Politica
Alessandro Porcelluzzi a tu per tu con la sinistra barlettana
Analisi dei risultati del centrosinistra alle ultime elezioni amministrative. Partito per partito, tutti i progetti politici
Barletta - martedì 24 maggio 2011
Riceviamo e pubblichiamo questa interessante analisi del centrosinistra barlettano curata da Alessandro Porcelluzzi. La nota, in riferimento ai risultati all'andamento dell'ultima tornata elettorale, propone dettagliati approfondimenti per ogni singola realtà politica che ha sostenuto la coalizione di centrosinistra.
Il PD
Il Partito Democratico ha conquistato 10 seggi. Si conferma il primo partito della città ed era anche prevedibile essendo il partito del sindaco. Su alcune questioni occorre però riflettere. Una di queste è la scomparsa degli ex DS. Chi pensava di portare la cultura e la storia della sinistra DENTRO il PD ha invece regalato quella cultura e quella storia AL PD. Una storiella non da poco che alle scorse elezioni vantava 9000 voti (di cui oltre 2000 senza preferenza...). Se la storia del Pci-Pds-DS è stata cancellata, cosa rimane? Rimane in vita un pezzo del ceto post e neo democristiano da un lato e il gruppo che ha come ceppo d'origine, e come scuola di politica, Alberto Tedesco dall'altra. Fuori da questo quadro rimane solo Michele Lasala, unico "nativo" del PD (cito Bersani), una candidatura avvertita come autonoma rispetto ai potentati e padrini.
La Buona Politica
Con queste elezioni la Buona politica ha smesso di essere il progetto politico che aveva in mente Francesco Salerno e che era fondamentalmente terzo-polista. Dalla composizione della lista, ma soprattutto dai risultati e dagli eletti (Marzocca, Lanotte, Calabrese) emerge la natura squisitamente di lista civica. Di strumento cioè per accordi tra soggetti estranei o dissidenti rispetto ai partiti tradizionali.
Sel
Mi sembra evidente la sconfitta del gruppo dirigente Brucoli-Dicorato-Acclavio. Nella regione di Vendola e nell'unico capoluogo in cui si votava, Sel ottiene un risultato mediocre. A cui si aggiunge il fatto che i due eletti, Ventura e Santeramo, non sono parte nè espressione del gruppo fondatore e dirigente del partito.Ventura ha semplicemente replicato il proprio consenso di 5 anni fa in un contenitore diverso. E Santeramo ha agito, e bene, in solitaria.Il candidato di punta della quasi totalità dei quadri del partito, segretario provinciale compreso, Massimo Mazzarisi arriva terzo e molto distante dal capolista. La corazzata Brucoli si schianta qui e confeziona un capolavoro anche a Trinitapoli dove, assecondando
Sannicandro, perde una roccaforte.
PSI
Il partito socialista ha subito una botta di arresto notevole. Per un partito che contava quattro consiglieri comunali e negli scampoli finali di consigliatura un vicesindaco e un consigliere regionale, una flessione di oltre 1000 voti merita un approfondimento. Rocco Dileo in un'intervista di oggi attribuisce alle scorrettezze altrui in campagna elettorale il motivo di questa flessione. Suggerisco altri due elementi (provvisori e tutti da rivedere e approfondire):
1) I consiglieri uscenti hanno sì raggiunto le posizioni alte in lista, ma o hanno perso o comunque non hanno guadagnato consenso.Il partito ha quindi forse scontato un eccesso di anzianità (politica più che anagrafica) dei candidati.
2) Il Psi non è riuscito a tirare la volata acquisita in due occasioni: le regionali con l'elezione di Franco Pastore; le primarie con il ragguardevole risultato di Tonino Carpagnano. Nel primo caso l'interruzione di un percorso (Socialisti+Sel) evidentemente gradito all'elettorato ha mostrato i suoi riflessi negativi; nel secondo sarebbe forse stato utile mantenere viva la mobilitazione attorno al candidato alle primarie anche durante la campagna elettorale vera.
Federazione della sinistra
A mio modo di vedere è il partito che esce più rafforzato dalla competizione. Ritorna in consiglio comunale dopo 5 anni. Elegge due consiglieri con una percentuale notevole se confrontata con i dati nazionali. Maria Campese fa strike eleggendo il fedelissimo Caporusso e vincendo la scommessa dell'apertura alla candidatura di Carmine Doronzo, eletto con un risultato notevolissimo. Vale per la Federazione l'opposto di quel che ho scritto su Sel: l'apertura alla "sinistra diffusa" ha permesso la crescita del partito senza far fallire la dirigenza.
