Scrigno di libri e scrigno di persone
Un lettore scrive della condizione della biblioteca "Loffredo"
domenica 15 aprile 2012
iReport
Il termine "biblioteca" significa letteralmente "scrigno dei libri". La biblioteca comunale "Sabino Loffredo" assolve senz'altro a questo compito, essendo ampiamente fornita di opere e testi che abbracciano tutti i campi del sapere umano. Questo importante ruolo di "contenitore" da solo dovrebbe consentire alla "questione biblioteca" di giocare un ruolo di primo piano nelle scelte dell'Amministrazione comunale, collocando lo scrigno dei libri al centro, o comunque tra i luoghi centrali, dell'intero progetto culturale cittadino. Ebbene, accanto al suo fondamentale compito di concentrazione e diffusione della cultura, la biblioteca Sabino Loffredo ha, negli anni, sempre più svolto un compito di aggregazione sociale e di promozione culturale che chi scrive intende evidenziare.
I due aspetti (quello propriamente istituzionale e quello "sociale") camminano a braccetto. Senza l'uno l'altro non avrebbe potuto svilupparsi e, viceversa, senza la funzione di "scrigno delle persone", quella di "scrigno dei libri" non avrebbe avuto l'utilità e l'impatto che invece sta avendo. Chi scrive frequenta la biblioteca dal 2004, cioè dal suo primo anno di università, e, anche grazie alla possibilità di avere un luogo in cui poter studiare con tranquillità e dove poter consultare i testi utili al proprio percorso di studi, si è laureato nel 2009, ha conseguito un diploma di specializzazione nel 2011, ha studiato per l'esame per la professione di avvocato (sostenuto lo scorso dicembre) e adesso si sta preparando a sostenere il concorso per la funzione di magistrato ordinario, che si terrà nel prossimo mese di maggio.
Questa elencazione di titoli non è un esercizio di vanità, ma la dimostrazione tangibile che il servizio che la biblioteca comunale ha offerto e offre può consentire alla popolazione studentesca barlettana (media, universitaria e postuniversitaria) di affrontare le proprie "sfide" con una marcia in più. In aggiunta a ciò, il frequentare la biblioteca ha consentito all'autore di questo intervento di crescere umanamente, di condividere esperienze e di confrontarsi quotidianamente con le altrui vicende. E questo aspetto contribuisce notevolmente allo sviluppo della persona e, quindi, del cittadino.
Proprio per tutte queste ragioni suscita grande rammarico il fatto che i servizi della biblioteca "Sabino Loffredo" stiano subendo un ridimensionamento. E ciò soprattutto in ragione della strada che si era intrapresa per migliorare i servizi stessi (aumento delle "postazioni studio" e incremento dell'orario settimanale di apertura). Si è a conoscenza della situazione economica non favorevole (per definirla con un eufemismo); ma, allo stesso tempo, si è consci che, anche (o soprattutto) in tempi di crisi economica, una Pubblica Amministrazione deve preservare quei baluardi che consentono alla comunità degli amministrati di fruire di opportunità di conoscenza e di arricchimento culturale. La conoscenza e l'arricchimento culturale formeranno una comunità di cittadini maturi e pronti a contribuire, in futuro, allo sviluppo socio-economico della città. Perciò, si chiede che l'amministrazione comunale, in primis il Sindaco, predisponga tutti gli strumenti (come l'indizione della gara per l'affidamento del servizio di gestione della biblioteca) atti ad evitare che, nella città di Barletta, dal punto di vista della Cultura, si manifesti una sorta di "sindrome del gambero": fare un passo avanti per poi farne due indietro.
Andrea Dicandia
I due aspetti (quello propriamente istituzionale e quello "sociale") camminano a braccetto. Senza l'uno l'altro non avrebbe potuto svilupparsi e, viceversa, senza la funzione di "scrigno delle persone", quella di "scrigno dei libri" non avrebbe avuto l'utilità e l'impatto che invece sta avendo. Chi scrive frequenta la biblioteca dal 2004, cioè dal suo primo anno di università, e, anche grazie alla possibilità di avere un luogo in cui poter studiare con tranquillità e dove poter consultare i testi utili al proprio percorso di studi, si è laureato nel 2009, ha conseguito un diploma di specializzazione nel 2011, ha studiato per l'esame per la professione di avvocato (sostenuto lo scorso dicembre) e adesso si sta preparando a sostenere il concorso per la funzione di magistrato ordinario, che si terrà nel prossimo mese di maggio.
Questa elencazione di titoli non è un esercizio di vanità, ma la dimostrazione tangibile che il servizio che la biblioteca comunale ha offerto e offre può consentire alla popolazione studentesca barlettana (media, universitaria e postuniversitaria) di affrontare le proprie "sfide" con una marcia in più. In aggiunta a ciò, il frequentare la biblioteca ha consentito all'autore di questo intervento di crescere umanamente, di condividere esperienze e di confrontarsi quotidianamente con le altrui vicende. E questo aspetto contribuisce notevolmente allo sviluppo della persona e, quindi, del cittadino.
Proprio per tutte queste ragioni suscita grande rammarico il fatto che i servizi della biblioteca "Sabino Loffredo" stiano subendo un ridimensionamento. E ciò soprattutto in ragione della strada che si era intrapresa per migliorare i servizi stessi (aumento delle "postazioni studio" e incremento dell'orario settimanale di apertura). Si è a conoscenza della situazione economica non favorevole (per definirla con un eufemismo); ma, allo stesso tempo, si è consci che, anche (o soprattutto) in tempi di crisi economica, una Pubblica Amministrazione deve preservare quei baluardi che consentono alla comunità degli amministrati di fruire di opportunità di conoscenza e di arricchimento culturale. La conoscenza e l'arricchimento culturale formeranno una comunità di cittadini maturi e pronti a contribuire, in futuro, allo sviluppo socio-economico della città. Perciò, si chiede che l'amministrazione comunale, in primis il Sindaco, predisponga tutti gli strumenti (come l'indizione della gara per l'affidamento del servizio di gestione della biblioteca) atti ad evitare che, nella città di Barletta, dal punto di vista della Cultura, si manifesti una sorta di "sindrome del gambero": fare un passo avanti per poi farne due indietro.
Andrea Dicandia