«Non barattiamo la dignità per poche monete»
Lettera aperta di un lettore, appello al voto responsabile
giovedì 23 maggio 2013
19.11
iReport
Mi sta a cuore il futuro della città in cui vivo e per tale motivo che da cittadino consapevole, desidero contribuire e partecipare attraverso alcune mie riflessioni alle scelte che andranno a modificare l'aspetto, l'economia e la vita stessa di questa città.
A giorni la nostra città sarà chiamata ad esprimere i propri rappresentanti politici. Già da tempo ogni cittadino ha ricevuto e continua a ricevere un'immensità di "santini" fatti di bei colori e visi sorridenti, pronti a promettere di tutto e di più. Il mio vuol essere un appello a non cadere in certe trappole e a riflettere.
Ricordiamoci ora e non lamentiamoci poi, che la politica ha bisogno di gente preparata, consapevole, precisa e capace, e non di personaggi improvvisati che parlano "a vanvera" cercando di trascinarsi dietro gruppi di elettori che li voteranno senza un minimo di riflessione in un momento così particolare per il futuro della nostra città. E' proprio a causa di questa politica nazionale e locale a dir poco scellerata che il mondo ci sta crollando addosso.
Barletta da troppi anni è stata governata da una classe dirigente politica che ha prima addormentato e poi allontanato i barlettani dalla voglia di amministrarla. Ora con le ricorrenti elezioni, ci è data opportunità che Barletta ritorni ai barlettani che non vogliono la sua svendita. Oggi più che mai questa città ha bisogno di uomini che osino, che si mettano in gioco provando a buttare giù questo obsoleto modo di fare politica e di interpretare al meglio il nostro futuro. E' ora di svegliarsi, siamo stati ad oggi governati da vecchie scuole di pensiero capaci di pensare a se e per se.
Chiedo ai futuri amministratori di aprire una nuova stagione politica, attuando un radicale e profondo rinnovamento che dia all'esterno segnali forti ed inequivocabili di mutamento. Questi devono essere in grado di tradurre il loro programma in un' azione e, accettando le sfide del nuovo corso della politica e quindi della storia, realizzino una forte e tangibile "discontinuità"nel metodo e nelle finalità con la precedente gestione del potere. Potere, che molte volte è stato usato per creare precariato, vertenze aperte, al fine di controllarne il voto. In politica, in effetti, nulla è lasciato al caso ma tutto è scientifico e cinico". Per questo credo sia giunta l' ora che la politica debba riappropriarsi della propria essenza originaria cioè essere al servizio del bene pubblico, recuperando quel metodo di dialogo e confronto nell'interesse esclusivo della collettività. Bisogna agire in modo deciso, con regole decise, per recuperare in questa città il patrimonio culturale e sociale che appartiene alla seria Politica, attuando iniziative di incentivazione e valorizzazione, interventi che pongano il lavoro come fulcro per poter risollevare la nostra economia.
Il futuro di Barletta passa attraverso la valorizzazione e l'utilizzazione economica del patrimonio culturale ed archeologico, del mare, della costa, della posizione strategica. Sono temi questi, però, che non possono essere né affrontati né risolti se non si dispone di una macchina operativa assolutamente funzionante, non solo dal punto di vista dell'efficienza ma anche e soprattutto dal punto di vista della legalità e della trasparenza. La ricerca della legalità deve essere il "faro"di chiunque si accinge a governare questa città, senza che a nessun partito possa essere riconosciuta come suo patrimonio, ma qualcosa che è insita in ciascuno di noi al di la dell'appartenenza politica. Questo può avvenire se la gente comincia a riflettere sulle cose concrete, senza farsi influenzare da agenti condizionanti esterni, usando la propria testa nei confronti delle scelte che si andranno ad affrontare cercando di trovare la soluzione più giusta.
E' per questo dico che votare è un diritto e un dovere allo stesso tempo. Facciamolo! Non regaliamo il nostro pensiero e la nostra libertà. Quelli che non votano lasciano decidere gli altri! Vedete, i vecchi alle urne ci vanno. E se non ce la fanno da soli si fanno accompagnare, ma ci vanno. E sapete il perché? Perché hanno vissuto la guerra, hanno conquistato con il sangue il diritto al voto e quindi capiscono benissimo l'importanza. Non vorrei che un giorno, non lontano, ci trovassimo faccia a faccia con i nostri figli ridotti in miseria. Cosa gli racconteremo? Che eravamo in attesa che altri facessero quello che ogni buon padre deve fare per i propri figli? Quindi dico che tutti abbiamo il dovere di votare. Non possiamo rubare il futuro ai nostri figli!
