Lo studente di Barletta pro DAD: «Le lezioni frontali non funzionano più»
«Iniziamo noi, alunni e docenti, a cambiare e applicarci verso una didattica digitale, innovativa e più intrigante»
mercoledì 13 gennaio 2021
iReport
«È da marzo, che ormai tutti ci troviamo a dover modificare le nostre abitudini e i nostri modi di vivere. Dai vari cambiamenti, anche la scuola è stata toccata. Molte sono le notizie che si sentono su di essa, molte persone combattono per farci tornare, altre non vogliono, studenti che manifestano per riavere la didattica in presenza e altri per rimanere a casa, petizioni per annullare gli esami o modificarli; ma la vera domanda è se sia sicuro tornare e in quale modalità».
A proporre alla nostra redazione la sua riflessione sulle condizioni in cui versa il mondo dell'istruzione da quando ha avuto inizio la pandemia da Covid-19 è Savio Rociola, maturando del Liceo Scientifico Cafiero di Barletta.
«Siamo stati molto bravi a marzo, in qualche giorno la DAD è diventata "realtà", anche se comunque è stato normale trovare docenti che hanno impiegato più tempo per adattarsi, oppure che non hanno pienamente adempiuto ai loro compiti; ragazzi che hanno avuto difficoltà con gli strumenti tecnologici; alunni che non hanno neanche messo la loro parte per adattarsi e applicarsi al meglio e spesso grazie alla DAD, hanno anche trovato mezzi più semplici del solito per sviare interrogazioni o facilitarsele, ma ovviamente questo è rimandato al buonsenso della persona.
A luglio, dopo aver affrontato un quadrimestre in DAD, si iniziava a parlare del nostro ritorno "in sicurezza": banchi con le rotelle, classi più digitalizzate nel caso in cui non ci fosse stata una presenza in toto degli alunni, ingressi scaglionati ecc. Ma tutto ciò è giusto? Può essere che si sia fatto tanto, oppure poco, ma su una cosa voglio esprimermi. I banchi con le rotelle tanto commentati, potevano essere una buona occasione per poter iniziare a modificare pian piano la scuola italiana, sì modificare, perché per come è strutturata, il banco con le rotelle è forse inutile, se non scomodo.
Ecco perché è stata "una occasione persa", perché era il buon pretesto per iniziare a dare una svolta, una svolta verso il futuro che poteva già essere il presente, una svolta verso una scuola più aperta, e anche più accattivante. Ormai possiamo tutti giungere a un solo pensiero, cioè quello che la "lezione frontale" non funziona più, e non potrà mai più funzionare né in classe, né tantomeno da casa, nel nostro spazio, dove abbiamo tutte le nostre distrazioni.
Soluzioni a tutto questo? Sono tante, ma non di certo posso essere io a cambiare il mondo della scuola, e renderlo un posto più piacevole, dove imparare ad imparare. Facciamo di necessità virtù e iniziamo noi, alunni e docenti, a cambiare e applicarci verso una didattica digitale, innovativa e sicuramente più intrigante, accattivante e chissà, dato che siamo nell'era digitale, magari anche più efficace. Bisogna quindi cambiare l'intero processo educativo e sfruttare le nuove tecnologie per fornire un'istruzione non tradizionale. Prepariamoci e rivoluzioniamo i nostri schemi, per un ritorno a scuola più sicuro e anche migliore, da poter lasciare agli alunni del domani».
A proporre alla nostra redazione la sua riflessione sulle condizioni in cui versa il mondo dell'istruzione da quando ha avuto inizio la pandemia da Covid-19 è Savio Rociola, maturando del Liceo Scientifico Cafiero di Barletta.
«Siamo stati molto bravi a marzo, in qualche giorno la DAD è diventata "realtà", anche se comunque è stato normale trovare docenti che hanno impiegato più tempo per adattarsi, oppure che non hanno pienamente adempiuto ai loro compiti; ragazzi che hanno avuto difficoltà con gli strumenti tecnologici; alunni che non hanno neanche messo la loro parte per adattarsi e applicarsi al meglio e spesso grazie alla DAD, hanno anche trovato mezzi più semplici del solito per sviare interrogazioni o facilitarsele, ma ovviamente questo è rimandato al buonsenso della persona.
A luglio, dopo aver affrontato un quadrimestre in DAD, si iniziava a parlare del nostro ritorno "in sicurezza": banchi con le rotelle, classi più digitalizzate nel caso in cui non ci fosse stata una presenza in toto degli alunni, ingressi scaglionati ecc. Ma tutto ciò è giusto? Può essere che si sia fatto tanto, oppure poco, ma su una cosa voglio esprimermi. I banchi con le rotelle tanto commentati, potevano essere una buona occasione per poter iniziare a modificare pian piano la scuola italiana, sì modificare, perché per come è strutturata, il banco con le rotelle è forse inutile, se non scomodo.
Ecco perché è stata "una occasione persa", perché era il buon pretesto per iniziare a dare una svolta, una svolta verso il futuro che poteva già essere il presente, una svolta verso una scuola più aperta, e anche più accattivante. Ormai possiamo tutti giungere a un solo pensiero, cioè quello che la "lezione frontale" non funziona più, e non potrà mai più funzionare né in classe, né tantomeno da casa, nel nostro spazio, dove abbiamo tutte le nostre distrazioni.
Soluzioni a tutto questo? Sono tante, ma non di certo posso essere io a cambiare il mondo della scuola, e renderlo un posto più piacevole, dove imparare ad imparare. Facciamo di necessità virtù e iniziamo noi, alunni e docenti, a cambiare e applicarci verso una didattica digitale, innovativa e sicuramente più intrigante, accattivante e chissà, dato che siamo nell'era digitale, magari anche più efficace. Bisogna quindi cambiare l'intero processo educativo e sfruttare le nuove tecnologie per fornire un'istruzione non tradizionale. Prepariamoci e rivoluzioniamo i nostri schemi, per un ritorno a scuola più sicuro e anche migliore, da poter lasciare agli alunni del domani».