Un cittadino esasperato: «Centro storico di Barletta, "zona franca" per i vandali»
La segnalazione a nome di tanti residenti, «dobbiamo trincerarci in casa e subire le angherie perpetrate da questi teppisti»
giovedì 29 aprile 2021
12.20
iReport
«Non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere e peggior sordo di chi non vuole sentire. Gentilissimi, voglio iniziare con questa massima che credo sia l'aforisma da applicare alla nostra amata Barletta. Ormai da tempo immemore, come spesso scrive anche la vostra testata o secondo l'opinione pubblica, vi è un pessimo giudizio sulla situazione del centro storico e non solo. Cercherò in prima battuta di concentrarmi su questa zona.
Mi reco spesso in quello che dovrebbe essere il salotto buono della città, (dato che vi risiede un parente anziano) data la certa e invidiata bellezza del borgo marinaro di Santa Maria, per la presenza di Chiese, palazzi storici, musei etc. Da tempo sembra che il salotto buono si sia trasformato in una squallida cantinola abbandonata. Orde di vandali che discendono da più zone della città assaltano le caratteristiche stradine a piedi o sulle temute bici elettriche mettendo a dura prova la pazienza dei residenti e dei dei commercianti che in questa zona hanno deciso di investire i propri risparmi.
Spesso si azzuffano tra di loro, consumano alcolici (e non solo) in barba alle varie ordinanze emanate e magari dopo aver esagerato nelle loro consumazioni lasciano il ricordo della loro presenza (che sia pipì o vomito). Dopo la loro "ritirata" a sera tarda o a prima mattina, è sempre un bollettino di guerriglia urbana che non accenna mai ad allentarsi: bottiglie di vetro, spesso anche rotte e pericolose, pacchetti di sigarette, carte di ogni genere etc. Ma come mandrie in transumanza, gli stessi si spostano a seconda delle condizioni metereologiche, ora in zona porto o all'interno del castello, lasciando il solito degrado e instaurando terrore ovunque vadano.
Ma la situazione non cambia a quanto pare in zone periferiche della città, vedi Parco dell'umanità o in pieno centro in piazza Federico di Svevia. Dispiace dirlo ma i controlli e la presenza (almeno come deterrente) delle forze dell'ordine (sovente contattati dai residenti) sono scarsissimi e molti devono trincerarsi in casa e subire le angherie che ad ogni ora vengono perpetrati da questi teppisti. Fa male anche che molte volte, tali atti teppistici, accadano a pochi passi da caserme vedi in Piazza Marina quella della GdF o della Capitaneria di Porto e peggio ancora alla vicina Prefettura...
Questo ci fa comprendere quanto questi tizi spavaldi e strafottenti, temano le istituzioni (sigh!) e guai a riprenderli, subito pronte le ritorsioni e danni a cose e/o persone. Ah dimenticavo: vogliamo parlare dei locali in fitto presi senza un minimo di contratto e che anche questo è a conoscenza di tutti? Cosa si attende ad attuare seri controlli e far sentire a questi vandali che lo stato c'è e che loro non possono e non devono assolutamente tenere in scacco zone della città, trasformate da loro in zone franche, dove possono far ciò che vogliono. Ho volutamente omesso poi che in tempi di covid19 questi soggetti baldanzosi girano anche senza mascherina. Che sia nel centro storico, che sia al Parco dell'umanità, che sia in altre piazze, la gente civile ed educata ha bisogno della presenza delle Fdo, e non una tantum, per condurre questa battaglia impari e talvolta combattuta senza armi. Grazie!».
Mi reco spesso in quello che dovrebbe essere il salotto buono della città, (dato che vi risiede un parente anziano) data la certa e invidiata bellezza del borgo marinaro di Santa Maria, per la presenza di Chiese, palazzi storici, musei etc. Da tempo sembra che il salotto buono si sia trasformato in una squallida cantinola abbandonata. Orde di vandali che discendono da più zone della città assaltano le caratteristiche stradine a piedi o sulle temute bici elettriche mettendo a dura prova la pazienza dei residenti e dei dei commercianti che in questa zona hanno deciso di investire i propri risparmi.
Spesso si azzuffano tra di loro, consumano alcolici (e non solo) in barba alle varie ordinanze emanate e magari dopo aver esagerato nelle loro consumazioni lasciano il ricordo della loro presenza (che sia pipì o vomito). Dopo la loro "ritirata" a sera tarda o a prima mattina, è sempre un bollettino di guerriglia urbana che non accenna mai ad allentarsi: bottiglie di vetro, spesso anche rotte e pericolose, pacchetti di sigarette, carte di ogni genere etc. Ma come mandrie in transumanza, gli stessi si spostano a seconda delle condizioni metereologiche, ora in zona porto o all'interno del castello, lasciando il solito degrado e instaurando terrore ovunque vadano.
Ma la situazione non cambia a quanto pare in zone periferiche della città, vedi Parco dell'umanità o in pieno centro in piazza Federico di Svevia. Dispiace dirlo ma i controlli e la presenza (almeno come deterrente) delle forze dell'ordine (sovente contattati dai residenti) sono scarsissimi e molti devono trincerarsi in casa e subire le angherie che ad ogni ora vengono perpetrati da questi teppisti. Fa male anche che molte volte, tali atti teppistici, accadano a pochi passi da caserme vedi in Piazza Marina quella della GdF o della Capitaneria di Porto e peggio ancora alla vicina Prefettura...
Questo ci fa comprendere quanto questi tizi spavaldi e strafottenti, temano le istituzioni (sigh!) e guai a riprenderli, subito pronte le ritorsioni e danni a cose e/o persone. Ah dimenticavo: vogliamo parlare dei locali in fitto presi senza un minimo di contratto e che anche questo è a conoscenza di tutti? Cosa si attende ad attuare seri controlli e far sentire a questi vandali che lo stato c'è e che loro non possono e non devono assolutamente tenere in scacco zone della città, trasformate da loro in zone franche, dove possono far ciò che vogliono. Ho volutamente omesso poi che in tempi di covid19 questi soggetti baldanzosi girano anche senza mascherina. Che sia nel centro storico, che sia al Parco dell'umanità, che sia in altre piazze, la gente civile ed educata ha bisogno della presenza delle Fdo, e non una tantum, per condurre questa battaglia impari e talvolta combattuta senza armi. Grazie!».