Questo mio sfogo non vuole essere assolutamente occasione di una sterile polemica, ma al contrario è gravida di preoccupazioni e di ansia per il futuro, ed è per questo che faccio appello ai miei concittadini a riconquistare la propria dignità e non barattarla per poche monete.
Gino Rutigliano
A giorni la nostra città sarà chiamata ad esprimere i propri rappresentanti politici. Già da tempo ogni cittadino ha ricevuto e continua a ricevere un'immensità di "santini" fatti di bei colori e visi sorridenti, pronti a promettere di tutto e di più. Il mio vuol essere un appello a non cadere in certe trappole e a riflettere.
Ricordiamoci ora e non lamentiamoci poi, che la politica ha bisogno di gente preparata, consapevole, precisa e capace, e non di personaggi improvvisati che parlano "a vanvera" cercando di trascinarsi dietro gruppi di elettori che li voteranno senza un minimo di riflessione in un momento così particolare per il futuro della nostra città. E' proprio a causa di questa politica nazionale e locale a dir poco scellerata che il mondo ci sta crollando addosso.
Barletta da troppi anni è stata governata da una classe dirigente politica che ha prima addormentato e poi allontanato i barlettani dalla voglia di amministrarla. Ora con le ricorrenti elezioni, ci è data opportunità che Barletta ritorni ai barlettani che non vogliono la sua svendita. Oggi più che mai questa città ha bisogno di uomini che osino, che si mettano in gioco provando a buttare giù questo obsoleto modo di fare politica e di interpretare al meglio il nostro futuro. E' ora di svegliarsi, siamo stati ad oggi governati da vecchie scuole di pensiero capaci di pensare a se e per se.
Chiedo ai futuri amministratori di aprire una nuova stagione politica, attuando un radicale e profondo rinnovamento che dia all'esterno segnali forti ed inequivocabili di mutamento. Questi devono essere in grado di tradurre il loro programma in un' azione e, accettando le sfide del nuovo corso della politica e quindi della storia, realizzino una forte e tangibile "discontinuità"nel metodo e nelle finalità con la precedente gestione del potere. Potere, che molte volte è stato usato per creare precariato, vertenze aperte, al fine di controllarne il voto. In politica, in effetti, nulla è lasciato al caso ma tutto è scientifico e cinico". Per questo credo sia giunta l' ora che la politica debba riappropriarsi della propria essenza originaria cioè essere al servizio del bene pubblico, recuperando quel metodo di dialogo e confronto nell'interesse esclusivo della collettività. Bisogna agire in modo deciso, con regole decise, per recuperare in questa città il patrimonio culturale e sociale che appartiene alla seria Politica, attuando iniziative di incentivazione e valorizzazione, interventi che pongano il lavoro come fulcro per poter risollevare la nostra economia.
Il futuro di Barletta passa attraverso la valorizzazione e l'utilizzazione economica del patrimonio culturale ed archeologico, del mare, della costa, della posizione strategica. Sono temi questi, però, che non possono essere né affrontati né risolti se non si dispone di una macchina operativa assolutamente funzionante, non solo dal punto di vista dell'efficienza ma anche e soprattutto dal punto di vista della legalità e della trasparenza. La ricerca della legalità deve essere il "faro"di chiunque si accinge a governare questa città, senza che a nessun partito possa essere riconosciuta come suo patrimonio, ma qualcosa che è insita in ciascuno di noi al di la dell'appartenenza politica. Questo può avvenire se la gente comincia a riflettere sulle cose concrete, senza farsi influenzare da agenti condizionanti esterni, usando la propria testa nei confronti delle scelte che si andranno ad affrontare cercando di trovare la soluzione più giusta.
E' per questo dico che votare è un diritto e un dovere allo stesso tempo. Facciamolo! Non regaliamo il nostro pensiero e la nostra libertà. Quelli che non votano lasciano decidere gli altri! Vedete, i vecchi alle urne ci vanno. E se non ce la fanno da soli si fanno accompagnare, ma ci vanno. E sapete il perché? Perché hanno vissuto la guerra, hanno conquistato con il sangue il diritto al voto e quindi capiscono benissimo l'importanza. Non vorrei che un giorno, non lontano, ci trovassimo faccia a faccia con i nostri figli ridotti in miseria. Cosa gli racconteremo? Che eravamo in attesa che altri facessero quello che ogni buon padre deve fare per i propri figli? Quindi dico che tutti abbiamo il dovere di votare. Non possiamo rubare il futuro ai nostri figli!
Questo mio sfogo non vuole essere assolutamente occasione di una sterile polemica, ma al contrario è gravida di preoccupazioni e di ansia per il futuro, ed è per questo che faccio appello ai miei concittadini a riconquistare la propria dignità e non barattarla per poche monete.
Gino Rutigliano