A pochi giorni dalla sfiducia a Cannito e dall'insediamento del commissario prefettizio, a Barletta si muovono già le attività in vista della prossima campagna elettorale. I cittadini barlettani saranno chiamati al voto nella prossima primavera. A comunicare le proprie idee e i propri principi in vista del futuro confronto politico è il partito Azione che ha diramato questa nota.

Risultato evidente di questa débâcle – al di là delle beghe di partito o clientelari – è l'essere rimasta fuori dalla graduatoria dei finanziamenti dal PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), con una previsione di 43 milioni di euro persi per la rigenerazione urbana e l'edilizia entro il 2026. Una sconfitta da imputare, senza sconti, alla politica - debolissima, litigiosa e priva di capacità di valutazione e controllo – come alla macchina amministrativa, priva di reali obiettivi strategici e adagiata su una soporifera routine.

Una politica, quella di AZIONE, che intende essere lontana da quanto ascoltato nell'ultimo consiglio comunale durante il dibattito sulla sfiducia quando, a più riprese, numerosi Consiglieri si sono espressi con appellativi, discutibili e umilianti, quali "il mio Assessore" oppure "Tizio era Assessore di Caio e Sempronio": non è stata solo una questione di gergo ma la cifra di una politica che ha smarrito i principi dell'etica della rappresentanza democratica.

Questa nostra città, oggi, è pertanto chiamata ad un profonda riflessione su questi accadimenti e su come ripartire, avviando un dibattito pubblico sui problemi irrisolti, per progettare un approccio nuovo e concretamente praticabile riguardo lo sviluppo dei servizi, il ciclo dei rifiuti, la tutela dell'ambiente, le politiche di bilancio, il piano delle opere pubbliche, l'utilizzo e la valorizzazione del territorio anche nell'ottica di un sistema culturale e turistico attrattivo e foriero di opportunità di impresa e lavoro, solo per citare alcuni degli asset su cui intendiamo costruire un programma.

Azione, a Barletta, ha per questo avviato da alcuni mesi la costituzione di un gruppo di persone della società civile che possa essere in grado di spazzare via le logiche degli interessi personalistici a favore di un'azione collettiva di rinnovamento, chiusa a eventuali transfughi dell'ultima ora, figli di una politica che – come affermato da Calenda in una recente intervista al Corriere della Sera – "passa il tempo a spostare il confine tra destra e sinistra a proprio comodo".

La nostra vuol essere una politica dell'ascolto e della rappresentanza che sappia dare risposte concrete a cittadine e cittadini, distogliendoli da scelte di voto qualunquiste, populiste, frutto di promesse; e un argine al dilagante astensionismo.

E' ora di marcare il territorio, per un'inversione di rotta rispetto allo smarrimento degli obiettivi e all'incapacità di amministratori e consiglieri, donne e uomini, di vedere i reali problemi e le potenzialità di Barletta; vogliamo un programma senza quei condizionamenti umorali che hanno caratterizzato questi ultimi anni.

I continui mancamenti del numero legale prima, le dimissioni del sindaco e il tentativo di ricomponimento dopo, per finire con la mozione di sfiducia, visti in questi tre anni hanno francamente stancato tutti i cittadini.

Solo attraverso una seria rielaborazione dei tanti limiti e delle tante scelte sbagliate consumate, sarà possibile tracciare un nuovo futuro politico che guardi il governo della città come esercizio di grande responsabilità da affrontare con criteri di competenza e professionalità, per una politica rinnovata nell'etica, nei propri programmi e nei Partiti e Movimenti chiamati a darne rappresentanza».
  • Nota politica
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