Canne della Battaglia
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Sull'Ecomuseo di Canne della Battaglia, bluff o rinascita?

La riflessione del perito Dargenio, da Dibenedetto a Mennea passando per Vinella

«Faccio riferimento ad un mio breve intervento del 13 marzo su BarlettaViva in cui fotografavo l'attuale definitivo decesso turistico di Canne della Battaglia per incuria. Per incuria intendo, principalmente, l'annosa mancanza di attività di impresa volta a sviluppare, nel sito, adeguate progettualità pubbliche a supporto di un mai progettato (enigmaticamente) Master–plan pubblico-privato. Già negli anni novanta, quando il De Nittis in tema di strategia comunicativa era ancora ricoperto di polvere e ragnatele, il sito di Canne, se opportunamente organizzato con intelligenti strutture ricettive, avrebbe destagionalizzato il flusso turistico nella città di Barletta creando sviluppo.

Ora siamo in attesa di sapere, compiutamente, come rimediare e se una idealizzata ed evanescente idea di "Ecomuseo" (alla Barlettana) possa sortire la rinascita di Canne ovvero rivelarsi l'ennesimo bluff. Ad oggi, a Barletta, la politica culturale è rappresentata nell'ordine: da puerili e purtroppo "indagate" polemiche sulla manifestazione della Disfida; da presumibili indecifrabili finanziamenti per Canne a cui non seguono neanche piccoli fatti concreti; da una miracolosa, improvvisa, riscoperta del De Nittis non certo per merito del Comune di Barletta e, dulcis in fundo, dello scempio dei lavori al Ponente di cui non parlo per carità di patria. Per capire meglio il punto a cui siamo giunti occorre fare qualche passo indietro nel tempo e dare la parola all'ex politico Michele Dibenedetto che in un suo intervento, in maniera non enigmatica, ecco cosa ci dice: "…Plaudo alla iniziativa ed alla volontà del consigliere regionale Mennea di occuparsi finalmente del problema (Canne e Turismo) ma saprà il consigliere fare alla Regione ciò che per anni ha dimenticato di promuovere a livello Comunale? Ai posteri l' ardua sentenza". Così concludeva il suo intervento l'ottimo Dibenedetto e confesso che sarei curiosissimo di conoscere, oggi, il suo parere di postero.

Ricordo che già negli anni novanta vi era a Barletta un ricco Parco Progetti Turistici in particolare arricchiti e supportati da consulenze dello I.A.S.M. , come riporta l' Arch. Cosma Damiano Santoro in un'interessante articolo di un noto mensile culturale cittadino nel numero di ottobre 1993. Se ne elencano ben tredici progetti tra cui la realizzazione di un Anfiteatro correlato ad un Centro Servizi Turistici in contrada Canne; quindi una importante infrastruttura turistica e non una rappezza operata recentemente sulla esistente struttura del Antiquarium per una tignosa strategia tutta da decifrare e capire. Rimanendo in tema, mi incuriosisce la improvvisa "idolatria" Barlettana per il De Nittis, ma ecco (a tal proposito), un'altra sagace riflessione del Dibenedetto : "… Al comitato e al suo presidente Vinella voglio rammentargli (ahimè!) che tutte le iniziative sul De Nittis sono subite dall'amministrazione comunale e non promosse, sostanzialmente sono altri enti e soggetti a carattere internazionale (la Francia) a richiederci le opere non certo il Comune di Barletta a farsene promotore".

Tutto ciò premesso mi permetto un umile suggerimento, indirizzato innanzitutto all'attuale sindaco pro tempore: onde evitare presumibili sprechi e leggerezze gradirei che il Polo Museale Regionale di Canne, appena inaugurato, fosse un libro aperto. Più precisamente un libro su cui tutti i cittadini possano agevolmente seguirne la ripartizione delle inerenti ed eventuali risorse pubbliche; dalle più piccole alle più importanti sia per un semplice scavo di una buca o per la realizzazione di un eventuale ecomuseo per il quale , ho sentito dire, che attualmente è all'opera un febbrile lavoro sottotraccia.

