La città
Nuova sede per l'archivio di stato a Barletta
Intervento del funzionario dell'archivio Michele Grimaldi. Sede presso l'ex convento di San Giovanni di Dio
Barletta - sabato 20 novembre 2010
Pubblichiamo la nota di Michele Grimaldi in merito all'apertura della nuova sede dell'archivio di stato di Barletta.
Non è nel costume di chi scrive "utilizzare" troppo le citazioni ma, in questa occasione, per spiegare in maniera molto chiara ed esauriente gli avvenimenti succedutisi, mi permetto di citare Moravia che nel suo libro "Racconti" spiegava che "… c'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia ".
Mai pensiero fu più calzante per raffigurare tutto quello che è accaduto il 3 ottobre scorso in occasione dell'iniziativa promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal titolo significativo "Domenica di Carta – Archivi e Biblioteche si raccontano".
Infatti, durante le iniziative organizzate a corredo di quell'apertura domenicale straordinaria nazionale di archivi e biblioteche statali, per la prima volta dal Decreto Ministeriale del 27 dicembre 1973 con il quale si istituiva la Sezione di Archivio di Stato di Barletta, la nostra Città poteva ammirare quella che sarà la nuova sede dell'Istituto culturale.
Stiamo parlando dell'ex Convento di S.Giovanni di Dio o, se preferite utilizzare il nome dell'ultimo ufficio che ha occupato l'immobile, dell'ex Caserma Stennio che, dopo circa 50 anni dal suo quasi completo abbattimento, ha riaperto, durante un'eccezionale prima, le sue meravigliose sale al pubblico.
Detto così schematicamente sembrerebbe che il tutto sia stato "fatto" senza alcuna difficoltà organizzativa e per chi la guarda dal di fuori, non può essere che così. Invece il tutto è stato come l'avverarsi di un sogno ( ecco il riferimento a Moravia n.d.r.) all'indomani di una notte agitatissima.
Il tutto ha inizio il 31 agosto scorso quando a Bari, durante la riunione organizzativa dell'evento del 3 ottobre, la Dott.ssa Eugenia Vantaggiato Direttore dell'Archivio di Stato di Bari e delle Sezioni di Barletta e Trani, formulava una "pioneristica" quanto intrigante domanda " Che ne pensate se la manifestazione, per quanto riguarda Barletta, si svolga nella nuova sede della Sezione e abbia il titolo L'Archivio che verrà ? " La proposta, sicuramente interessante ma anche alquanto impegnativa, lasciò tutti perplessi e qualcuno, sarcasticamente ma anche realisticamente, fece notare " … ma se non c'è ancora niente ? " Diversa, come era ovvio, giunse la risposta del rappresentante della Sezione di Barletta il quale, a nome di tutto il personale, accolse con entusiasmo la proposta.
A quel punto si presentavano, incombenti (leggi tempi ristrettissimi), due problemi: l'organizzazione scientifica e quella logistica, ambedue impegnative e con diversi problemi da risolvere. Ma grazie alla professionalità del personale della Sezione di Archivio di Barletta per l'allestimento della mostra documentaria e della dott.ssa Vantaggiato e del Comune di Barletta nella persona del Sindaco Ing. Nicola Maffei (permettetemi un ringraziamento particolare ai suoi collaboratori tra i quali sono da citare operai e tecnici della Bar.S.A.) per la parte logistica, alle 17,30 del giorno 3 ottobre 2010, quella che sarà la nuova sede dell'Istituto Culturale poteva aprire, dopo mezzo secolo, i suoi battenti a visitatori e curiosi giunti anche dai paesi vicini.
Nel salone delle conferenze impreziosita da suggestivi pilastri e volte a crociera, una vera chicca architettonica a parere di tecnici e storici dell'arte presenti, la dott.ssa Vantaggiato dando il benvenuto ai presenti spiegava che " … l'individuazione dell'ex Convento quale sede di un istituto culturale può considerarsi la scelta ideale per la conservazione del quantitativamente e soprattutto qualitativamente importante materiale documentario ma anche permetterne la fruizione a tutti coloro che vogliano approcciarsi in maniera diretta alla storia della propria comunità, formando in questa maniera il cittadino di domani ".
