Un lettore scrive a Cannito: «Non difendo il sindaco ma l'uomo»
Il lettore: «Sono in difesa di un uomo, di un padre di famiglia e di una persona onesta»
martedì 30 marzo 2021
11.05
iReport
«Sono un cittadino barlettano». Inizia così la lettera pervenuta in redazione da parte di un lettore.
«Premetto - continua - che non appartengo alla politica ma la politica appartiene al cittadino, ed è per tale ragione che scrivo questo mio pensiero in maniera pubblica, con la speranza che possa essere condiviso.
Essere sindaco in questo momento storico resta cosa davvero ardua ed è davvero sconcertante come la politica stessa non vada in soccorso di una persona, di un uomo, che tra insormontabili difficoltà cerca di amministrare questa città nella solitudine politica ed in un deserto arido ed insidioso quale è il teatro operativo in cui si è costretti a lavorare.
Le colpe di tanti errori, presto si fa, le si addossano tutte al primo cittadino. Cosa naturale per chi non conosce una macchina amministrativa complessa come quella di un comune, ancor di più se si parla del Comune di Barletta.
Non sono in difesa del Sindaco, il quale ha delle colpe sia oggettive che soggettive, ma sono in difesa di un uomo, di un padre di famiglia e di una persona onesta. Si! Onesta!
Partiamo dal principio, l'amore per Barletta! Questo smisurato sentimento ha portato il nostro Sindaco a commettere il primo, determinate errore politico. Difatti, durante la campagna elettorale, accecato da tanto amore e dalla sua immensa volontà di "sistemare la città", ha imbarcato sulla propria nave tante di quelle diversità politiche che le avvisaglie di "corto-circuito" già iniziavano a palesarsi in campagna elettorale!
La sua determinazione, però, ha prevalso nonostante ci siano stati dei buoni consiglieri che gli dicevano "Mino, ma che fai? Stai tranquillo che anche senza questa gente tu sindaco ci diventi ugualmente", ma niente, aveva bisogno di avere la certezza di potercela fare perché, secondo la sua visione, soltanto sedendo nell'ufficio più importante di Palazzo di Città, avrebbe potuto combattere tutto quel sistema che tanto desiderava combattere.
Il suo sogno si realizza a giugno del 2018, ma è proprio in quel preciso momento di festa e di gioia che inizia l'azione inesorabile ed ignobile di quanti dopo aver sfruttato la sua immagine ed il suo carisma, hanno cominciato a fare richieste su richieste, arrogandosi il diritto di questo o quel centro di potere senza mai e dico mai mettere al centro la vera essenza della politica e del bene comune.
Iniziava così un lungo periodo di riflessioni, di compromessi e di sconforto politico ed umano. Sentimenti di sconforto che soltanto un uomo umile ed onesto, in primis con se stesso, può partorire, tanto da portarlo a più riprese a pensare alle dimissioni, si perché in quella palude anche il più feroce dei coccodrilli può cedere.
Ma la determinazione nel voler scardinare determinati "sistemi" porta ancora il nostro sindaco a tirare le fila ed a serrare i ranghi, trovando a più riprese i compromessi politici capaci di tirare avanti l'amministrazione. E questo a mio parere è il secondo errore.
Sempre qualche buon amico gli consigliava di dimettersi e di farlo in consiglio comunale, ed in quella sede, la più alta delle assisi, descrivere dettagliatamente le motivazioni facendo nomi e cognomi, azzerando così la situazione e pensare alle successive amministrative ricandidandosi con una squadra diversa e frutto di un suo e soltanto suo pensiero politico, godendo all'epoca di un consenso davvero alto.
Ma la storia è stata diversa, i sentimenti hanno prevalso e dopo aver "ripulito" la propria giunta con innesti nuovi, complice anche la tornata elettorale regionale, ha pensato bene di continuare ad amministrare una città che oramai inizia a mostrare, anche agli occhi dei più ciechi, le crepe che inesorabilmente si allargano dopo alcune decisioni assunte e nomine effettuate.
Che sia diventato "ostaggio" di politicanti da quattro soldi oramai è evidente.
Ma le problematiche di una intera macchina amministrativa possono mai essere colpa di un solo uomo?
Non credo!
La macchina amministrativa si compone di indirizzi politici dettati dalla politica e da dirigenti comunali che dovrebbero trasformare tali indirizzi in atti amministrativi.
Ecco questo è un altro problema, grosso, forse anche il più grosso!
I dirigenti comunali, si sa, sono vicini a questo o a quel politico e altro non fanno che azionare quei meccanismi che ricadono poi sulle spalle di chi amministra, il sindaco.
Questo la popolazione dovrebbe capire!
Si usano i dirigenti per ostacolare il sindaco. Esempio?
Zona 167, centro raccolta rifiuti, chi secondo voi progetta, pensa, individua e regolamenta? Il sindaco?? Ma anche no!!! Ci sono persone pagate dal cittadino, assunte a tempo indeterminato che fanno tutto questo. Il sindaco da un indirizzo, del tipo "cerchiamo di sfruttare i finanziamenti per il bene pubblico" ma chi materialmente produce sono i dirigenti che in teoria dovrebbero essere competenti. Ma come si evince dalle ultime vicissitudini hanno solamente fatto incolpare una sola persona il Sindaco! Che da uomo si è assunto la responsabilità.
