Calcio a 5
Zamirton Castiglioni: «Mi trovo bene a Barletta, la mia Futsal punta in alto»
L’estremo difensore brasiliano è l’ultimo acquisto dei biancorossi
Barletta - sabato 4 gennaio 2014
5.13
I campionati concedono una delle ultime tregue, prima di una seconda parte di campionato senza respiro. Il girone d'andata non ha regalato grandi emozioni alle squadre di Barletta, entrambe inserite nel gruppo E della serie B. La giovane Futsal Barletta ha finora raccolto solo 14 punti, mentre il Barletta Calcio a 5 è fermo a quota 4. I due team barlettani proveranno però a riscattarsi nel girone di ritorno, magari approfittando proprio degli ultimi innesti di mercato. L'ultimo arrivo in casa Futsal parla brasiliano: si tratta dell'estremo difensore brasiliano Zamirton Castiglioni. L'esperto numero 1, classe 1985, proviene dal Castellamonte, ma in precedenza ha già giocato in Puglia con la maglia del Manfredonia. È proprio il numero 1, che abbina esperienza, classe e abilità con i piedi, ad analizzare il momento in casa biancorossa ai microfoni di Barlettalife, raccontandoci anche del suo momento e della sua scelta di sposare il progetto del sodalizio guidato da coach Leo Ferrazzano.
Zamirton, sei a Barletta da poco: cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
«Intanto ho già parlato con la dirigenza dall'inizio di questa stagione. La società mi ha "corteggiato" da inizio campionato e mi ha spinto a fare questa scelta».
Che tipo di accoglienza hai trovato? Con che gruppo ti stai allenando?
«È un gruppo diverso da tutti gli altri con cui ho lavorato. È un gruppo chiuso, mi sono trovato molto bene, non posso dire niente di negativo dei ragazzi e della società ».
Sei reduce dall'avventura al Castellamonte. Qui al sud hai trovato un calore diverso?
«Tutto è molto diverso rispetto a qui. Tutti sono molto più caldi, anche la tifoseria. Mi sono trovato molto bene finora».
È singolare la tua scelta di lasciare il Brasile per seguire la passione del calcio a 5. Cosa ti ha spinto a lasciare la tua patria? Senti anche tu la famosa "saudade" brasiliana?
«Si, è sempre un lavoro difficile e diverso, stare qui in Italia lontano da tutti. Però è la passione del calcio che mi ha spinto a lasciare il Brasile. Sono venuto qui per lavorare ma anche per far crescere il livello del calcio a 5 in Italia».
A proposito, quali differenze noti tra il futsal carioca e quello italiano?
«La differenza tra l'Italia e il Brasile sta nella parte tattica. In Brasile, un ragazzo inizia a giocare a sei anni, qui a 18, e finchè arriva al massimo ha già 22 anni. È diverso tutto: in Brasile si cresce con il futsal, qui devi imparare tardi, perché si segue di più il calcio a 11».
Sei arrivato da poche partite, ma la squadra ha risposto subito bene con la vittoria contro il Modugno e il pareggio a Monte di Procida. Si può dire che la squadra sta pagando con un anno di ritardo il salto di categoria?
«La squadra è forte, però in questa stagione ha incontrato un girone difficile, secondo me uno dei più difficili di tutta la categoria. Stiamo facendo bene, abbiamo vinto una partita difficile in casa contro Modugno, abbiamo vinto anche un'altra partita a Napoli. C'è qualità in questo gruppo, ma non è mai facile emergere. Adesso stiamo aggiustando il tiro dopo un inizio di campionato pieno di infortuni e squalifiche».
Che rapporto hai con i tuoi colleghi portieri?
«Anche con i portieri mi trovo bene. Loro rispetto a me hanno un modo diverso di lavorare. Per me è una cosa positiva, perché imparo qualcosa di diverso, e anche per loro è una buona scelta imparare qualche mio metodo, qualche mio lavoro diverso».
Zamirton, sei a Barletta da poco: cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
«Intanto ho già parlato con la dirigenza dall'inizio di questa stagione. La società mi ha "corteggiato" da inizio campionato e mi ha spinto a fare questa scelta».
Che tipo di accoglienza hai trovato? Con che gruppo ti stai allenando?
«È un gruppo diverso da tutti gli altri con cui ho lavorato. È un gruppo chiuso, mi sono trovato molto bene, non posso dire niente di negativo dei ragazzi e della società ».
Sei reduce dall'avventura al Castellamonte. Qui al sud hai trovato un calore diverso?
«Tutto è molto diverso rispetto a qui. Tutti sono molto più caldi, anche la tifoseria. Mi sono trovato molto bene finora».
È singolare la tua scelta di lasciare il Brasile per seguire la passione del calcio a 5. Cosa ti ha spinto a lasciare la tua patria? Senti anche tu la famosa "saudade" brasiliana?
«Si, è sempre un lavoro difficile e diverso, stare qui in Italia lontano da tutti. Però è la passione del calcio che mi ha spinto a lasciare il Brasile. Sono venuto qui per lavorare ma anche per far crescere il livello del calcio a 5 in Italia».
A proposito, quali differenze noti tra il futsal carioca e quello italiano?
«La differenza tra l'Italia e il Brasile sta nella parte tattica. In Brasile, un ragazzo inizia a giocare a sei anni, qui a 18, e finchè arriva al massimo ha già 22 anni. È diverso tutto: in Brasile si cresce con il futsal, qui devi imparare tardi, perché si segue di più il calcio a 11».
Sei arrivato da poche partite, ma la squadra ha risposto subito bene con la vittoria contro il Modugno e il pareggio a Monte di Procida. Si può dire che la squadra sta pagando con un anno di ritardo il salto di categoria?
«La squadra è forte, però in questa stagione ha incontrato un girone difficile, secondo me uno dei più difficili di tutta la categoria. Stiamo facendo bene, abbiamo vinto una partita difficile in casa contro Modugno, abbiamo vinto anche un'altra partita a Napoli. C'è qualità in questo gruppo, ma non è mai facile emergere. Adesso stiamo aggiustando il tiro dopo un inizio di campionato pieno di infortuni e squalifiche».
Che rapporto hai con i tuoi colleghi portieri?
«Anche con i portieri mi trovo bene. Loro rispetto a me hanno un modo diverso di lavorare. Per me è una cosa positiva, perché imparo qualcosa di diverso, e anche per loro è una buona scelta imparare qualche mio metodo, qualche mio lavoro diverso».