Scuola e Lavoro

Banchi griffati, la polemica infuria

Faccia del degrado e della politica di affossamento messa in atto da questo governo o indispensabile manovra in tempi di crisi economica?. Tra pro e contro

"Vandalismo istituzionale" commenta qualcuno.
Faccia del degrado e della politica di affossamento messa in atto da questo governo nei confronti della scuola?
La polemica resta aperta, fermo restando che entrando nelle aule della Bat ci si trova davanti la vista di un'aula come tante, come tutte quelle che frequentavano anni orsono i nostri genitori.
Lavagne luminose? Un computer per banco? Macchè, neanche a parlarne. Un miracolo trovare un banco o una sedia integri.

L'esempio di Barletta è solo una delle conseguenze degli innumerevoli tagli ai finanziamenti della scuola messi in atto dal governo, tagli che altro non hanno fatto che aggravare una situazione già grave di per se stessa considerato che il comparto scuola è sempre stato bistrattata da qualsiasi governo. Da anni si va avanti grazie al contributo delle famiglie per materiali di consumo di prima necessità (contributo volontario secondo la legge la legge Bersani (L40/07) del 2 aprile 2007, troppo spesso non si è informati di ciò, vengono 'spacciati' per tasse scolastiche obbligatorie che oscillano tra i 20 e i 200 euro. Nessuno pagherebbe se informato, allora la scuola andrebbe realmente allo scartafaccio ndr) ed ora siamo arrivati addirittura a dover far ricorso a sponsor privati per reperire tavoli, sedie e quant'altro necessario per poter svolgere l'attività istituzionale. Una storia triste, che sa di terzo mondo

«Si tratta di un'iniziativa significativa – commenta Sergio Silvestris, europarlamentare del Popolo della Libertà - specialmente in considerazione del periodo di crisi economica quale quello attuale. La nostra provincia nasce come l'Ente più virtuoso in Italia, il che non può che renderci orgogliosi. Pertanto, da rappresentante di questo territorio, non solo condivido l'appello rivolto a tutte le aziende di sponsorizzare gli arredi didattici scolastici, ma rinnovo loro l'invito ad investire nelle nostre scuole, impegnandomi in prima persona ad acquistare dieci kit comprendenti un banco ed una sedia».


E ancora:
"Va bene il logo dell'azienda sulle suppellettili delle scuole ma è impensabile inserire anche il testo di un messaggio pubblicitario". Commenta il direttore dell'Ufficio scolastico regionale della Puglia, Lucrezia Stellacci, che definisce "ottima" l'iniziativa della Provincia di Barletta-Andria-Trani di dare la possibilità ai privati di fare la pubblicità sulle suppellettili delle scuole.
"Ho letto adesso il bando della Provincia - aggiunge Stellacci - dove è precisato che le ditte devono stabilire prima quale sarà il messaggio pubblicitario da inserire sulle suppellettili". "Per questo - annuncia - stiamo scrivendo una lettera all'assessore Camero in cui chiederemo di eliminare questa parte del bando"
Scuola intesa non più come luogo di istruzione e di formazione alla vita dei giovani ma come palestra di indottrinamento politico o di condizionamento consumistico.

Tra le tante proposte pervenute, spicca anche qualcuno che non cerca sponsorizzazioni. «Non vogliamo sponsorizzare noi ma l'iniziativa» dichiara l'agenzia di comunicazione barese Proforma che acquisterà 25 completi banco-sedia. Anziché il nome su una targa, chiede che vengano inseriti i titoli dei maggiori capolavori della letteratura.«Invitermo i clienti di cui curiamo la comunicazione a fare lo stesso. Ci sono luoghi la cui soglia deve rimanere inaccessibile a qualunque propaganda, sia essa politica o commerciale.»


(Numerose le opinioni, le polemiche restano aperte. Tra pro e contro mi preme solo ricordare che in una scuola che crede di andare avanti alla velocità della luce di pari passo con il mondo intero, un edificio scolastico non ha un numero di banchi necessario a soddisfare l'esigenza di tutti gli studenti. Non parliamo dei computer che da destra a sinistra ci avevano promesso in tanti, solo di sedie e banchi. Semplicemente indispensabili.
Per studiare, è meglio sedersi su una sedia sponsorizzata che per terra. ndr)
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