Anna Rizzi Francabandiera
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Politica

Anna Rizzi Francabandiera, intervista al vicesindaco della Giunta Cascella

«In questa Giunta si parlerà un'unica voce, è questo l'auspicio». Ascolto della cittadinanza, superamento del patto di stabilità, legalità

La Giunta Cascella è ormai quasi del tutto al completo. Mancano ora soltanto 2 caselle (tra queste la delega alla Cultura), che saranno svelate in questi giorni. Barlettalife ha intervistato il neo-vicesindaco della nuova giunta, Anna Rizzi Francabandiera (Sinistra Unita), sindacalista della Cgil, che ha assunto la delega alle Politiche Sociali.

Vicesindaco, come si è giunti all'indicazione del suo nome per la Giunta? Il PD ha trovato in poco tempo l'accordo, in Sinistra Unita è sembrato mancare l'intesa tra le sue componenti (FdS, SEL, Sinistra per Barletta), come sono andate le cose?
«All'interno di Sinistra Unita ci sono soggetti che stanno insieme rispetto a un nuovo progetto di sinistra, per cui la discussione abbastanza prolungata è stata il sale della democrazia. C'è stata una lunga discussione dalla quale è sorta una rosa di due nomi: il mio e quello del compagno Franco Corcella (coordinatore Camera del Lavoro Cgil di Barletta ndr), che ritengo anch'egli abbia un bel curriculum professionale. Alla fine la scelta del sindaco Cascella è ricaduta su di me. L'ho saputo ieri all'ultimo momento, alle 18.30, mentre stavo tornando dal mio lavoro a casa. Ho saputo che erano stati sottoposti questi due nominativi, e così come ho saputo questo, mi hanno informato che la scelta era ricaduta su di me».

Nichi Vendola, leader di SEL, il suo partito, sabato scorso ai nostri microfoni ha definito Sinistra Unita come un'esperienza politica solo barlettana. A Barletta rimarrà tale, cioè rimarrà unita?
«Io ritengo che questo progetto debba permanere e continuare, anche alla luce del risultato che è stato ottenuto da questa lista. Aver espresso quattro consiglieri comunali è stata una bella rappresentanza. Questo progetto può andare avanti, come tutte le cose sperimentali. Dobbiamo però provare ad amalgamare tutta la nostra composizione».

La sua candidatura in queste elezioni, come ha riferito a Barlettalife, è stata legata alla candidatura di Pasquale Cascella. Ora lui è sindaco, e lei il suo vice. Che rapporto ha con Cascella?
«Il mio rapporto con il sindaco Cascella è di lunghissima data e si era consolidato nei primi anni di militanza all'interno del PCI. Abbiamo poi avuto due percorsi di vita in due mondi diversi: lui nell'ambito del giornalismo e della comunicazione, io nel mondo sindacale. A volte ci incontravamo durante le festività con le famiglie. Questo ritorno di Pasquale a Barletta è stato da me accolto con grande gioia: io credo che lui possa dare a questa città un valore aggiunto».

Lei oltre ad essere assessore, ha assunto anche la carica di vicesindaco.
«Devo ancora razionalizzare un po' le cose: sono stata colta di sorpresa per questa carica di vicesindaco. Io mi sento all'altezza di portare avanti questo incarico, come ho sempre svolto il mio lavoro, cioè con vivacità e voglia di fare bene. Il mio impegno diventa maggiore, ed è una spinta in più, quasi una continua sfida con me stessa».

Da più di 10 anni lavora a Bari per la Cgil, e dal 2011 è responsabile del dipartimento Politiche Sociali. Torna ora a Barletta per questo nuovo impegno politico-istituzionale. Che esperienza porta? E quali aspetti della sua attività sindacale vuole portare nelle politiche cittadine?
«In realtà nel mio curriculum c'è stata anche la carica di segretaria del sindacato dei pensionati, sia a Bari poi nella Bat nel comprensorio di Andria e ancora a Bari. Sono stata anche presidente dell'Auser, un'associazione di volontariato di emanazione Spi-Cgil. Mi sono quindi sempre confrontata con gli anziani: il mio impegno rispetto al rapporto e alla contrattazione sociale deriva da moltissimi anni di esperienza. Per me era il pane quotidiano confrontarmi con comuni e Asl in difesa degli anziani. Dal punto di vista culturale e della formazione, devo molto alla Cgil. In questo momento è importante coinvolgere la cittadinanza, questo è il periodo dell'ascolto, di guardare a cosa è stato fatto e a come l'ascolto di oggi si può integrare con cosa è stato fatto ieri. Bisogna prendere quanto di buono è stato fatto nel passato, capire quali sono i nuovi bisogni, le nuove povertà, le nuove fragilità: bisogni che toccano tutti, dai bambini agli anziani».