Ora, veniamo al più recente scempio di un presunto supermercato di fianco al castello, manco a dirlo la colpa è del sindaco! Ma ne siamo sicuri? Risulta che al sindaco abbiano riferito di questo soltanto dopo che una montagna di carte e di autorizzazioni sono passate dalle mani di qualche dirigente. Che colpa ha il sindaco se qualcuno ha firmato per conto del Comune queste autorizzazioni? E che colpa avrebbe se questa gente che tutti noi paghiamo profumatamente ha pensato bene di autorizzare in barba al pensiero dei cittadini su cosa poter fare in quell'area meravigliosamente deputata al turismo?
Ora pensate che tutto quanto avverrà a seguito di questa faccenda, compreso eventuali blocchi e risarcimenti danni, saranno a carico di tutti noi soltanto perché qualche dirigente ha firmato un atto che sarebbe dovuto passare necessariamente tra le mani di chi amministra l'intera città ma che ha pensato bene di farlo arrivare a fatto compiuto.
Infine ma non meno importante, il periodo pandemico, le restrizioni e l'ordine pubblico.
Pensate davvero che il sindaco sia l'unica entità a cui addebitare situazioni di restrizioni, assembramenti e via dicendo? Vi spiego. Il sindaco anche in questo caso può dettare l'indirizzo politico, ma all'atto pratico chi dovrebbe far rispettare le ordinanze sono gli organi di Polizia, locale e statale. O davvero credete che anche in questo caso il sindaco deve scendere in strada e da solo affrontare il tutto?
Alla fine assistiamo che il clima di odio di questi giorni, partorisce il solito cretino che insulta e minaccia. Questo succede perché il clima creato appositamente da chi dovrebbe aiutare il sindaco a risolvere i problemi, viene poi raccolto dalla ignoranza di taluni soggetti che vengono sfruttati da queste menti, che vi garantisco sono davvero sopraffine quando si tratta di fare sgambetti e accaparrarsi qualche misero voto.
A te sindaco rivolgo il mio personale pensiero, che può essere soltanto che di comprensione e di stima, seppur con un occhio critico, ma una critica costruttiva. Sei un grande uomo, e per tale ragione pensa a quanto bene si farebbe alla città se uscissi allo scoperto azzerando oggi, con le vere motivazioni, tutta la macchina politica che ti circonda. Ne usciresti più forte e avresti la possibilità di ripartire, dopo, con più serenità, sempre che i cittadini siano ancora disposti ad ascoltarti».
«Premetto - continua - che non appartengo alla politica ma la politica appartiene al cittadino, ed è per tale ragione che scrivo questo mio pensiero in maniera pubblica, con la speranza che possa essere condiviso.
Essere sindaco in questo momento storico resta cosa davvero ardua ed è davvero sconcertante come la politica stessa non vada in soccorso di una persona, di un uomo, che tra insormontabili difficoltà cerca di amministrare questa città nella solitudine politica ed in un deserto arido ed insidioso quale è il teatro operativo in cui si è costretti a lavorare.
Le colpe di tanti errori, presto si fa, le si addossano tutte al primo cittadino. Cosa naturale per chi non conosce una macchina amministrativa complessa come quella di un comune, ancor di più se si parla del Comune di Barletta.
Non sono in difesa del Sindaco, il quale ha delle colpe sia oggettive che soggettive, ma sono in difesa di un uomo, di un padre di famiglia e di una persona onesta. Si! Onesta!
Partiamo dal principio, l'amore per Barletta! Questo smisurato sentimento ha portato il nostro Sindaco a commettere il primo, determinate errore politico. Difatti, durante la campagna elettorale, accecato da tanto amore e dalla sua immensa volontà di "sistemare la città", ha imbarcato sulla propria nave tante di quelle diversità politiche che le avvisaglie di "corto-circuito" già iniziavano a palesarsi in campagna elettorale!
La sua determinazione, però, ha prevalso nonostante ci siano stati dei buoni consiglieri che gli dicevano "Mino, ma che fai? Stai tranquillo che anche senza questa gente tu sindaco ci diventi ugualmente", ma niente, aveva bisogno di avere la certezza di potercela fare perché, secondo la sua visione, soltanto sedendo nell'ufficio più importante di Palazzo di Città, avrebbe potuto combattere tutto quel sistema che tanto desiderava combattere.
Il suo sogno si realizza a giugno del 2018, ma è proprio in quel preciso momento di festa e di gioia che inizia l'azione inesorabile ed ignobile di quanti dopo aver sfruttato la sua immagine ed il suo carisma, hanno cominciato a fare richieste su richieste, arrogandosi il diritto di questo o quel centro di potere senza mai e dico mai mettere al centro la vera essenza della politica e del bene comune.
