Valli, declivi e storia a Canne della Battaglia
Una lettera per sollecitare nuove soluzioni
domenica 1 febbraio 2015
iReport
«Approfittando della cortesia della Redazione continuerò ad inviare i miei modesti interventi su Canne della Battaglia, in successione seriale e fuori dal "politicamente corretto", sperando che tengano viva l'attenzione sul noto Sito archeo-ambientale lasciato vergognosamente in stato di estremo degrado. Non mi riferisco solo al degrado (mura crollate) della celebre collina e della circoscritta Cittadella, tanto care alle locali Associazioni Culturali che, probabilmente per statuto, più in là non vedono e non osano andare. Mi riferisco, anche, ai ragguardevoli immediati dintorni fatti da un contesto di valli e declivi mozzafiato, tra cui sorgono due antichi e splendidi Siti masseriali e di cui quello chiamato Masseria Canne è stato purtroppo, sistematicamente, depredato nel tempo.
Ritengo che a questi Siti masseriali occorra una nuova Programmazione Urbanistica comunale (P.U.G.) che, alla luce delle recentissime programmazioni territoriali provinciali e regionali sovraordinate, ne consenta l'esproprio per potervi operare un rimaneggiamento ecocompatibile finalizzato ad arricchire e rivitalizzare, turisticamente, tutta Canne archeologica ed ambientale, attualmente in abbandono, nonostante la presenza in loco della declamata stazioncina ferroviaria. Per poter verificare l'innovativa idea appena esposta e per scrollarci da una gestione un po' troppo ingessata e domestica della Cultura, qui a Barletta, si potrebbe, dunque, contattare Confcultura (Presidente Patrizia Asproni): una emanazione diretta di Confindustria, che unisce le imprese che gestiscono i luoghi della Cultura, del turismo culturale e l'innovazione del settore. Forse il nostro rappresentante di Confindustria qui a Barletta e nella BAT, Architetto Cosimo Santoro, ove lo desideri, potrebbe dedicare un po' del suo tempo a questa ipotesi di qualificata interlocuzione, essendo anche imprenditore molto attento.
Segnalo, altresì, all'Architetto Santoro ed all'Assessore alla Cultura, Giusy Caroppo, e a chi volesse approfondire l'argomento, le norme tecniche di attuazione del recente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale-BAT che, con le sue cospicue cartografie e normative sull'Area di Canne, potrebbe riscuotere l'interesse di eventuali investitori per partnership pubblico-privati, del resto com'è nello spirito dell'accennato P.T.C.P-BAT. Lo studio di tali normative lo suggerirei caldamente anche all'ottimo Consigliere Regionale Filippo Caracciolo che, pur essendo un brillante Presidente barlettano della V Commissione Urbanistica alla Regione Puglia, non si decide ancora ad "aprire le danze" del nuovo Piano Urbanistico nella sua Città; non ne da' neanche un accenno, nulla, il perché non è dato sapere.
Inoltre, mi rivolgo al sig. Sindaco Cascella e lo inviterei ad una elementare riflessione: di coste, mare ed arenili (come il nostro Ponente) ce n'è dappertutto sia in Italia che all'estero e per tutti i gusti turistici, ma di Canne della Battaglia ce n'è una sola e non è assolutamente riproducibile in nessuna parte del mondo. Canne, quindi, il luogo della celebre Battaglia che decise i destini futuri di Roma, non è esportabile come una qualsiasi attività manifatturiera od industriale e non è un bagnasciuga od un arenile che trovi dappertutto; quindi perché non pensare, turisticamente, a produrre ricchezza ed occupazione nella sua "locale" naturalità essendo unica nella Storia e nel tempo? Perché non si riesce ancora a quagliare un nuovo Piano Urbanistico Comunale che, tra l'altro, normi e consenta tale sviluppo?
Ricordo che nel 2011 si parlava, qui a Barletta, di costituire fondazioni pubblico-private per gestire i Siti culturali cittadini; che fine ha fatto questa idea? Tante domande imbarazzanti e, suppongo, senza risposta».
[Giuseppe Dargenio, perito agrario]
Ritengo che a questi Siti masseriali occorra una nuova Programmazione Urbanistica comunale (P.U.G.) che, alla luce delle recentissime programmazioni territoriali provinciali e regionali sovraordinate, ne consenta l'esproprio per potervi operare un rimaneggiamento ecocompatibile finalizzato ad arricchire e rivitalizzare, turisticamente, tutta Canne archeologica ed ambientale, attualmente in abbandono, nonostante la presenza in loco della declamata stazioncina ferroviaria. Per poter verificare l'innovativa idea appena esposta e per scrollarci da una gestione un po' troppo ingessata e domestica della Cultura, qui a Barletta, si potrebbe, dunque, contattare Confcultura (Presidente Patrizia Asproni): una emanazione diretta di Confindustria, che unisce le imprese che gestiscono i luoghi della Cultura, del turismo culturale e l'innovazione del settore. Forse il nostro rappresentante di Confindustria qui a Barletta e nella BAT, Architetto Cosimo Santoro, ove lo desideri, potrebbe dedicare un po' del suo tempo a questa ipotesi di qualificata interlocuzione, essendo anche imprenditore molto attento.
Segnalo, altresì, all'Architetto Santoro ed all'Assessore alla Cultura, Giusy Caroppo, e a chi volesse approfondire l'argomento, le norme tecniche di attuazione del recente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale-BAT che, con le sue cospicue cartografie e normative sull'Area di Canne, potrebbe riscuotere l'interesse di eventuali investitori per partnership pubblico-privati, del resto com'è nello spirito dell'accennato P.T.C.P-BAT. Lo studio di tali normative lo suggerirei caldamente anche all'ottimo Consigliere Regionale Filippo Caracciolo che, pur essendo un brillante Presidente barlettano della V Commissione Urbanistica alla Regione Puglia, non si decide ancora ad "aprire le danze" del nuovo Piano Urbanistico nella sua Città; non ne da' neanche un accenno, nulla, il perché non è dato sapere.
Inoltre, mi rivolgo al sig. Sindaco Cascella e lo inviterei ad una elementare riflessione: di coste, mare ed arenili (come il nostro Ponente) ce n'è dappertutto sia in Italia che all'estero e per tutti i gusti turistici, ma di Canne della Battaglia ce n'è una sola e non è assolutamente riproducibile in nessuna parte del mondo. Canne, quindi, il luogo della celebre Battaglia che decise i destini futuri di Roma, non è esportabile come una qualsiasi attività manifatturiera od industriale e non è un bagnasciuga od un arenile che trovi dappertutto; quindi perché non pensare, turisticamente, a produrre ricchezza ed occupazione nella sua "locale" naturalità essendo unica nella Storia e nel tempo? Perché non si riesce ancora a quagliare un nuovo Piano Urbanistico Comunale che, tra l'altro, normi e consenta tale sviluppo?
Ricordo che nel 2011 si parlava, qui a Barletta, di costituire fondazioni pubblico-private per gestire i Siti culturali cittadini; che fine ha fatto questa idea? Tante domande imbarazzanti e, suppongo, senza risposta».
[Giuseppe Dargenio, perito agrario]