Idv
L'Italia dei Valori resiste e conquista due seggi anch'essa. Scrivo "resiste" perché forti tensioni interne non facevano ben sperare all'inizio della campagna elettorale. Ritorna in Consiglio Filannino e con lui la new entry nel partito Dibenedetto. Come dice il logopedista ne "Il discorso del re": mio il terreno, mie le regole. E di campagne elettorali e delle loro regole Salvatore Filannino è sicuramente esperto.
Il PD
Il Partito Democratico ha conquistato 10 seggi. Si conferma il primo partito della città ed era anche prevedibile essendo il partito del sindaco. Su alcune questioni occorre però riflettere. Una di queste è la scomparsa degli ex DS. Chi pensava di portare la cultura e la storia della sinistra DENTRO il PD ha invece regalato quella cultura e quella storia AL PD. Una storiella non da poco che alle scorse elezioni vantava 9000 voti (di cui oltre 2000 senza preferenza...). Se la storia del Pci-Pds-DS è stata cancellata, cosa rimane? Rimane in vita un pezzo del ceto post e neo democristiano da un lato e il gruppo che ha come ceppo d'origine, e come scuola di politica, Alberto Tedesco dall'altra. Fuori da questo quadro rimane solo Michele Lasala, unico "nativo" del PD (cito Bersani), una candidatura avvertita come autonoma rispetto ai potentati e padrini.
La Buona Politica
Con queste elezioni la Buona politica ha smesso di essere il progetto politico che aveva in mente Francesco Salerno e che era fondamentalmente terzo-polista. Dalla composizione della lista, ma soprattutto dai risultati e dagli eletti (Marzocca, Lanotte, Calabrese) emerge la natura squisitamente di lista civica. Di strumento cioè per accordi tra soggetti estranei o dissidenti rispetto ai partiti tradizionali.
Sel
Mi sembra evidente la sconfitta del gruppo dirigente Brucoli-Dicorato-Acclavio. Nella regione di Vendola e nell'unico capoluogo in cui si votava, Sel ottiene un risultato mediocre. A cui si aggiunge il fatto che i due eletti, Ventura e Santeramo, non sono parte nè espressione del gruppo fondatore e dirigente del partito.Ventura ha semplicemente replicato il proprio consenso di 5 anni fa in un contenitore diverso. E Santeramo ha agito, e bene, in solitaria.Il candidato di punta della quasi totalità dei quadri del partito, segretario provinciale compreso, Massimo Mazzarisi arriva terzo e molto distante dal capolista. La corazzata Brucoli si schianta qui e confeziona un capolavoro anche a Trinitapoli dove, assecondando
Sannicandro, perde una roccaforte.
PSI
Il partito socialista ha subito una botta di arresto notevole. Per un partito che contava quattro consiglieri comunali e negli scampoli finali di consigliatura un vicesindaco e un consigliere regionale, una flessione di oltre 1000 voti merita un approfondimento. Rocco Dileo in un'intervista di oggi attribuisce alle scorrettezze altrui in campagna elettorale il motivo di questa flessione. Suggerisco altri due elementi (provvisori e tutti da rivedere e approfondire):
1) I consiglieri uscenti hanno sì raggiunto le posizioni alte in lista, ma o hanno perso o comunque non hanno guadagnato consenso.Il partito ha quindi forse scontato un eccesso di anzianità (politica più che anagrafica) dei candidati.
2) Il Psi non è riuscito a tirare la volata acquisita in due occasioni: le regionali con l'elezione di Franco Pastore; le primarie con il ragguardevole risultato di Tonino Carpagnano. Nel primo caso l'interruzione di un percorso (Socialisti+Sel) evidentemente gradito all'elettorato ha mostrato i suoi riflessi negativi; nel secondo sarebbe forse stato utile mantenere viva la mobilitazione attorno al candidato alle primarie anche durante la campagna elettorale vera.
Federazione della sinistra
A mio modo di vedere è il partito che esce più rafforzato dalla competizione. Ritorna in consiglio comunale dopo 5 anni. Elegge due consiglieri con una percentuale notevole se confrontata con i dati nazionali. Maria Campese fa strike eleggendo il fedelissimo Caporusso e vincendo la scommessa dell'apertura alla candidatura di Carmine Doronzo, eletto con un risultato notevolissimo. Vale per la Federazione l'opposto di quel che ho scritto su Sel: l'apertura alla "sinistra diffusa" ha permesso la crescita del partito senza far fallire la dirigenza.
Idv
L'Italia dei Valori resiste e conquista due seggi anch'essa. Scrivo "resiste" perché forti tensioni interne non facevano ben sperare all'inizio della campagna elettorale. Ritorna in Consiglio Filannino e con lui la new entry nel partito Dibenedetto. Come dice il logopedista ne "Il discorso del re": mio il terreno, mie le regole. E di campagne elettorali e delle loro regole Salvatore Filannino è sicuramente esperto.