Botti di Capodanno 2014, «è stato qualcosa di schifoso»
Barletta non delude un arguto lettore
mercoledì 1 gennaio 2014
12.50
iReport
Mi scuso per il linguaggio schietto, ma non ce la faccio proprio più. Posso concedermi una crisi di snobismo (e avrei scritto volentieri anche razzismo)? Mi riferisco ai botti di Capodanno che sicuramente tutti abbiamo sentito stanotte, e come li abbiamo sentiti.
Snobismo verso quei personaggi che "davano fuoco alle polveri", li avete visti anche voi quegli indomiti omoni (adolescenti? Campa cavallo, io ho visto solo 40-50enni a cui non sembrava vero di far qualcosa di diverso che tracannare la seconda o terzo Peroni da 66cl al bar) lanciare ordigni degni della Siria con una nonchalance incredibile.
So che esiste un'ordinanza del sindaco, so che i botti sono vietati, so che le forze dell'ordine non possono essere dappertutto o controllare a tappeto ogni singolo vicolo e strada, non voglio nemmeno fare il classico discorso becero dell'indignato cronico però senza midollo – nemmeno io in quei momenti ho denunciato alcunché né ho esercitato quel minimo di coscienza civile, mi sono limitato a subire nel più perfetto stile "Scoppiano i botti, governo ladro"…
Posso però far notare che in auto, ALLE NOVE, su via dei Pini un "signore" barlettano espressivo come uno yeti ha bloccato il traffico da ambo i lati per arrivare…. con calma…. a centrostrada, accendere una specie di fuoco artificiale singolo che dopo una simpatica pioggerella di stelle filanti è esploso come se dovesse abbattere un condominio? Mezz'ora dopo , guarda un po', traffico bloccato in via regina Margherita perché degli esponenti della media borghesia cittadina hanno messo, sempre a centro strada, una batteria di fuochi artificiali grande quanto una cassetta di acqua minerale, il tutto durato quindici minuti.
E infine, dati i presupposti, in via Dimiccoli dalle 23 all'una di notte sembrava Beirut. Esplosioni pazzesche, dirompenti, superiori anche ai famosi palloni di Maradona. Nella mia famiglia, i bimbi avevano timore di andare alla finestra o sui balconi a vedere e ne avevano tutte le ragioni, e ho dovuto anche osservare alcuni parenti con le lacrime agli occhi da quanto erano scossi da qui colpi improvvisi e violentissimi.
Non c'è festa in tutto ciò, c'è solo un esercizio di stile, ma di uno stile becero di gentaglia che le ha tentate tutte per far finire loro stessi e qualcun altro al pronto soccorso. E' molto cattivo dire che spero ci siano riusciti, ma questa non è festa. E' Barletta.
[Sopravvissuto di via Dimiccoli, primo piano]
Snobismo verso quei personaggi che "davano fuoco alle polveri", li avete visti anche voi quegli indomiti omoni (adolescenti? Campa cavallo, io ho visto solo 40-50enni a cui non sembrava vero di far qualcosa di diverso che tracannare la seconda o terzo Peroni da 66cl al bar) lanciare ordigni degni della Siria con una nonchalance incredibile.
So che esiste un'ordinanza del sindaco, so che i botti sono vietati, so che le forze dell'ordine non possono essere dappertutto o controllare a tappeto ogni singolo vicolo e strada, non voglio nemmeno fare il classico discorso becero dell'indignato cronico però senza midollo – nemmeno io in quei momenti ho denunciato alcunché né ho esercitato quel minimo di coscienza civile, mi sono limitato a subire nel più perfetto stile "Scoppiano i botti, governo ladro"…
Posso però far notare che in auto, ALLE NOVE, su via dei Pini un "signore" barlettano espressivo come uno yeti ha bloccato il traffico da ambo i lati per arrivare…. con calma…. a centrostrada, accendere una specie di fuoco artificiale singolo che dopo una simpatica pioggerella di stelle filanti è esploso come se dovesse abbattere un condominio? Mezz'ora dopo , guarda un po', traffico bloccato in via regina Margherita perché degli esponenti della media borghesia cittadina hanno messo, sempre a centro strada, una batteria di fuochi artificiali grande quanto una cassetta di acqua minerale, il tutto durato quindici minuti.
E infine, dati i presupposti, in via Dimiccoli dalle 23 all'una di notte sembrava Beirut. Esplosioni pazzesche, dirompenti, superiori anche ai famosi palloni di Maradona. Nella mia famiglia, i bimbi avevano timore di andare alla finestra o sui balconi a vedere e ne avevano tutte le ragioni, e ho dovuto anche osservare alcuni parenti con le lacrime agli occhi da quanto erano scossi da qui colpi improvvisi e violentissimi.
Non c'è festa in tutto ciò, c'è solo un esercizio di stile, ma di uno stile becero di gentaglia che le ha tentate tutte per far finire loro stessi e qualcun altro al pronto soccorso. E' molto cattivo dire che spero ci siano riusciti, ma questa non è festa. E' Barletta.
[Sopravvissuto di via Dimiccoli, primo piano]