La città
Accessibilità al PalaMarchiselli, «doppia sconfitta per Barletta»
Le difficoltà della SportInsieme Sud raccontate dalla presidente dell'APS Binario 10
Barletta - giovedì 28 novembre 2019
23.53 Comunicato Stampa
Il 24 novembre scorso presso il PalaMarchiselli si è disputato il match di Basket in Carrozzina della 3° giornata di campionato di serie B girone D, tra la Polisportiva Dilettantistica SportInsieme Sud guidata da Ruggiero Lauroia ed l'ASD Lupiae Team Salento con il coach leccese Andrea Calò. Anna Brattoli, presidente dell'APS Binario 10, estende la seguente nota non tanto per «porre l'attenzione sulla questione meramente agonistica che tuttavia ha visto vincitori gli ospiti, bensì sull'aspetto sociale che riteniamo sia stato ampiamente trascurato».
«Partiamo innanzitutto dal diritto dei protagonisti ad usufruire di una struttura adeguata a determinate esigenze - scrive Brattoli - giacché per chi porta una carrozzella, salire un piccolo scalino rappresenta un enorme ostacolo. Per raggiungere lo spogliatoio infatti, i ragazzi hanno costruito con i propri mezzi, una rampetta, successivamente rimossa, in modo da facilitare l'accesso. Diverse mail sono state inviate senza successo e riscontro agli organi competenti mediante pec in modo da renderli partecipi del disagio vissuto da tutti gli atleti e tentare di sopperire tempestivamente a queste carenze. Oltre alla difficoltà vera e propria di accesso agli spogliatoi, vi è altresì quella per usufruire dei bagni anche per le società ospiti nel nostro impianto sportivo. Le sollecitazioni avrebbero dovuto portare a sopralluoghi finalizzati alla risoluzione delle sopra citate problematiche, le quali a loro volta, nel corso dei lavori di manutenzione già effettuati, sarebbero potute essere eliminate, poiché, ricordiamo, che il palazzetto è ad oggi, in possesso di regolare agibilità.
Nonostante si parli spesso per luoghi comuni di disabilità e sensibilizzazione su questa tematica, quando ci si sofferma sui fatti, notiamo irrimediabilmente altre lacune. Sugli spalti il pubblico era praticamente assente: gli unici a fare il tifo erano una decina di salentini, accompagnatori dei propri cari in trasferta a Barletta. Una doppia sconfitta per la nostra città, non solo dal punto di vista agonistico, ma da quello umano.
La nostra squadra avrebbe meritato il giusto tifo e supporto; vedere quel palazzetto vuoto, vedere il sudore e l'impegno non ripagati come meritano, pone degli interrogativi a tutti i cittadini e perché no, alla nostra amministrazione, notoriamente sensibile a questa tematica. La conoscenza stessa di questa realtà associativa che consente ai disabili di fare sport è piuttosto blanda. Essendo la SportInsieme Barletta l'unica società sportiva a coinvolgere i ragazzi disabili, probabilmente sarebbe opportuno supportare maggiormente qualche attività volta a promuovere questo sport che mette in campo non solo il gioco, ma soprattutto l'impegno, la passione, la voglia di crescita personale e di sfida quotidiana con se stessi e con gli altri, per dimostrare quanto un limite talvolta può diventare una possibilità utile a superare gli ostacoli in maniera decisa e risoluta.
È difficile parlare di disabilità e delle connesse questioni che coinvolgono i diretti interessati, tuttavia noi cittadini abbiamo il dovere di mostrare concretamente la volontà di superare e abbattere queste barriere, che non riguardano unicamente l'aspetto architettonico, bensì culturale e morale. La giornata piovosa di domenica avrebbe dovuto e potuto rappresentare un momento di raccoglimento, aggregazione e incitamento forte, il cui unico obiettivo sarebbe dovuto essere la condivisione di un sentimento comune: la soddisfazione e l'appagamento, a prescindere dal risultato.
Ci auguriamo con i migliori propositi e intenzioni che questo articolo divenga la miccia utile a portar luce su una questione cara e sensibile trascurata fino a questo momento da cittadini, dai nostri politici e dai media locali, nonostante le tante parole spese in diverse circostanze, da chi dovrebbe farne missione e perno della propria attività.
