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Vincenzo Mennea: «Mai fatto polemiche, il sindaco non travisi mie parole»
Il fratello di Pietro Mennea chiude la querelle derivante dalle celebrazioni del 21 marzo
Barletta - lunedì 24 marzo 2014
15.42
In risposta al tweet del sindaco Pasquale Cascella relativo alle celebrazioni del 21 marzo 2014 a un anno dalla scomparsa di Pietro Mennea, riportate nell'articolo dal titolo "Cascella: «21 marzo giornata di ricordo e omaggio per Mennea, nessuna polemica»", riceviamo e pubblichiamo mail di Vincenzo Mennea, fratello di Pietro Mennea:
«Premesso che il sottoscritto non ha mai fatto nessuna polemica in merito agli eventi che si sono verificati. Non posso condividere tale accusa attribuitami e pertanto tutto quanto è stato detto lo rinvio al mittente. Devo rimarcare, inoltre, che il Sindaco non ha mai invitato la famiglia non essendo mai arrivato un invito in tal senso; né egli si può nascondere dietro il fatto che l'invito sia stato inviato alla sorella.
Per ciò che riguarda l'azione legale intrapresa contro la vedova e non contro Pietro Mennea (defunto), essa non può a Lui e a nessun altro interessare essendo fatti privati che non hanno alcuna attinenza con le vicende verificatesi. Per quanto concerne l'utilizzo della figura e dell'imagine del decuius - Pietro Mennea, lo stesso e le altre istituzioni dovrebbero sapere che tale utilizzo è vietato se l'autorizzazione non è stata prestata dai familiari, ai sensi dell'art. 93 legge sul diritto d'autore il quale recita : "dopo la morte dell'autore o del destinatario occorre il consenso del coniuge o dei figli, o in loro mancanza dei genitori- mancando il coniuge i figli e i genitori, dei fratelli e delle sorelle"………"quando le persone indicate nel comma precedente siano più e vi sia tra loro dissenso decide l'autorità giudiziaria sentito il P.M."
Pertanto, si appalesa come fatto incontrovertibile, che - con la pubblicazione dell'articolo al quale la mia risposta è rivolta - è il Sindaco che continua a creare polemiche e non il sottoscritto. In sostanza per poter porre fine a questa inutile oltreché sterile diatriba, si invita il Sindaco a non travisare il senso delle mie parole volte semplicemente a far valere diritti garantiti dalla legge, cosa a lui ben nota.
Spero che con questa mia replica abbia messo a tacere qualsivoglia tipo di strascico polemico e ribadisco che chiunque deve rispettare le norme del diritto alla riservatezza ed all'utilizzo dell'immagine di una persona defunta che cagioni pregiudizio ai beni della vita ed alla personalità della persona ritrattata , nonché quelle relative al divieto di offendere la memoria di un defunto; ove tale offesa si dovesse verificare trova la sua giustificazione nel diritto dei prossimi congiunti a vedere tutelata la reputazione del defunto estendendosi il pregiudizio dell'arrecata offesa alla dignità degli stessi prossimi congiunti.
Chiedo al Sindaco di porre fine a tale polemica, e nelle successive attività che vorrà intraprendere abbia l'accortezza di sentire solo il parere dei familiari».
«Premesso che il sottoscritto non ha mai fatto nessuna polemica in merito agli eventi che si sono verificati. Non posso condividere tale accusa attribuitami e pertanto tutto quanto è stato detto lo rinvio al mittente. Devo rimarcare, inoltre, che il Sindaco non ha mai invitato la famiglia non essendo mai arrivato un invito in tal senso; né egli si può nascondere dietro il fatto che l'invito sia stato inviato alla sorella.
Per ciò che riguarda l'azione legale intrapresa contro la vedova e non contro Pietro Mennea (defunto), essa non può a Lui e a nessun altro interessare essendo fatti privati che non hanno alcuna attinenza con le vicende verificatesi. Per quanto concerne l'utilizzo della figura e dell'imagine del decuius - Pietro Mennea, lo stesso e le altre istituzioni dovrebbero sapere che tale utilizzo è vietato se l'autorizzazione non è stata prestata dai familiari, ai sensi dell'art. 93 legge sul diritto d'autore il quale recita : "dopo la morte dell'autore o del destinatario occorre il consenso del coniuge o dei figli, o in loro mancanza dei genitori- mancando il coniuge i figli e i genitori, dei fratelli e delle sorelle"………"quando le persone indicate nel comma precedente siano più e vi sia tra loro dissenso decide l'autorità giudiziaria sentito il P.M."
Pertanto, si appalesa come fatto incontrovertibile, che - con la pubblicazione dell'articolo al quale la mia risposta è rivolta - è il Sindaco che continua a creare polemiche e non il sottoscritto. In sostanza per poter porre fine a questa inutile oltreché sterile diatriba, si invita il Sindaco a non travisare il senso delle mie parole volte semplicemente a far valere diritti garantiti dalla legge, cosa a lui ben nota.
Spero che con questa mia replica abbia messo a tacere qualsivoglia tipo di strascico polemico e ribadisco che chiunque deve rispettare le norme del diritto alla riservatezza ed all'utilizzo dell'immagine di una persona defunta che cagioni pregiudizio ai beni della vita ed alla personalità della persona ritrattata , nonché quelle relative al divieto di offendere la memoria di un defunto; ove tale offesa si dovesse verificare trova la sua giustificazione nel diritto dei prossimi congiunti a vedere tutelata la reputazione del defunto estendendosi il pregiudizio dell'arrecata offesa alla dignità degli stessi prossimi congiunti.
Chiedo al Sindaco di porre fine a tale polemica, e nelle successive attività che vorrà intraprendere abbia l'accortezza di sentire solo il parere dei familiari».