Dello stesso tenore le considerazioni del Sindaco di Barletta Ing. Maffei il quale conscio dell'importanza della dislocazione di un tale istituto in un rione della Città privo di un qualsiasi riferimento culturale, ribadiva " … la storia dell'edificio che accoglierà la sede della sezione locale dell'Archivio di Stato ha origini remote. Racchiude, intatto, il fascino di vicende che il tempo ci ha affidato, più o meno fedelmente, attraverso testimonianze antiche che è dovere collettivo tutelare e tramandare. Il progetto di rendere funzionale e operativa questa sezione dell'Archivio di Stato esprime una volontà di restauro razionale e coerente. Con esso si valorizza l'intelligente recupero strutturale di un immobile candidato ad ossigenare il contesto urbanistico e architettonico ma anche a rivalutare, grazie alla prorompente dinamicità della cultura, il quartiere dove sorge. L'iniziativa che viene presentata, ha fatto intravedere la maestosa bellezza della nuova sede, non ancora ultimata, di via Manfredi, avvicinando il visitatore alla visione di documenti e reperti che certificano le tappe intermedie del nostro secolare incedere e progredire. "L'Archivio che verrà" è stata battezzata, quasi con sfumature propiziatorie, questa giornata che, mostrandoci frammenti di un composito mosaico, fa affiorare le radici di una comunità orgogliosa delle proprie origini. Personalmente, auspicando tempi sostenibili per il restauro della struttura, rinnovo il richiamo alla necessità di rafforzare, costantemente, l'attività di avvicinamento alla memoria, che nello specifico del nostro Archivio schiude una pluralità di orizzonti anche per il patrimonio monumentale e l'evoluzione urbanistica e sociale di Barletta.
Il quadro, infine, veniva completato dall'architetto Giuseppe Teseo della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, direttore dei lavori di completamento della nuova sede, il quale ribadiva che " … la destinazione d'uso dell'ex convento non poteva essere più appropriata e quindi la sola confacente alla valenza storica dell'edificio " e passando poi ai lavori che saranno effettuati spiegava che "… il progetto prevede un'iniziale attenzione per il piano terra da completare il prima possibile per renderlo fruibile e a disposizione della Città, per proseguire con il piano superiore dove verranno dislocati gli uffici e i depositi ".
Terminati i saluti e gli interventi, i numerosissimi visitatori convenuti (in meno di un'ora quasi 500 !) hanno potuto deliziarsi con i documenti, esposti in originale, della mostra "L'Archivio che Verrà" .
L'idea che ha guidato la scelta dei documenti da esporre, come un immaginario filo conduttore che ha posto la Città, i Personaggi e le Persone del suo territorio al centro dell'attenzione, attraversava otto sezioni strettamente collegate tra loro e cioè La Sezione di Archivio di Stato di Barletta, Il Porto, Lo Stato Civile, La Disfida di Barletta, Dalle Congregazioni di Carità al fondo assistenziale E.C.A., Il Liceo Classico "Alfredo Casardi", il Maestro Giuseppe Curci e Il Teatro ed infine L'Archivio che Verrà con suggestive foto e il progetto definitivo del recupero della nuova sede.
Naturalmente, come è stato spiegato, i "gioielli" orgogliosamente ostentati non erano altro che una minima parte dell'enorme tesoro conservato nei depositi della Sezione di Archivio di Stato di Barletta ma che, al più presto, potranno essere resi fruibili in maniera più congrua e sicuramente adeguata.
Non è poi cosi vero che all'alba i sogni svaniscono, a volte si realizzano in maniera inaspettata, basta un po' di perseveranza, l'aiuto di qualche amante della cultura e della propria Città e l'amore per il lavoro che si fa.