Il Consiglio dell'Unione Europea afferma che lo sport è fonte e motore di inclusione sociale e viene riconosciuto come strumento eccellente per l'integrazione delle minoranze e dei gruppi a rischio di emarginazione sociale. Per tale ragione, la frase di Nelson Mandela "Lo sport ride in faccia a ogni tipo di discriminazione" viene riportata anche nel manifesto di Sport e Integrazione del Coni. Ricordiamoci che le partite non si giocano solo in campo ma fuori e nella quotidianità, soprattutto nei momenti lontani dalle campagne elettorali.
«Partiamo innanzitutto dal diritto dei protagonisti ad usufruire di una struttura adeguata a determinate esigenze - scrive Brattoli - giacché per chi porta una carrozzella, salire un piccolo scalino rappresenta un enorme ostacolo. Per raggiungere lo spogliatoio infatti, i ragazzi hanno costruito con i propri mezzi, una rampetta, successivamente rimossa, in modo da facilitare l'accesso. Diverse mail sono state inviate senza successo e riscontro agli organi competenti mediante pec in modo da renderli partecipi del disagio vissuto da tutti gli atleti e tentare di sopperire tempestivamente a queste carenze. Oltre alla difficoltà vera e propria di accesso agli spogliatoi, vi è altresì quella per usufruire dei bagni anche per le società ospiti nel nostro impianto sportivo. Le sollecitazioni avrebbero dovuto portare a sopralluoghi finalizzati alla risoluzione delle sopra citate problematiche, le quali a loro volta, nel corso dei lavori di manutenzione già effettuati, sarebbero potute essere eliminate, poiché, ricordiamo, che il palazzetto è ad oggi, in possesso di regolare agibilità.
Nonostante si parli spesso per luoghi comuni di disabilità e sensibilizzazione su questa tematica, quando ci si sofferma sui fatti, notiamo irrimediabilmente altre lacune. Sugli spalti il pubblico era praticamente assente: gli unici a fare il tifo erano una decina di salentini, accompagnatori dei propri cari in trasferta a Barletta. Una doppia sconfitta per la nostra città, non solo dal punto di vista agonistico, ma da quello umano.
La nostra squadra avrebbe meritato il giusto tifo e supporto; vedere quel palazzetto vuoto, vedere il sudore e l'impegno non ripagati come meritano, pone degli interrogativi a tutti i cittadini e perché no, alla nostra amministrazione, notoriamente sensibile a questa tematica. La conoscenza stessa di questa realtà associativa che consente ai disabili di fare sport è piuttosto blanda. Essendo la SportInsieme Barletta l'unica società sportiva a coinvolgere i ragazzi disabili, probabilmente sarebbe opportuno supportare maggiormente qualche attività volta a promuovere questo sport che mette in campo non solo il gioco, ma soprattutto l'impegno, la passione, la voglia di crescita personale e di sfida quotidiana con se stessi e con gli altri, per dimostrare quanto un limite talvolta può diventare una possibilità utile a superare gli ostacoli in maniera decisa e risoluta.
È difficile parlare di disabilità e delle connesse questioni che coinvolgono i diretti interessati, tuttavia noi cittadini abbiamo il dovere di mostrare concretamente la volontà di superare e abbattere queste barriere, che non riguardano unicamente l'aspetto architettonico, bensì culturale e morale. La giornata piovosa di domenica avrebbe dovuto e potuto rappresentare un momento di raccoglimento, aggregazione e incitamento forte, il cui unico obiettivo sarebbe dovuto essere la condivisione di un sentimento comune: la soddisfazione e l'appagamento, a prescindere dal risultato.
Ci auguriamo con i migliori propositi e intenzioni che questo articolo divenga la miccia utile a portar luce su una questione cara e sensibile trascurata fino a questo momento da cittadini, dai nostri politici e dai media locali, nonostante le tante parole spese in diverse circostanze, da chi dovrebbe farne missione e perno della propria attività.
Il Consiglio dell'Unione Europea afferma che lo sport è fonte e motore di inclusione sociale e viene riconosciuto come strumento eccellente per l'integrazione delle minoranze e dei gruppi a rischio di emarginazione sociale. Per tale ragione, la frase di Nelson Mandela "Lo sport ride in faccia a ogni tipo di discriminazione" viene riportata anche nel manifesto di Sport e Integrazione del Coni. Ricordiamoci che le partite non si giocano solo in campo ma fuori e nella quotidianità, soprattutto nei momenti lontani dalle campagne elettorali.