Canonica Buon Pastore, e se avesse ragione Maria Campese?
Oggi in consiglio comunale si dibatte la richiesta della Curia
lunedì 5 settembre 2016
iReport
Tra i punti all'ordine del giorno del consiglio comunale fissato per oggi, vi è la proposta di deliberazione per il progetto di realizzazione di una casa canonica (quattro appartamenti e parcheggi a piano terra) al posto dell'ex chiesa del Buon Pastore sita in via Vitrani, dal 2013 adibita ad oratorio (così come riportato sulla pagina web della chiesa Buon Pastore).
Condivisibili dichiarazioni sono state rese in merito dalla consigliera comunale Maria Campese (di cui un estratto è in coda a questa nota ndr), inoltre porterei all'attenzione dei cittadini (visto che si tratta di un argomento che riguarda tutti i cittadini), alcune considerazioni, ovviamente all'unico scopo di cercare di capire meglio la questione e ammettendo a priori che potrei sbagliarmi, ma "a chiedere non si fa peccato".
Il sesto punto all'ordine del giorno riportato nella convocazione del Consiglio Comunale fissato per oggi lunedì 5 settembre 2016 alle ore 16,30, è il seguente:
"Approvazione del progetto in deroga ai parametri urbanistici, ai sensi dell'art. 2.35 delle NTA del vigente Piano Regolatore Generale, per la costruzione di una casa canonica, alla Via Vitrani, su suolo di proprietà comunale, distinto in catasto al foglio 138, p.lla 262, concesso in diritto di superficie alla "Parrocchia Buon Pastore" giusto atto di convenzione del 03/02/2009, Rep. n. 663, previa demolizione dell'immobile in piano terra esistente".
Il comma 1 dell'art. 2.35 delle NTA del vigente Piano Regolatore Generale, recita:
"Le costruzioni destinate alle urbanizzazioni secondarie su aree individuate entro i limiti delle zone omogenee A e B, e le eventuali ricostruzioni delle stesse, possono eseguirsi anche senza il rispetto di uno o più parametri/prescrizioni tra quelli previsti negli articoli precedenti (compreso l'indice di fabbricabilità), con approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale, senza che ciò costituisca variante al PRG".
Dopo aver letto le dichiarazioni della consigliera Campese, ho consultato la normativa di riferimento, visto che non mi occupo di urbanistica, e sono arrivato alla conclusione (potrei sbagliarmi) che effettivamente la proposta di approvazione del progetto sembrerebbe essere anomala dal mio punto di vista. L'art. 44 della legge n. 865/1971 e s.m.i., definisce che, le opere di urbanizzazione secondaria (asili nido, scuole materne, scuole dell'obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, chiese ed altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, centri sociali, attrezzature culturali e sanitarie, aree verdi di quartiere) consistono sia in opere pubbliche, sia in opere di pubblica utilità, che svolgono una funzione diretta a rendere più vivibile l'intera zona, e sono poste al servizio della comunità.
Quindi, come già detto dalla consigliera Campese, non si comprende dove sia la pubblica utilità della casa canonica che vorrebbe realizzare la chiesa Buon Pastore. In definitiva (se ho ben compreso) non si tratterebbe di un'opera di urbanizzazione secondaria in quanto non sembrerebbe avere le caratteristiche di un'opera di pubblica utilità, non svolgerebbe una funzione diretta a rendere più vivibile l'intera zona, e non sarebbe posta al servizio della comunità, bensì in linea teorica apparirebbe un'opera destinata alla residenza privata dei parroci. Pertanto, non essendo un opera di urbanizzazione secondaria, il progetto proposto (ripeto potrei sbagliarmi) non potrebbe andare in deroga ai parametri urbanistici, senza che ciò costituisca variante al PRG, in quanto l'art. 2.35 delle NTA del vigente Piano Regolatore Generale, prevede tale possibilità esclusivamente per la realizzazione di opere di urbanizzazione secondaria. A tal proposito sarei curioso di sapere se il tecnico istruttore del progetto proposto, abbia espresso parere favorevole o meno.