Michele Grimaldi
Non è nel costume di chi scrive "utilizzare" troppo le citazioni ma, in questa occasione, per spiegare in maniera molto chiara ed esauriente gli avvenimenti succedutisi, mi permetto di citare Moravia che nel suo libro "Racconti" spiegava che "… c'è nei sogni, specialmente in quelli generosi, una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche coloro che vorrebbero mantenerli confinati nel limbo innocuo della più inerte fantasia ".
Mai pensiero fu più calzante per raffigurare tutto quello che è accaduto il 3 ottobre scorso in occasione dell'iniziativa promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal titolo significativo "Domenica di Carta – Archivi e Biblioteche si raccontano".
Infatti, durante le iniziative organizzate a corredo di quell'apertura domenicale straordinaria nazionale di archivi e biblioteche statali, per la prima volta dal Decreto Ministeriale del 27 dicembre 1973 con il quale si istituiva la Sezione di Archivio di Stato di Barletta, la nostra Città poteva ammirare quella che sarà la nuova sede dell'Istituto culturale.
Stiamo parlando dell'ex Convento di S.Giovanni di Dio o, se preferite utilizzare il nome dell'ultimo ufficio che ha occupato l'immobile, dell'ex Caserma Stennio che, dopo circa 50 anni dal suo quasi completo abbattimento, ha riaperto, durante un'eccezionale prima, le sue meravigliose sale al pubblico.
Detto così schematicamente sembrerebbe che il tutto sia stato "fatto" senza alcuna difficoltà organizzativa e per chi la guarda dal di fuori, non può essere che così. Invece il tutto è stato come l'avverarsi di un sogno ( ecco il riferimento a Moravia n.d.r.) all'indomani di una notte agitatissima.
Il tutto ha inizio il 31 agosto scorso quando a Bari, durante la riunione organizzativa dell'evento del 3 ottobre, la Dott.ssa Eugenia Vantaggiato Direttore dell'Archivio di Stato di Bari e delle Sezioni di Barletta e Trani, formulava una "pioneristica" quanto intrigante domanda " Che ne pensate se la manifestazione, per quanto riguarda Barletta, si svolga nella nuova sede della Sezione e abbia il titolo L'Archivio che verrà ? " La proposta, sicuramente interessante ma anche alquanto impegnativa, lasciò tutti perplessi e qualcuno, sarcasticamente ma anche realisticamente, fece notare " … ma se non c'è ancora niente ? " Diversa, come era ovvio, giunse la risposta del rappresentante della Sezione di Barletta il quale, a nome di tutto il personale, accolse con entusiasmo la proposta.
A quel punto si presentavano, incombenti (leggi tempi ristrettissimi), due problemi: l'organizzazione scientifica e quella logistica, ambedue impegnative e con diversi problemi da risolvere. Ma grazie alla professionalità del personale della Sezione di Archivio di Barletta per l'allestimento della mostra documentaria e della dott.ssa Vantaggiato e del Comune di Barletta nella persona del Sindaco Ing. Nicola Maffei (permettetemi un ringraziamento particolare ai suoi collaboratori tra i quali sono da citare operai e tecnici della Bar.S.A.) per la parte logistica, alle 17,30 del giorno 3 ottobre 2010, quella che sarà la nuova sede dell'Istituto Culturale poteva aprire, dopo mezzo secolo, i suoi battenti a visitatori e curiosi giunti anche dai paesi vicini.
Nel salone delle conferenze impreziosita da suggestivi pilastri e volte a crociera, una vera chicca architettonica a parere di tecnici e storici dell'arte presenti, la dott.ssa Vantaggiato dando il benvenuto ai presenti spiegava che " … l'individuazione dell'ex Convento quale sede di un istituto culturale può considerarsi la scelta ideale per la conservazione del quantitativamente e soprattutto qualitativamente importante materiale documentario ma anche permetterne la fruizione a tutti coloro che vogliano approcciarsi in maniera diretta alla storia della propria comunità, formando in questa maniera il cittadino di domani ".
