Convegni
Presentazione del volume "Non con un lamento. Peppino Impastato Vertigini di memorie"
mercoledì 10 novembre 2010
19.30 - 22.00
Circolo Arci "Carlo Cafiero", Via Nazareth 40
Mercoledì 10 novembre presso il Circolo Arci 'Carlo Cafiero', Giorgio di Vita (autore) e Ottavio Navarra (editore) discuteranno con Mariolina Curci e Luigi Pannarale il volume "Non con un lamento. Peppino Impastato Vertigini di memorie"
Giorgio di Vita, romano di origini siciliane, compagno e amico di Peppino Impastato, racconta in "Non con un lamento" l'esperienza di Radio Aut e il rapporto con Peppino, il carisma di lui, le sue parole severe, e i pomeriggi in radio.
In un viaggio di ritorno da Roma alla Sicilia, l'autore, partendo dai giorni nostri e andando indietro con la memoria alle estati di trent'anni prima, ci fa rivivere il clima politico-culturale degli anni Settanta. Dopo trent'anni Giorgio Di Vita fa ritorno in quella Sicilia in cui negli anni Settanta trascorreva le vacanze estive insieme alla famiglia vicino Cinisi, dove ebbe modo di conoscere personalmente Peppino Impastato e di partecipare alla ben nota esperienza di Radio Aut. "Non con un lamento" racconta, attraverso frequenti flash back evocativi, quell'esperienza di lotta e condivisione: in un viaggio fisico e mentale, da Roma a Cinisi e ritorno, dagli anni Settanta al Duemila seguiamo l'autore sul filo dei suoi ricordi…
La narrazione inizia dall'atterraggio dell'aereo che sta riportando Giorgio sulla costa siciliana. Subito i ricordi si allacciano ad annose questioni che legano inevitabilmente quel territorio a Cosa Nostra: dalla costruzione dell'aeroporto di Punta Raisi all'incidente aereo di Montagna Longa. Questi trent'anni costituiscono il leit motiv della narrazione, ed emergono durante le "visite" in cui l'autore ripercorre i luoghi della sua adolescenza – il lungomare di Cinisi, la via Corsa, gli hippy di Villa Fassino – luoghi che si intrecciano ai ricordi di quei giorni: i dialoghi di religione, filosofia ed etica sotto le stelle, la figura di Peppino, in camicia militare e zoccoli, sigaretta sempre alle labbra, i pomeriggi con lui a Radio Aut, lanciando messaggi a "Tano Seduto" e poi il ricordo delle manifestazioni studentesche, il sequestro Moro, arrivando a comprendere vicende di raggio internazionale, come quelle di Petra Krause e dell'Ayatollah Khomeiny.
Il lavoro di Di Vita non è solo una raccolta di memorie ma è una proposta, di analisi, di valutazione, di confronto, che rivela quanto ancora ci sia da dire sulla figura di Peppino Impastato. Un incontro a cui non mancare.
Giorgio di Vita, romano di origini siciliane, compagno e amico di Peppino Impastato, racconta in "Non con un lamento" l'esperienza di Radio Aut e il rapporto con Peppino, il carisma di lui, le sue parole severe, e i pomeriggi in radio.
In un viaggio di ritorno da Roma alla Sicilia, l'autore, partendo dai giorni nostri e andando indietro con la memoria alle estati di trent'anni prima, ci fa rivivere il clima politico-culturale degli anni Settanta. Dopo trent'anni Giorgio Di Vita fa ritorno in quella Sicilia in cui negli anni Settanta trascorreva le vacanze estive insieme alla famiglia vicino Cinisi, dove ebbe modo di conoscere personalmente Peppino Impastato e di partecipare alla ben nota esperienza di Radio Aut. "Non con un lamento" racconta, attraverso frequenti flash back evocativi, quell'esperienza di lotta e condivisione: in un viaggio fisico e mentale, da Roma a Cinisi e ritorno, dagli anni Settanta al Duemila seguiamo l'autore sul filo dei suoi ricordi…
La narrazione inizia dall'atterraggio dell'aereo che sta riportando Giorgio sulla costa siciliana. Subito i ricordi si allacciano ad annose questioni che legano inevitabilmente quel territorio a Cosa Nostra: dalla costruzione dell'aeroporto di Punta Raisi all'incidente aereo di Montagna Longa. Questi trent'anni costituiscono il leit motiv della narrazione, ed emergono durante le "visite" in cui l'autore ripercorre i luoghi della sua adolescenza – il lungomare di Cinisi, la via Corsa, gli hippy di Villa Fassino – luoghi che si intrecciano ai ricordi di quei giorni: i dialoghi di religione, filosofia ed etica sotto le stelle, la figura di Peppino, in camicia militare e zoccoli, sigaretta sempre alle labbra, i pomeriggi con lui a Radio Aut, lanciando messaggi a "Tano Seduto" e poi il ricordo delle manifestazioni studentesche, il sequestro Moro, arrivando a comprendere vicende di raggio internazionale, come quelle di Petra Krause e dell'Ayatollah Khomeiny.
Il lavoro di Di Vita non è solo una raccolta di memorie ma è una proposta, di analisi, di valutazione, di confronto, che rivela quanto ancora ci sia da dire sulla figura di Peppino Impastato. Un incontro a cui non mancare.