Quindi un pubblico e democratico (democratico come il nome del partito più suffragato a Barletta) rendiconto contabile, oltre l'eventuale e scontato rendiconto archeologico, che professionalmente i comitati usano fare. Presumo che i nostri mass-media locali (ove dettagliatamente informati) darebbero contezza dei flussi finanziari impiegati nelle singole operazioni archeo-ambientali a farsi da oggi in avanti. In particolare il Sig. Vinella, essendo autorevole espressione del giornalismo telematico cittadino in materia di "enigmi" archeologici, spero voglia accogliere (senza facili fraintendimenti) questa originale idea di controllo, essendo egli diplomato ragioniere contabile.

A proposito di istituire un ecomuseo a canne, argomento ritornato d'attualità dopo la agognata nomina del sito cannense a polo museale, avrei qualcosa da dire. nessuno più del sottoscritto che usa immergersi, sovente, nei fascinosi e magici boschi di ulivi di canne (il cui mantenimento diventa, al giorno d' oggi, un atto di eroismo) apprezza la natura ed il verde. ciò detto ritengo che un ecomuseo in zona Canne (ancorchè sia citato nelle norme di attuazione del p.t.c.p. – piano territoriale di coordinamento provinciale – anche ricomprendendovi la masseria Canne o san Ruggiero, già oggetto di strategie societarie e di futuribili permute) semplicemente resusciterebbe in maniera artificiosa e snobbistica le nostre arcaiche tradizioni contadine (personalmente impresse nella mia formazione umana e memoria familiare) per consegnarle, direi "annacquate", alle nuove generazioni e/o al turista curioso ma non necessariamente sensibile all'argomento. Quindi quelle tradizioni riversate in un ecomuseo rivelerebbero una banale imitazione di un vissuto di atmosfere, luoghi e tempi irripetibili.

Segnalo che fin dal secondo dopoguerra il nostro ruralismo, un po' ancien-régime, ha subito il concentrico attacco da parte di mass–media: sindacalismo ed industrialismo, primi strumenti strategici e inconsapevoli di avanzamento della ormai prossima massificante società cibernetizzata e "pecorinizzata" legata al "Principio di organizzazione" ; terza ed ultima fase storica dopo il "Principio di dominio" legato alla società feudale ed al "Principio di sfruttamento" legato alla odierna società borghese, ormai al tramonto. Oggi quei vituperati caratteri della tradizione contadina, ripuliti degli irripetibili valori di un'antica gerarchia padronale (sopravvissuta, nel nostro meridione, fino alla seconda guerra mondiale o poco più) sono stati calati in una arida leggina della regione puglia la n° 15 del 06 – 07 – 2011 "Istituzione degli ecomusei della puglia" per pura moda ecologista e per poter avanzare richieste di irrisorie risorse pubbliche per piantumare quattro alberelli, zappettare aiuole e tirar su un po' di gazebo.

Unici fruitori/promotori di Ecomusei sono, statisticamente, distratte scolaresche e danarosissimi borghesucci e professionisti intellettualoidi e un po' sognatori. Ma, sia chiaro, noi abbiamo bisogno di un turismo di massa e destagionalizzato che su Canne (al netto della ovvia archeologia, della ovvia natura e della ovvia destinazione annibalica del sito) cercherebbe un posto decente dove gustare, ad esempio, un ottimo "ragù e brasciole" e poi farsi un pisolino in una adeguata struttura e quindi potervi sostare per una partita di tennis oppure calcetto o fare trekking. Sono proprio queste adeguate strutture ricettive che servono e non ci vuole uno scienziato o un grande politico per capirlo e, quindi, finalmente rilanciare Canne senza tante chiacchiere sull'Antiquarium, sui licenziamenti inerenti la gestione del Bookshop e tutta l'aria fritta che ne consegue. Quindi, cerchiamo di farci entrare nella zucca che occorre devolvere ai privati oneri/onori ed eventuali strategie di marketing con adeguati Protocolli di Intesa e senza annunci "terroristici" di stravolgimenti alla Montaltino atteso che recentemente la Corte Costituzionale con sentenza n° 56/2016 ha riscritto significativamente la disciplina dei reati incidenti sui beni paesaggistici.

[Perito agrario Giuseppe Dargenio]
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