Dello stesso tenore le considerazioni del Sindaco di Barletta Ing. Maffei il quale conscio dell'importanza della dislocazione di un tale istituto in un rione della Città privo di un qualsiasi riferimento culturale, ribadiva " … la storia dell'edificio che accoglierà la sede della sezione locale dell'Archivio di Stato ha origini remote. Racchiude, intatto, il fascino di vicende che il tempo ci ha affidato, più o meno fedelmente, attraverso testimonianze antiche che è dovere collettivo tutelare e tramandare. Il progetto di rendere funzionale e operativa questa sezione dell'Archivio di Stato esprime una volontà di restauro razionale e coerente. Con esso si valorizza l'intelligente recupero strutturale di un immobile candidato ad ossigenare il contesto urbanistico e architettonico ma anche a rivalutare, grazie alla prorompente dinamicità della cultura, il quartiere dove sorge. L'iniziativa che viene presentata, ha fatto intravedere la maestosa bellezza della nuova sede, non ancora ultimata, di via Manfredi, avvicinando il visitatore alla visione di documenti e reperti che certificano le tappe intermedie del nostro secolare incedere e progredire. "L'Archivio che verrà" è stata battezzata, quasi con sfumature propiziatorie, questa giornata che, mostrandoci frammenti di un composito mosaico, fa affiorare le radici di una comunità orgogliosa delle proprie origini. Personalmente, auspicando tempi sostenibili per il restauro della struttura, rinnovo il richiamo alla necessità di rafforzare, costantemente, l'attività di avvicinamento alla memoria, che nello specifico del nostro Archivio schiude una pluralità di orizzonti anche per il patrimonio monumentale e l'evoluzione urbanistica e sociale di Barletta.
Il quadro, infine, veniva completato dall'architetto Giuseppe Teseo della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, direttore dei lavori di completamento della nuova sede, il quale ribadiva che " … la destinazione d'uso dell'ex convento non poteva essere più appropriata e quindi la sola confacente alla valenza storica dell'edificio " e passando poi ai lavori che saranno effettuati spiegava che "… il progetto prevede un'iniziale attenzione per il piano terra da completare il prima possibile per renderlo fruibile e a disposizione della Città, per proseguire con il piano superiore dove verranno dislocati gli uffici e i depositi ".
Terminati i saluti e gli interventi, i numerosissimi visitatori convenuti (in meno di un'ora quasi 500 !) hanno potuto deliziarsi con i documenti, esposti in originale, della mostra "L'Archivio che Verrà" .
L'idea che ha guidato la scelta dei documenti da esporre, come un immaginario filo conduttore che ha posto la Città, i Personaggi e le Persone del suo territorio al centro dell'attenzione, attraversava otto sezioni strettamente collegate tra loro e cioè La Sezione di Archivio di Stato di Barletta, Il Porto, Lo Stato Civile, La Disfida di Barletta, Dalle Congregazioni di Carità al fondo assistenziale E.C.A., Il Liceo Classico "Alfredo Casardi", il Maestro Giuseppe Curci e Il Teatro ed infine L'Archivio che Verrà con suggestive foto e il progetto definitivo del recupero della nuova sede.
Naturalmente, come è stato spiegato, i "gioielli" orgogliosamente ostentati non erano altro che una minima parte dell'enorme tesoro conservato nei depositi della Sezione di Archivio di Stato di Barletta ma che, al più presto, potranno essere resi fruibili in maniera più congrua e sicuramente adeguata.
Non è poi cosi vero che all'alba i sogni svaniscono, a volte si realizzano in maniera inaspettata, basta un po' di perseveranza, l'aiuto di qualche amante della cultura e della propria Città e l'amore per il lavoro che si fa.
Michele Grimaldi