Scarto umido
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«Aumenta la raccolta dell'umido? I costi per Barletta sono destinati a salire»

Il prof. Dilillo: «Serve un impianto di compostaggio sul territorio»

In questi giorni si fa un gran parlare dell'ordinanza datata 6 maggio scorso, n° 24425 emessa dal sindaco di Barletta Pasquale Cascella. Fra i cittadini sembra essersi scatenato il panico per gli obblighi derivanti dalla citata ordinanza e soprattutto dalle possibili sanzioni che seguono per mancato rispetto della stessa. L'atto del sindaco è stato preceduto anche da una campagna di sensibilizzazione tesa ad informare che ci sarebbe stata una raccolta "porta a porta" dei rifiuti solidi urbani.

Chi ha qualche capello bianco, come lo scrivente, sentendo parlare di raccolta dei rifiuti da effettuare porta a porta, gli è venuta in mente la raccolta porta a porta effettuata, decenni fa, dai netturbini che salivano sui pianerottoli dei palazzi e raccoglievano le immondizie lasciate nei secchi davanti la porta di ciascun utente. La salita delle scale dei netturbini era anche accompagnata dal suono del fischietto che annunciava l'arrivo dell'operatore. Non è sembrato possibile che nel 2014 si potessero ripetere simili servizi, nessuno operatore ecologico sarebbe disposto a tornare a lavori pesanti che si facevano decenni fa.

Leggendo l'ordinanza sindacale si è capito subito che l'attuale raccolta "porta a porta" ha ben altra concezione rispetto a quella del passato. I rifiuti domestici collocati negli appositi contenitori, non saranno prelevati davanti alla porta di casa, e neppure dinanzi il portone di casa, in molti casi neppure da pochi metri di distanza dalla porta, ma addirittura gli utenti dovranno portarli a centinaia di metri dalla porta di casa.

Il punto "5" dell'ordinanza dispone infatti che i cittadini devono conferire i propri rifiuti "in luoghi accessibili ai mezzi di raccolta". Quali mezzi di raccolta? I camion?. Se così dovesse essere, e purtroppo così sarà, gli utenti si troveranno costretti a trascinarsi ogni giorno contenitori pesantissimi per lunghi e tortuosi percorsi, spesso ad ostacoli (es. gradini e scale,) prima di giungere sulle strade principali accessibili ai mezzi di raccolta della Barsa. Come se non bastasse, le operazioni di conferimento devono essere effettuate in orari a dir poco sconvenienti, - domenica mattina dalle sei alle otto, o, nei restanti giorni a mezzanotte circa - pena sanzioni. L'ordinanza però non dice tutto, infatti se i cittadini fossero obbligati a questi "lavori forzati" e trovassero vantaggi economici o ambientali, forse, potrebbero anche accettare il sacrificio imposto dal Sindaco Cascella. Così non sarà.

Questo nuovo atto amministrativo comporterà un notevole aumento delle tariffe per la raccolta degli RSU perché la ulteriore quantità di frazione organica derivante dalla raccolta differenziata del quartiere Patalini, sarà conferita al centro di raccolta di Modugno (dopo Bari) al costo di € 100 a tonnellata, mentre ora è conferita indistintamente a circa € 45 a tonnellata a Trani. A partire da settembre, la frazione organica prodotta dall'intero Comune di Barletta, fino a 2,5 volte quella attuale, sarà conferita interamente alla ditta Tersan di Modugno. Un bell'affare per la ditta di Modugno, un pessimo affare per le tasche dei cittadini barlettani. Nel 2013 la frazione organica di Barletta portata a Modugno è stata il 40% del totale (solo quella del centro storico) pari a circa 2.000 tonnellate. Moltiplicando le tonnellate differenziate per il prezzo di conferimento ( € 100/T), si è avuto un costo per le casse comunali di circa 200.000 euro. Per il 2014 la quantità di organico da portare alla Tersan Puglia s.p.a. raggiungerà la somma di circa 500.000 euro a cui si dovranno aggiungere i relativi costi di trasporto, non meno di 200.000 euro. Per il 2015 il costo aggiuntivo sarà di circa un milione di euro in più. E' facile desumere che questi costi graveranno sui contribuenti barlettani.

Il nostro Sindaco sicuramente risponderà che il suo è un atto dovuto, imposto dalle vigenti normative europee, nazionali e regionali. E' vero, ma è altrettanto vero che il Comune di Barletta ha omesso di realizzare l'impianto di compostaggio deliberato e rimasto nel cassetto del Comune, anzi non ha neppure avviato l'iter per la realizzazione. Lo scrivente ha più volte sollecitato gli amministratori locali (Comune, Provincia BAT, ATO Ba/1), perché i nostri territori si dotassero urgentemente dell'impianto di compostaggio i cui principali vantaggi sarebbero:
  • centinaia di nuovi posti di lavoro,
  • trasformazione dei nostri rifiuti in risorse per l'agricoltura (compost di qualità e ammendante),
  • produzione di metano da convertire in energia elettrica (produzione di energia rinnovabile),
  • riduzione delle emissioni di metano nell'atmosfera con conseguente riduzione dell'effetto serra,
  • abbattimento delle tariffe sui rifiuti urbani.

Per la realizzazione dell'impianto il Sindaco Cascella potrebbe beneficiare di contributi a fondo perduto messi a disposizione dalla Regione Puglia, dallo Stato e dall'Unione Europea. Nell'interesse della collettività barlettana e della BAT, un pressante invito a procedere in questa direzione.

[Prof. Ruggiero Dilillo]
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