Cronaca
Barletta, 4 avvelenati da monossido di carbonio, un killer silente
Ricoverati al "Dimiccoli" sotto controllo del personale del centro anti veleni. Un'intera famiglia colpita, solo il padre era fuori casa ed evita il dramma
Barletta - mercoledì 8 febbraio 2012
18.42
Tutto è iniziato con le vertigini della piccola di casa, appena dodicenne. Subito dopo, la caduta al suolo. Accade a Barletta in via Milano attorno alle 14.00: il colpevole è il più silente dei killer domestici, il monossido di carbonio, come evidenziato dal referto del Triage del pronto Soccorso dell'ospedale "Mons. Raffaele Dimiccoli".
La ragazza, subito dopo il mancamento, è stata prontamente trasportata dai parenti presso il locale nosocomio ove è stata subito ravvisata una situazione di avvelenamento da monossido di carbonio, situazione subito evidenziata grazie alla professionalità degli operanti del settore anti veleni dell'ospedale.Questi, analizzando la sintomatologia che l'adolescente presentava, subito sono corsi ai ripari, con le apposite cure, che hanno scongiurato il mortale pericolo [come da approfondimento nel box, il monossido di carbonio, genera asfissia, perchè si lega in concorrenza all'ossigeno all'emoglobina nel sangue, evitando per semplificare, l'ossigenazione dei tessuti ndr].
Dopo aver completato le verifiche sulla giovane, è stata cura degli operanti del Pronto Soccorso analizzare le condizioni di salute degli altri membri della famiglia, che ragionevolmente potevano essere avvelenati, come infatti confortato dalle successive analisi. Anch'essi sono stati sottoposti a terapie personalizzate: la madre, la più grave, oltre alla figlia dodicenne, è stata trasportata al "S. Paolo" di Bari per essere sottoposta all'ossigenoterapia iperbarica (IOT). Gli altri due, ricoverati al "Dimiccoli", sono sotto osservazione e sottoposti a normale ossigenoterapia. Notifichiamo infine che spesso si parla di disservizi nei nostri ospedali: questa volta è da ravvisare la grande preparazione dei medici e del personale preposto nell'affrontare una situazione stringente, che riporta in auge una delle problematiche che spesso sortiscono in inverno quando si usano bracieri o caldaie non a norma o in cattiva condizione o manutenzione.
La ragazza, subito dopo il mancamento, è stata prontamente trasportata dai parenti presso il locale nosocomio ove è stata subito ravvisata una situazione di avvelenamento da monossido di carbonio, situazione subito evidenziata grazie alla professionalità degli operanti del settore anti veleni dell'ospedale.Questi, analizzando la sintomatologia che l'adolescente presentava, subito sono corsi ai ripari, con le apposite cure, che hanno scongiurato il mortale pericolo [come da approfondimento nel box, il monossido di carbonio, genera asfissia, perchè si lega in concorrenza all'ossigeno all'emoglobina nel sangue, evitando per semplificare, l'ossigenazione dei tessuti ndr].
Dopo aver completato le verifiche sulla giovane, è stata cura degli operanti del Pronto Soccorso analizzare le condizioni di salute degli altri membri della famiglia, che ragionevolmente potevano essere avvelenati, come infatti confortato dalle successive analisi. Anch'essi sono stati sottoposti a terapie personalizzate: la madre, la più grave, oltre alla figlia dodicenne, è stata trasportata al "S. Paolo" di Bari per essere sottoposta all'ossigenoterapia iperbarica (IOT). Gli altri due, ricoverati al "Dimiccoli", sono sotto osservazione e sottoposti a normale ossigenoterapia. Notifichiamo infine che spesso si parla di disservizi nei nostri ospedali: questa volta è da ravvisare la grande preparazione dei medici e del personale preposto nell'affrontare una situazione stringente, che riporta in auge una delle problematiche che spesso sortiscono in inverno quando si usano bracieri o caldaie non a norma o in cattiva condizione o manutenzione.