È evidente che la concessione del suolo di proprietà comunale (quindi di tutti i cittadini), a titolo gratuito, alla Curia, era subordinata esclusivamente alla realizzazione di opere di pubblica utilità. Pertanto, l'assessore di competenza, preso atto che alla chiesa Buon Pastore l'oratorio non servisse più (visto che ha chiesto di demolirlo), da buon amministratore della cosa comune avrebbe dovuto proporre al consiglio comunale la revoca della concessione alla chiesa Buon Pastore, acquisire la struttura e magari destinarla a servizi di pubblica utilità (asilo nido, centri sociali, culturali etc.), considerato che scarseggiano, in modo da rendere un po' più vivibile la zona interessata. Inoltre, visto il periodo difficile che attraversiamo, sarebbe stato più coerente che la Curia avesse utilizzato i locali in oggetto per aiutare chi ne ha realmente bisogno, destinandolo ad esempio a centro di accoglienza.
Mi auguro che la consigliera comunale Maria Campese non sia l'unica a pensarla in questo modo, altrimenti si andrebbe a creare un precedente, aprendo degli scenari dove ad esempio, visto che è stato concesso alla curia, altri enti potrebbe chiedere di demolire una scuola e al suo posto costruire degli appartamenti per la residenza del preside e/o dei professori, oppure demolire dei mercati di quartiere per costruire al loro posto degli appartamenti per la residenza di chi ci lavora e così via. Confido nel buon senso dei consiglieri comunali, i quali sono stati scelti dai cittadini per amministrare la cosa comune nel miglior modo possibile. Mi dispiacerebbe se questo diventasse, a livello nazionale, un ulteriore neo per la nostra città.
(Un comune cittadino)
«Si tratta di un progetto che prevede la demolizione della vecchia parrocchia Buon Pastore e la costruzione al suo posto di una palazzina a tre piani che si compone di quattro appartamenti e parcheggi a piano terra. Tale costruzione dovrebbe sorgere su suolo di proprietà comunale che era stato concesso alla Curia per edificare in via provvisoria la vecchia parrocchia Buon Pastore (quella di via Vitrani), in attesa che venisse costruita la nuova parrocchia, cosa che è poi avvenuta negli anni '90. A seguito della costruzione della nuova parrocchia, il terreno avrebbe dovuto essere restituito alla collettività, quindi tornare in possesso del Comune. Invece nel 2009 fra il Comune e la parrocchia Buon Pastore viene stipulata una convenzione per la concessione a titolo gratuito del suolo per la durata di 60 anni, convenzione che all'art 5 recita: "La presente concessione è da intendersi a titolo gratuito, trattandosi di beni immobili da utilizzare per fini di pubblica utilità". La proposta che viene oggi avanzata dalla Curia è di demolire la vecchia parrocchia, attualmente adibita a centro ricreativo/oratorio, ed edificare al suo posto una palazzina che si compone di piano terra adibito a parcheggio privato della superficie di mq 83.10, di due piani superiori ad uso abitativo per complessivi mq 261.42 per allocarci ben 4 appartamenti, e all'ultimo piano (quarto piano fuori-terra) si realizzerebbero altri 35 mq circa come vani tecnici.
Orbene, qual è il fine di pubblica utilità di tale intervento? È preminente l'uso ad abitazione (ben 4 appartamenti con relativi parcheggi) rispetto all'uso ad oratorio per i ragazzi? Dov'è l'uso sociale della motivazione alla base di questa concessione? Si demolisce il manufatto che ne giustifica il pubblico interesse, per far posto a parcheggi privati e ben 4 alloggi. Può ritenersi ancora valida la convenzione di concessione del suolo per 'pubblica utilità'? Il progetto è sottoposto all'attenzione del consiglio comunale perché non rispetta le norme di Piano Regolatore attualmente vigenti nel Comune di Barletta, per cui viene richiesta la deroga sul rispetto delle distanze, delle altezze, etc. Mentre per i comuni cittadini valgono le norme stabilite per tutti, per la Curia si chiede di contravvenire al rispetto delle norme, proprio in virtù della funzione sociale che la parrocchia dovrebbe esercitare.
