In via Vitrani: «Dalla vecchia pizzeria al nuovo ristorante cinese, il problema sono i clienti!»
Non si può dormir tranquilli, chiacchiere in piena notte
giovedì 22 agosto 2013
20.24
iReport
Salve, sono un residente di via Vitrani da anni, noto con dispiacere che l'inciviltà che regna nella nostra zona aumenta e aumenta sempre di più! Già non è il posto più tranquillo e cordiale del mondo, e vi spiego perché:
- Incivili proprietari di cani se la combattono con via Chieffi in quanto a pulizia, e avessi visto mai uno raccogliere i "regalini", nonostante la vicinanza dell'aiuola (con le inferriate rotte, ma quello è un altro discorso);
- La pista ciclabile viene percorsa a velocità della luce da ragazzini e troppo spesso ho visto comitive di persone bivaccare a centro pista, il che mi ha dissuaso da tempo dal percorrere quella pista (che inutilità farla sul marciapiede, tra l'altro);
- Rumori fino a notte fonda. Senza accusare nessuno, perché gli unici colpevoli sono i barlettani, incuranti dalle quiete altrui. Un vecchio ristorante (parecchio rumoroso) ha chiuso per aprire un nuovo ristorante di cucina cinese (buonissimo, tra l'altro). Ora il problema è: che senso c'è che gli abboffati clienti si mettano a stazionare ore e ore all'esterno del locale, chiacchierando, fumando e strombazzando inutili discorsi in piena notte, dopo aver mangiato a sazietà senza rispetto di chi lì ci vive (per tacere delle comitive in attesa prima di entrare, attese lunghe e piene di discorsi a voce alta)? Ovviamente non è piacevole neppure l'odore di cibo e fritto, ma si sopporta e chi come me abita esattamente sulla verticale del suddetto ristorante o di altri analoghi non potrà che confermare. Ciò che è da condannare è l'inciviltà dei barlettani che ovunque vadano (in piazza, a ponente, al mare, sulle piste ciclabili della litoranea) devono accaparrarsi una zona con la loro comitiva: e non sono solo ragazzini, anzi, parlo di gente adulta e vaccinata che potrebbe imparare di più il rispetto. Diceva un vecchio ma sempre utile detto: "La mia libertà finisce dove inizia la tua". Io direi: "La TUA libertà finisce dove inizia la MIA". Chissà se questa gente anche a casa propria mangia, urla, bivacca e getta sporcizia di ogni tipo a terra.
Un residente
- Incivili proprietari di cani se la combattono con via Chieffi in quanto a pulizia, e avessi visto mai uno raccogliere i "regalini", nonostante la vicinanza dell'aiuola (con le inferriate rotte, ma quello è un altro discorso);
- La pista ciclabile viene percorsa a velocità della luce da ragazzini e troppo spesso ho visto comitive di persone bivaccare a centro pista, il che mi ha dissuaso da tempo dal percorrere quella pista (che inutilità farla sul marciapiede, tra l'altro);
- Rumori fino a notte fonda. Senza accusare nessuno, perché gli unici colpevoli sono i barlettani, incuranti dalle quiete altrui. Un vecchio ristorante (parecchio rumoroso) ha chiuso per aprire un nuovo ristorante di cucina cinese (buonissimo, tra l'altro). Ora il problema è: che senso c'è che gli abboffati clienti si mettano a stazionare ore e ore all'esterno del locale, chiacchierando, fumando e strombazzando inutili discorsi in piena notte, dopo aver mangiato a sazietà senza rispetto di chi lì ci vive (per tacere delle comitive in attesa prima di entrare, attese lunghe e piene di discorsi a voce alta)? Ovviamente non è piacevole neppure l'odore di cibo e fritto, ma si sopporta e chi come me abita esattamente sulla verticale del suddetto ristorante o di altri analoghi non potrà che confermare. Ciò che è da condannare è l'inciviltà dei barlettani che ovunque vadano (in piazza, a ponente, al mare, sulle piste ciclabili della litoranea) devono accaparrarsi una zona con la loro comitiva: e non sono solo ragazzini, anzi, parlo di gente adulta e vaccinata che potrebbe imparare di più il rispetto. Diceva un vecchio ma sempre utile detto: "La mia libertà finisce dove inizia la tua". Io direi: "La TUA libertà finisce dove inizia la MIA". Chissà se questa gente anche a casa propria mangia, urla, bivacca e getta sporcizia di ogni tipo a terra.
Un residente