(Dis)servizi per i pendolari di Barletta
Soppressi treni regionali senza dare avviso
domenica 1 aprile 2012
iReport
Gentile Barlettalife,
io sono un vostro giovane lettore, nonchè pendolare che usa ogni giorno il treno per andare a Foggia a studiare all'Università. Da tempo stiamo subendo fastidiosi disagi. Per esempio il 20 marzo scorso ho fatto fronte all'ennesimo disservizio di Trenitalia: appena arrivato in stazione, ho scoperto che il treno regionale 12508 per Foggia delle ore 11.07 faceva capolinea a Trinitapoli per poi dirottare tutti i viaggiatori su un bus sostitutivo (che per altro arrivava a Foggia dopo un'ora e mezza rispetto all'arrivo ordinario del treno). Non ho potuto usufruire di questo (dis)servizio poiché, per problemi medici, spostarmi con il pullman mi fa stare molto male. Ma non finisce qui, perché la cosa che fa veramente arrabbiare è che la sera prima avevo controllato gli orari sul sito di Trenitalia e di questo spostamento di orari non vi era minima traccia, salvo degli A4 stampati e attaccati sul prospetto degli orari il giorno stesso del cambiamento (il 19 marzo) e nient'altro.
Questa è solo l'ultima di un infinito elenco di disservizi per quei poveri pendolari che sono costretti a fare i salti mortali per trovare la giusta combinazione di orari dei treni a quelli delle lezioni. Per non parlare della costante soppressione di treni regionali che lasciano scoperte diverse fasce orarie, un esempio calzante può essere proprio quello della tratta Barletta-Foggia: i regionali che partono da Barletta sono alle ore 7.20, 8.48, 9.02, 11.07, 13.24, lasciando scoperti orari come quelli delle 10 e delle 12 (coperti solo da treni a lunga percorrenza).
Lo slogan delle Ferrovie dello Stato recita: "Quando il trasporto si fa impresa al servizio del paese". Troppo spesso le FS si sono preoccupate più di "fare impresa" piuttosto di "essere al servizio del paese". E appena si sente una notizia riguardo al trasporto su strada ferrata, si sa che non sarà una buona nuova. E non mi venite a dire che c'è la crisi, perché il bilancio del 2010 del Gruppo Ferrovie dello Stato ha chiuso con un utile di 118 milioni di euro. Mica briciole. Perciò se si vuole far vedere di essere una società pubblica che soddisfa i bisogni pubblici si può avviare un processo di auto-finanziamento che reinvesta questi soldi all'interno della società stessa. Si coniuga il vincolo del pareggio di bilancio con il fine del gruppo stesso. Geniale, no?
Grazie della vostra attenzione
BV
io sono un vostro giovane lettore, nonchè pendolare che usa ogni giorno il treno per andare a Foggia a studiare all'Università. Da tempo stiamo subendo fastidiosi disagi. Per esempio il 20 marzo scorso ho fatto fronte all'ennesimo disservizio di Trenitalia: appena arrivato in stazione, ho scoperto che il treno regionale 12508 per Foggia delle ore 11.07 faceva capolinea a Trinitapoli per poi dirottare tutti i viaggiatori su un bus sostitutivo (che per altro arrivava a Foggia dopo un'ora e mezza rispetto all'arrivo ordinario del treno). Non ho potuto usufruire di questo (dis)servizio poiché, per problemi medici, spostarmi con il pullman mi fa stare molto male. Ma non finisce qui, perché la cosa che fa veramente arrabbiare è che la sera prima avevo controllato gli orari sul sito di Trenitalia e di questo spostamento di orari non vi era minima traccia, salvo degli A4 stampati e attaccati sul prospetto degli orari il giorno stesso del cambiamento (il 19 marzo) e nient'altro.
Questa è solo l'ultima di un infinito elenco di disservizi per quei poveri pendolari che sono costretti a fare i salti mortali per trovare la giusta combinazione di orari dei treni a quelli delle lezioni. Per non parlare della costante soppressione di treni regionali che lasciano scoperte diverse fasce orarie, un esempio calzante può essere proprio quello della tratta Barletta-Foggia: i regionali che partono da Barletta sono alle ore 7.20, 8.48, 9.02, 11.07, 13.24, lasciando scoperti orari come quelli delle 10 e delle 12 (coperti solo da treni a lunga percorrenza).
Lo slogan delle Ferrovie dello Stato recita: "Quando il trasporto si fa impresa al servizio del paese". Troppo spesso le FS si sono preoccupate più di "fare impresa" piuttosto di "essere al servizio del paese". E appena si sente una notizia riguardo al trasporto su strada ferrata, si sa che non sarà una buona nuova. E non mi venite a dire che c'è la crisi, perché il bilancio del 2010 del Gruppo Ferrovie dello Stato ha chiuso con un utile di 118 milioni di euro. Mica briciole. Perciò se si vuole far vedere di essere una società pubblica che soddisfa i bisogni pubblici si può avviare un processo di auto-finanziamento che reinvesta questi soldi all'interno della società stessa. Si coniuga il vincolo del pareggio di bilancio con il fine del gruppo stesso. Geniale, no?
Grazie della vostra attenzione
BV