Iniziava così un lungo periodo di riflessioni, di compromessi e di sconforto politico ed umano. Sentimenti di sconforto che soltanto un uomo umile ed onesto, in primis con se stesso, può partorire, tanto da portarlo a più riprese a pensare alle dimissioni, si perché in quella palude anche il più feroce dei coccodrilli può cedere.
Ma la determinazione nel voler scardinare determinati "sistemi" porta ancora il nostro sindaco a tirare le fila ed a serrare i ranghi, trovando a più riprese i compromessi politici capaci di tirare avanti l'amministrazione. E questo a mio parere è il secondo errore.
Sempre qualche buon amico gli consigliava di dimettersi e di farlo in consiglio comunale, ed in quella sede, la più alta delle assisi, descrivere dettagliatamente le motivazioni facendo nomi e cognomi, azzerando così la situazione e pensare alle successive amministrative ricandidandosi con una squadra diversa e frutto di un suo e soltanto suo pensiero politico, godendo all'epoca di un consenso davvero alto.
Ma la storia è stata diversa, i sentimenti hanno prevalso e dopo aver "ripulito" la propria giunta con innesti nuovi, complice anche la tornata elettorale regionale, ha pensato bene di continuare ad amministrare una città che oramai inizia a mostrare, anche agli occhi dei più ciechi, le crepe che inesorabilmente si allargano dopo alcune decisioni assunte e nomine effettuate.
Che sia diventato "ostaggio" di politicanti da quattro soldi oramai è evidente.
Ma le problematiche di una intera macchina amministrativa possono mai essere colpa di un solo uomo?
Non credo!
La macchina amministrativa si compone di indirizzi politici dettati dalla politica e da dirigenti comunali che dovrebbero trasformare tali indirizzi in atti amministrativi.
Ecco questo è un altro problema, grosso, forse anche il più grosso!
I dirigenti comunali, si sa, sono vicini a questo o a quel politico e altro non fanno che azionare quei meccanismi che ricadono poi sulle spalle di chi amministra, il sindaco.
Questo la popolazione dovrebbe capire!
Si usano i dirigenti per ostacolare il sindaco. Esempio?
Zona 167, centro raccolta rifiuti, chi secondo voi progetta, pensa, individua e regolamenta? Il sindaco?? Ma anche no!!! Ci sono persone pagate dal cittadino, assunte a tempo indeterminato che fanno tutto questo. Il sindaco da un indirizzo, del tipo "cerchiamo di sfruttare i finanziamenti per il bene pubblico" ma chi materialmente produce sono i dirigenti che in teoria dovrebbero essere competenti. Ma come si evince dalle ultime vicissitudini hanno solamente fatto incolpare una sola persona il Sindaco! Che da uomo si è assunto la responsabilità.
Ora, veniamo al più recente scempio di un presunto supermercato di fianco al castello, manco a dirlo la colpa è del sindaco! Ma ne siamo sicuri? Risulta che al sindaco abbiano riferito di questo soltanto dopo che una montagna di carte e di autorizzazioni sono passate dalle mani di qualche dirigente. Che colpa ha il sindaco se qualcuno ha firmato per conto del Comune queste autorizzazioni? E che colpa avrebbe se questa gente che tutti noi paghiamo profumatamente ha pensato bene di autorizzare in barba al pensiero dei cittadini su cosa poter fare in quell'area meravigliosamente deputata al turismo?
Ora pensate che tutto quanto avverrà a seguito di questa faccenda, compreso eventuali blocchi e risarcimenti danni, saranno a carico di tutti noi soltanto perché qualche dirigente ha firmato un atto che sarebbe dovuto passare necessariamente tra le mani di chi amministra l'intera città ma che ha pensato bene di farlo arrivare a fatto compiuto.
Infine ma non meno importante, il periodo pandemico, le restrizioni e l'ordine pubblico.
Pensate davvero che il sindaco sia l'unica entità a cui addebitare situazioni di restrizioni, assembramenti e via dicendo? Vi spiego. Il sindaco anche in questo caso può dettare l'indirizzo politico, ma all'atto pratico chi dovrebbe far rispettare le ordinanze sono gli organi di Polizia, locale e statale. O davvero credete che anche in questo caso il sindaco deve scendere in strada e da solo affrontare il tutto?
Alla fine assistiamo che il clima di odio di questi giorni, partorisce il solito cretino che insulta e minaccia. Questo succede perché il clima creato appositamente da chi dovrebbe aiutare il sindaco a risolvere i problemi, viene poi raccolto dalla ignoranza di taluni soggetti che vengono sfruttati da queste menti, che vi garantisco sono davvero sopraffine quando si tratta di fare sgambetti e accaparrarsi qualche misero voto.
A te sindaco rivolgo il mio personale pensiero, che può essere soltanto che di comprensione e di stima, seppur con un occhio critico, ma una critica costruttiva. Sei un grande uomo, e per tale ragione pensa a quanto bene si farebbe alla città se uscissi allo scoperto azzerando oggi, con le vere motivazioni, tutta la macchina politica che ti circonda. Ne usciresti più forte e avresti la possibilità di ripartire, dopo, con più serenità, sempre che i cittadini siano ancora disposti ad ascoltarti».