Alla Curia va detto con chiarezza che se intende rendere un servizio ai giovani e dar vita ad un centro ricreativo che ben venga, ma se l'obiettivo è quello dell'investimento immobiliare, allora: No, grazie! Un'amministrazione caratterizzata a sinistra mai avrebbe avallato una tale proposta. È questa la riprova che di sinistra questa amministrazione non ha proprio nulla».
Condivisibili dichiarazioni sono state rese in merito dalla consigliera comunale Maria Campese (di cui un estratto è in coda a questa nota ndr), inoltre porterei all'attenzione dei cittadini (visto che si tratta di un argomento che riguarda tutti i cittadini), alcune considerazioni, ovviamente all'unico scopo di cercare di capire meglio la questione e ammettendo a priori che potrei sbagliarmi, ma "a chiedere non si fa peccato".
Il sesto punto all'ordine del giorno riportato nella convocazione del Consiglio Comunale fissato per oggi lunedì 5 settembre 2016 alle ore 16,30, è il seguente:
"Approvazione del progetto in deroga ai parametri urbanistici, ai sensi dell'art. 2.35 delle NTA del vigente Piano Regolatore Generale, per la costruzione di una casa canonica, alla Via Vitrani, su suolo di proprietà comunale, distinto in catasto al foglio 138, p.lla 262, concesso in diritto di superficie alla "Parrocchia Buon Pastore" giusto atto di convenzione del 03/02/2009, Rep. n. 663, previa demolizione dell'immobile in piano terra esistente".
Il comma 1 dell'art. 2.35 delle NTA del vigente Piano Regolatore Generale, recita:
"Le costruzioni destinate alle urbanizzazioni secondarie su aree individuate entro i limiti delle zone omogenee A e B, e le eventuali ricostruzioni delle stesse, possono eseguirsi anche senza il rispetto di uno o più parametri/prescrizioni tra quelli previsti negli articoli precedenti (compreso l'indice di fabbricabilità), con approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale, senza che ciò costituisca variante al PRG".
Dopo aver letto le dichiarazioni della consigliera Campese, ho consultato la normativa di riferimento, visto che non mi occupo di urbanistica, e sono arrivato alla conclusione (potrei sbagliarmi) che effettivamente la proposta di approvazione del progetto sembrerebbe essere anomala dal mio punto di vista. L'art. 44 della legge n. 865/1971 e s.m.i., definisce che, le opere di urbanizzazione secondaria (asili nido, scuole materne, scuole dell'obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, chiese ed altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, centri sociali, attrezzature culturali e sanitarie, aree verdi di quartiere) consistono sia in opere pubbliche, sia in opere di pubblica utilità, che svolgono una funzione diretta a rendere più vivibile l'intera zona, e sono poste al servizio della comunità.
Quindi, come già detto dalla consigliera Campese, non si comprende dove sia la pubblica utilità della casa canonica che vorrebbe realizzare la chiesa Buon Pastore. In definitiva (se ho ben compreso) non si tratterebbe di un'opera di urbanizzazione secondaria in quanto non sembrerebbe avere le caratteristiche di un'opera di pubblica utilità, non svolgerebbe una funzione diretta a rendere più vivibile l'intera zona, e non sarebbe posta al servizio della comunità, bensì in linea teorica apparirebbe un'opera destinata alla residenza privata dei parroci. Pertanto, non essendo un opera di urbanizzazione secondaria, il progetto proposto (ripeto potrei sbagliarmi) non potrebbe andare in deroga ai parametri urbanistici, senza che ciò costituisca variante al PRG, in quanto l'art. 2.35 delle NTA del vigente Piano Regolatore Generale, prevede tale possibilità esclusivamente per la realizzazione di opere di urbanizzazione secondaria. A tal proposito sarei curioso di sapere se il tecnico istruttore del progetto proposto, abbia espresso parere favorevole o meno.
