La città
Anche "L'Angioletto" è stanco di aspettare
Un altro Natale di annunci e rinvii. Accorciare i tempi sfibranti e affannosi della politica
Barletta - venerdì 23 dicembre 2011
Nella biografia dell'eclettico Steve Jobs, forse il più grande imprenditore-innovatore dei nostri tempi, si racconta che la sua nuova casa, benché acquistata e abitata da tanto tempo, non fosse stata completata in quanto non gli era riuscito di realizzare il "punto di perfezione" degli arredi. A Steve Jobs possiamo credere, anche per le sue comprovate doti di onestà umana ed intellettuale, all'Amministrazione Comunale (ahinoi) siamo costretti a credere un po' meno. C'è una storia al tempo stesso semplice ed incomprensibile che può aiutare a comprendere meglio il perché di questa metafora. Le famose "piccole cose" che spesso ci aiutano a capire meglio tante altre vicende, apparentemente complesse, che riguardano la pubblica amministrazione.
Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2006 veniva approvato dalla Giunta Comunale il progetto di ristrutturazione dell'ex scuola materna "L'Angioletto" di Via Barberini per l'importo di Euro 390.000, co-finanziato al 50% con fondi regionali. La ristrutturazione era finalizzata a trasformare l'immobile in un "centro educativo diurno per portatori di handicap grave", così come recita testualmente il titolo della delibera.
A distanza di molti anni, un comunicato stampa del Sindaco, del 17 febbraio 2011, ne annunciava l'apertura al pubblico. In realtà si trattava dell'ennesima "comunicazione pre-elettorale" non certo della reale possibilità di fruizione da parte dei poveri e speranzosi destinatari. Ma si sa quando si parla di "soggetti svantaggiati", spesso per misero pietismo all'italiana, si è prodighi di buoni propositi e di buone intenzioni. Così molti mesi dopo, esattamente il 3 dicembre 2011, altro giro altro comunicato: in occasione della "Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità", con una inappropriata metafora ciclistica, la Città veniva informata che era in "dirittura d'arrivo" l'apertura del centro diurno per disabili "L'Angioletto", definito peraltro "obiettivo prioritario dell'Amministrazione".
Le verità sono altre. Risulterebbe che motivo della tardiva utilizzazione della struttura sarebbero: la fornitura degli arredi da una parte, e le procedure di gara per l'affidamento della gestione del servizio dall'altra. Per entrambe le questioni pare tuttora sia tutto in alto mare. Se per gli arredi risulta un po' difficile immaginare che il Comune di Barletta, notoriamente poco vocato alla "perfezione", abbia voluto emulare il compianto Steve Jobs; per le procedure di gara si è quasi sicuramente nella classica e necessaria lunga fase di "studio e approfondimento". Quando si ha davvero a cuore la qualità della vita delle persone diversamente abili non può essere consentito a nessuno di traccheggiare e perder tempo, a maggior ragione se si tratta di una istituzione pubblica come il Comune. Assistiamo invece ad un grave ritardo che nega a tanti uomini e donne una importante occasione di socializzazione e quindi una migliore esistenza.
Sono ormai trascorsi 5 anni dall'approvazione del progetto, un intervento di semplice ristrutturazione che oggettivamente non può paragonarsi alle oggettive complessità di una "grande opera"; pur tuttavia ad oggi vi è solo un susseguirsi di annunci beffardi e propagandistici. C'è il rischio incombente, peraltro, che la struttura a causa dell'inutilizzo possa deteriorarsi, cosa che si è già verificata per una bellissima palma, collocata all'esterno e donata alcuni anni fa da un privato cittadino, la cui chioma è completamente secca.
Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 2006 veniva approvato dalla Giunta Comunale il progetto di ristrutturazione dell'ex scuola materna "L'Angioletto" di Via Barberini per l'importo di Euro 390.000, co-finanziato al 50% con fondi regionali. La ristrutturazione era finalizzata a trasformare l'immobile in un "centro educativo diurno per portatori di handicap grave", così come recita testualmente il titolo della delibera.
A distanza di molti anni, un comunicato stampa del Sindaco, del 17 febbraio 2011, ne annunciava l'apertura al pubblico. In realtà si trattava dell'ennesima "comunicazione pre-elettorale" non certo della reale possibilità di fruizione da parte dei poveri e speranzosi destinatari. Ma si sa quando si parla di "soggetti svantaggiati", spesso per misero pietismo all'italiana, si è prodighi di buoni propositi e di buone intenzioni. Così molti mesi dopo, esattamente il 3 dicembre 2011, altro giro altro comunicato: in occasione della "Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità", con una inappropriata metafora ciclistica, la Città veniva informata che era in "dirittura d'arrivo" l'apertura del centro diurno per disabili "L'Angioletto", definito peraltro "obiettivo prioritario dell'Amministrazione".
Le verità sono altre. Risulterebbe che motivo della tardiva utilizzazione della struttura sarebbero: la fornitura degli arredi da una parte, e le procedure di gara per l'affidamento della gestione del servizio dall'altra. Per entrambe le questioni pare tuttora sia tutto in alto mare. Se per gli arredi risulta un po' difficile immaginare che il Comune di Barletta, notoriamente poco vocato alla "perfezione", abbia voluto emulare il compianto Steve Jobs; per le procedure di gara si è quasi sicuramente nella classica e necessaria lunga fase di "studio e approfondimento". Quando si ha davvero a cuore la qualità della vita delle persone diversamente abili non può essere consentito a nessuno di traccheggiare e perder tempo, a maggior ragione se si tratta di una istituzione pubblica come il Comune. Assistiamo invece ad un grave ritardo che nega a tanti uomini e donne una importante occasione di socializzazione e quindi una migliore esistenza.
Sono ormai trascorsi 5 anni dall'approvazione del progetto, un intervento di semplice ristrutturazione che oggettivamente non può paragonarsi alle oggettive complessità di una "grande opera"; pur tuttavia ad oggi vi è solo un susseguirsi di annunci beffardi e propagandistici. C'è il rischio incombente, peraltro, che la struttura a causa dell'inutilizzo possa deteriorarsi, cosa che si è già verificata per una bellissima palma, collocata all'esterno e donata alcuni anni fa da un privato cittadino, la cui chioma è completamente secca.