Ricci di mare
Ricci di mare

Bancarelle abusive di novellame e ricci di mare per la città

L'appello di un cittadino: «Il mare non è una risorsa infinita e come tale va gestita»

«Si è celebrata ieri, 11 aprile, la Giornata Nazionale del mare, con lo scopo di promuovere la cultura del rispetto e della sostenibilità di questo importante ecosistema sempre più a rischio a causa dell'inquinamento e dello sfruttamento rappresentato dalla pesca intensiva. Giornata nazionale celebrata in tutta Italia ma evidentemente non a Barletta, dove anche ieri - come da sempre e di nuovo da un po' di settimane a questa parte - si vendono tranquillamente alla luce del sole, su bancarelle improvvisate o nei mercati o perfino nelle normali pescherie prodotti come il novellame e i ricci di mari.

Il primo, la cui vendita è ormai vietata da anni in considerazione dell'immane danno che questa pesca arreca - visto che un solo chilo di novellame se lasciato crescere può trasformarsi in un quintale di pesce di taglia adeguata – e i ricci di mare per la cui pesca la Regione Puglia ha disposto con la legge regionale n. 6 del 2023 un blocco triennale per evitarne la completa estinzione dai fondali pugliesi. Legge evidentemente ignorata dai venditori ambulanti (ed abusivi) della città della Disfida.

Il concetto è semplice: il mare non è una risorsa infinita e come tale va gestita. Questo per assicurare biodiversità e lavoro alle generazioni future. Ma poiché l'ignoranza degli addetti ai lavori non lascia spazio ad alcuna aspettativa di redenzione, occorre valutare altre strade. Sicuramente quella del controllo da parte degli organismi istituzionalmente preposti ma se questo non accade, c'è un'altra strada; la stessa utilizzata dal mahatma Ghandi per combattere i colonizzatori inglesi: boicottare il commercio. Affossare il business. In altre parole: non acquistare più questi prodotti. Una rivoluzione culturale quanto mai necessaria almeno per un po' di tempo per scavare il terreno sotto i piedi a queste tradizioni sicuramente gustose ed identitarie ma oramai non più sostenibili».

Un barlettano
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