È evidente che la concessione del suolo di proprietà comunale (quindi di tutti i cittadini), a titolo gratuito, alla Curia, era subordinata esclusivamente alla realizzazione di opere di pubblica utilità. Pertanto, l'assessore di competenza, preso atto che alla chiesa Buon Pastore l'oratorio non servisse più (visto che ha chiesto di demolirlo), da buon amministratore della cosa comune avrebbe dovuto proporre al consiglio comunale la revoca della concessione alla chiesa Buon Pastore, acquisire la struttura e magari destinarla a servizi di pubblica utilità (asilo nido, centri sociali, culturali etc.), considerato che scarseggiano, in modo da rendere un po' più vivibile la zona interessata. Inoltre, visto il periodo difficile che attraversiamo, sarebbe stato più coerente che la Curia avesse utilizzato i locali in oggetto per aiutare chi ne ha realmente bisogno, destinandolo ad esempio a centro di accoglienza.
Mi auguro che la consigliera comunale Maria Campese non sia l'unica a pensarla in questo modo, altrimenti si andrebbe a creare un precedente, aprendo degli scenari dove ad esempio, visto che è stato concesso alla curia, altri enti potrebbe chiedere di demolire una scuola e al suo posto costruire degli appartamenti per la residenza del preside e/o dei professori, oppure demolire dei mercati di quartiere per costruire al loro posto degli appartamenti per la residenza di chi ci lavora e così via. Confido nel buon senso dei consiglieri comunali, i quali sono stati scelti dai cittadini per amministrare la cosa comune nel miglior modo possibile. Mi dispiacerebbe se questo diventasse, a livello nazionale, un ulteriore neo per la nostra città.
(Un comune cittadino)
Un estratto delle dichiarazioni rese dalla consigliera Campese
«Si tratta di un progetto che prevede la demolizione della vecchia parrocchia Buon Pastore e la costruzione al suo posto di una palazzina a tre piani che si compone di quattro appartamenti e parcheggi a piano terra. Tale costruzione dovrebbe sorgere su suolo di proprietà comunale che era stato concesso alla Curia per edificare in via provvisoria la vecchia parrocchia Buon Pastore (quella di via Vitrani), in attesa che venisse costruita la nuova parrocchia, cosa che è poi avvenuta negli anni '90. A seguito della costruzione della nuova parrocchia, il terreno avrebbe dovuto essere restituito alla collettività, quindi tornare in possesso del Comune. Invece nel 2009 fra il Comune e la parrocchia Buon Pastore viene stipulata una convenzione per la concessione a titolo gratuito del suolo per la durata di 60 anni, convenzione che all'art 5 recita: "La presente concessione è da intendersi a titolo gratuito, trattandosi di beni immobili da utilizzare per fini di pubblica utilità". La proposta che viene oggi avanzata dalla Curia è di demolire la vecchia parrocchia, attualmente adibita a centro ricreativo/oratorio, ed edificare al suo posto una palazzina che si compone di piano terra adibito a parcheggio privato della superficie di mq 83.10, di due piani superiori ad uso abitativo per complessivi mq 261.42 per allocarci ben 4 appartamenti, e all'ultimo piano (quarto piano fuori-terra) si realizzerebbero altri 35 mq circa come vani tecnici.
Orbene, qual è il fine di pubblica utilità di tale intervento? È preminente l'uso ad abitazione (ben 4 appartamenti con relativi parcheggi) rispetto all'uso ad oratorio per i ragazzi? Dov'è l'uso sociale della motivazione alla base di questa concessione? Si demolisce il manufatto che ne giustifica il pubblico interesse, per far posto a parcheggi privati e ben 4 alloggi. Può ritenersi ancora valida la convenzione di concessione del suolo per 'pubblica utilità'? Il progetto è sottoposto all'attenzione del consiglio comunale perché non rispetta le norme di Piano Regolatore attualmente vigenti nel Comune di Barletta, per cui viene richiesta la deroga sul rispetto delle distanze, delle altezze, etc. Mentre per i comuni cittadini valgono le norme stabilite per tutti, per la Curia si chiede di contravvenire al rispetto delle norme, proprio in virtù della funzione sociale che la parrocchia dovrebbe esercitare.
Alla Curia va detto con chiarezza che se intende rendere un servizio ai giovani e dar vita ad un centro ricreativo che ben venga, ma se l'obiettivo è quello dell'investimento immobiliare, allora: No, grazie! Un'amministrazione caratterizzata a sinistra mai avrebbe avallato una tale proposta. È questa la riprova che di sinistra questa amministrazione non ha proprio nulla».