La sua delega alle Politiche Sociali (Lavoro, Welfare, 3° Settore) comprende importanti e delicati ambiti della città, sui quali pesa la situazione di un'amministrazione in uno stato di blocco, con lo spettro del vincolo del Patto di Stabilità che aleggia su di sé. Come intende intervenire su questi settori?
«Adesso ci vengono un attimo incontro i finanziamenti del Piano di Azione e di Coesione del ministro Barca. Io oggi devo guardare cosa c'è e quali sono i fondi. E' tutto successo molto rapidamente, passerò dal Comune a fine intervista. Oggi voglio vedere le cose come stanno. Sul Patto di Stabilità c'è questa idea del sindaco Cascella di collaborare con gli altri comuni per superare questo patto, il che significa dare lavoro e cantierizzare». «Dobbiamo fare molta attenzione alle questioni economiche. Qualcuno mi chiedeva che Barletta vorrei: io penso a una città solidale, e quando dico solidale intendo una città in cui ognuno di noi si faccia carico dell'altro. Vanno scardinati anche alcuni furbi che magari godono di servizi di cui non hanno diritto. Da una parte ci sono i diritti, dall'altra i doveri. Chi ha di più deve pagare di più, chi ha di meno deve pagare di meno. Dobbiamo fare in modo che quelle risorse che entrano vadano in favore delle persone che oggi non hanno voce in capitolo. Oggi devo guardare la situazione così com'è: questo assessorato va guardato con la lente di ingrandimento per vedere come si rimette tutto in equilibrio. Ho bisogno ora di lavorare con grande tranquillità per capire sino in fondo come stanno le cose e poter poi comprendere i bisogni di quartieri, associazioni e studiare le risposte da dare».

Molti dei problemi in questione possono essere ricondotti ad un deficit di legalità. La scorsa settimana, abbiamo intervistato il prof. Ugo Villani, suo attuale collega di Giunta. Le poniamo la stessa domanda fatta a lui. Qual è la condizione della legalità oggi a Barletta?
«In questo periodo sono stata impegnata moltissimo sulla questione della legalità: c'è stata infatti una proposta della Cgil di raccolta firme sui beni confiscati alle mafie. La legalità va studiata a 360 gradi: è illegale chi parcheggia sulle rampe per disabili, è illegale non avere strisce pedonali. Parlare di illegalità significa far emergere qualcosa di sommerso che tutti vediamo, ma su cui spesso tacciamo. In campagna elettorale qualcuno parlava di voto di scambio: io ho sempre detto che se se ne hanno le prove, bisogna denunciarlo. Per me la legalità va messa al primo posto in ogni campo della vita, non solo nelle amministrazioni. A tal proposito, sono felicissima di avere la possibilità di lavorare con il prof. Villani, che ha il ruolo di assessore alla legalità: se il sindaco ha pensato a questa carica per il prof. Villani, vuol dire che molti di noi si sono accorti che questa città è border-line in alcune questioni circa il concetto di legalità. La legalità va masticata tutti i giorni».

Le competenze del suo assessorato, e le aspettative dei cittadini rispetto ad esso, investono lei di grandi responsabilità. Sarà autorevole, garantirà pugno duro contro le sacche di clientelismo e di illegalità?
«Su questo possono stare tutti tranquilli: il diritto va assicurato. So benissimo che questo assessorato ha su di sé l'attenzione di tutta la cittadinanza. I cittadini possono stare tranquilli, perché abbiamo le mani libere da lacci e lacciuoli. Lavoreremo con tutta la nostra esperienza, mettendo insieme le esperienze di tutti gli assessorati, che dovranno lavorare in rete. Questa è la via per dare vita ad una città legale e solidale. Dobbiamo studiare la questione dei vincoli, iniziando a capire dove e perché ci sono opere bloccate per la burocrazia, un campo spesso non snello. Spero ora, che una volta completata la rosa dei nomi della Giunta, faremo subito un confronto tutti insieme per capire come effettivamente possiamo dare una spinta su questioni su cui la città chiede risposte».

Da cosa dovrebbe partire la prima riunione di Giunta?
«Le linee le darà il sindaco, poi è naturale che ognuno di noi dirà la sua sul suo settore: in questa Giunta si parlerà un'unica voce, è questo l'auspicio. E' logico che ci saranno discussioni, ma ritengo che dovremo iniziare a dare il buon esempio, facendo in modo che tutti rappresentino degnamente l'amministrazione così come il sindaco fa. Ci sono tante idee in fermento, che hanno però bisogno di essere convogliate in un'unica discussione».

Continuerà parallelamente la sua attività sindacale?
«Non resterà parallela. Ho avuto due incarichi importanti, che vanno svolti full-time. Credo sia giusto così. Già da lunedì ho chiesto le ferie. Mi dedicherò a Palazzo di Città già per vedere come stanno le cose, e credo che poi in seguito chiederò un'aspettativa alla Cgil. Anche loro sono contenti che il sindaco mi abbia scelto per questi ruoli».
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